“Isis, annuncio video di Anonymous: «L’attentato sventato era a Firenze». Impareggiabile, il Corriere della Sera. Un esempio di giornalismo autentico, un modello per tutti quelli del mestiere. Non solo crede all’esistenza di qualcosa che si fa’ chiamare Anonymous, ma lo adotta seriamente come fonte d’informazione. Ne riporta infatti un comunicato, come fosse vero: “Il 25 dicembre 2015 abbiamo ricevuto una segnalazione relativa ad un profilo twitter collegato ai vertici dell’Isis dove era in corso una prima comunicazione su un possibile obiettivo italiano, già stabilito e apparentemente pronto per essere colpito. Quel breve messaggio, in quel momento, indicava che Firenze sarebbe stato un obiettivo entro capodanno», dice Anonymous aggiungendo di «essersi subito attivato per tentare di sventare questo attacco che, comunque, risultato reale o falso, non può essere sottovalutato tenendo conto dei soggetti che ne stavano parlando». Poi la spiegazione di come il gruppo di hacker si sarebbe mosso: «Abbiamo inscenato una “talpa” all’interno dello stato islamico sfruttando lo stesso account accreditato e facendo credere che qualche fratello infedele ad Allah avrebbe comunicato agli italiani il “giorno del giudizio di Dio”, così impedendo che questo attacco venisse attuato».....
Respiriamo di sollievo, Firenze è salva. La minaccia era concretissima, “tenendo conto dei soggetti che ne stavano parlando”. Sulla identità di questi “soggetti”, Anonymous resta sulle sue, e il grande giornalismo del grande giornale italiano non ha la minima curiosità. Sarebbe un’indiscrezione pretendere nomi e cognomi, una mancanza di rispetto: la parola di Anonymous, al Corriere, basta. Benché anche Anonymus, a voler sottilizzare, mica sia noto con nomi e cognomi. Non si sa cosa sia, per chi lavori e perché. Ma non sarebbe da giornalisti, poniamo, sospettare che Anonymous non sia altro che n qualche apparato di propaganda, allarmismo e disinformazione – magari emanato dalle stesse centrali che hanno armato, finanziato e addestrato l’ISIS, o magari, da una qualunque Rita Katz. No, questi sospetti non sono degni del grande giornalismo del Corriere. Li lascia ai complottasti di mezza tacca, perché gli basta la nobile battaglia che Anonymous ha sferrato contro DAESH. Lotta che è lo stesso Anonymous a documentare, e che il Corriere riporta come oro colato: “Attacco globale di Anonymous a Isis – A livello globale, l’operazione anti-Isis ha portato, sino ad oggi, all’oscuramento di 15.500 obiettivi, tra account sui social network e siti web legati direttamente alle operazioni o alla propaganda dell’Isis. Ma altri 4.000 account sono nati nelle ore successive: «Il nostro scopo è rallentarli», sottolinea Anonymous”.
Sottolinea Anonymous. Sostiene Pereira. La polizia italiana non conferma…Del resto, il vero giornalismo di questi tempi non si stupisce di tanta vaghezza della fonte: Anonymous è vago e sfuggente perché combatte un nemico ancor più vago e sfuggente: l’ISIS. No, non l’ISIS che piega sotto i bombardamenti russi in Siri, e i cui capi a Ramadi vengono evacuati dagli elicotteri Usa. L’ISIS che fa chiudere due stazioni ferroviarie a Monaco di Baviera, per un allarme terrorismo che poi è passato; che ha fatto cancellare tutti i festeggiamenti di Capodanno a Bruxelles e a Parigi. Eccome no: a Liegi e nel Brabante la polizia belga ha fatto degli arresti, “pianificavano attentati”; anche se (si rincrescono i media) “non sono state rinvenuti armi o esplosivi durante le perquisizioni, ma materiale informatico, uniformi di tipo militare e materiale di propaganda dello Stato Islamico sono stati sequestrati e vengono attualmente esaminati”.
E a Vienna? “ 500 poliziotti hanno vigilato nel centro storico. A Berlino 900 agenti e 600 vigilantes «a guardia» dello show alla Porta di Brandeburgo”: l’ISIS può colpire dovunque. “Negli Stati Uniti l’Fbi ha informato il presidente Barack Obama del rischio di attentati a New York, Washington e Los Angeles durante il veglione di Capodanno”. L’ISIS ha come campo il mondo. E non solo domina lo spazio, ma può viaggiare nel tempo, all’indietro. A Londra (leggo dai giornali) “cinque estremisti islamici legati ad al-Qaeda sono stati condannati ieri all’ergastolo per aver organizzato, tra il gennaio 2003 e il marzo 2004,una serie di assalti (fortunatamente sventati) contro un centro commerciale nel Kent, il popolare night club londinese Ministry of Sound e alcune linee elettriche e del gas”.
Fortunatamente sventati.
Ma l’ISIS era già lì nel 2003, si chiamava Al Qaeda, e aveva già la stessa ampiezza globale di azione, già la Terra intera era il suo campo di battaglia. Ha colpito a Londra, a Madrid, a New York, a Bali, a Giacarta, in Somalia…sempre imprendibile ed onnipresente.
Adesso è l’ISIS. E non avete ancora visto niente: “Per il 2016, l’ISIS annuncia decine di migliaia di morti in decine di paesi; attiverà decine di cellule dormienti in vista della battaglia finale”: chi lo dice? Non l’ISIS in persona; lo ha rivelato il dottor Theodore Karasik, un ebreo americano che lavora per la tv del Golfo Al Arabyia come “analista di geopolitica”, ed “ha molto studiato il comportamento dello Stato Islamico”: quasi quanto Anonymous, se non di più. Cosa aspetta il Corriere ad intervistarlo? Anzi a fare un collaboratore pagato e fisso?
Meglio riportare i comunicati di Anonymous che queste notizie dell’Interpol: che uno dei fucili M29 utilizzati da jihadisti massacratori di Parigi proveniva da una ditta situata in Florida, e facente capo a un Ori Zoller, indicato come “Un ex membro delle forze speciali israeliane”, già noto alle cronache nere per avere, con un mercante di diamanti ebreo di nome Shimon Yelinek, “trafficato in diamanti con Al Qaeda”(ohibò) nel 2003, nel quadro di una fornitura di armi in Nicaragua: armi contro diamanti. Un classico, documentato da un rapporto della Organizzazione degli Stati Americani (OSA), e leggibile qui:
Nel rapporto, Zoller è citato anche come rappresentante in Guatemala della Israel Military Industries, una compagnia controllata dal governo israeliano
Vero è che l’ex agente del Mossad adesso ha cambiato genere: vende “cyber sorveglianza” ai governi. Un’attività non lontana da quella di Anonymous?
Non siamo in grado di rispondere alla domanda. Siamo invece in grado di sapere chi ha scoperto e diffuso il messaggio di Al Baghdadi, il Califfo, un audio di 24 minuti in cui il Califfo minacciava Roma e il Papa, il 26. Il messaggio è stato scoperto ed autenticato dal SITE, come ha reso noto Le Monde. Senza dire che cosa è il SITE E chi è la sua fondatrice, Rita Katz.
Certe volte a scavare troppo si scopre che i jihadisti di Parigi sono armati da ebrei, e che erano già noti e stranoti ai servizi di Parigi stessi. E’ meglio invece fare da grancassa all’allarmismo pubblico voluto dai governi: abbiate paura, l’ISIS vi sta sul collo! Vi può colpire ovunque! Per fortuna Anonymous sventa gli attentati, la polizia vi protegge, l’esercito fa’ la guardia, Hollande emana leggi speciali.
Vi siete chiesti perché questo megafono? Questo allarmismo pubblico? Se l’è chiesto il filosofo Giorgio Agamben, che intervistato in Francia ha detto: “Il rischio, è la deriva verso a creazione di una relazione sistemica verso il terrorismo e lo Stato di emergenza: se lo Stato ha bisogno della paura per legittimarsi, bisogna allora, al limite, produrre il terrore, o almeno non impedire che si produca. Si vedono così paesi perseguire una politica estera che alimenta il terrorismo che bisogna combattere all’interno..”.
Ma naturalmente tutte queste sono speculazioni. Che non interessano alCorriere. Perché questa scuola suprema di giornalismo si occupa solo della realtà concreta: Anonymous ha sventato l’ attentato dell’ISIS a Firenze. Mattarella, la disoccupazione è causata dall’evasione fiscale. Maciste abbatterà a mani nude il Riscaldamento Globale. Il Pentagono ha comunicato di aver ucciso Charaffe al Moudan, noto pianificatore degli attentati di Parigi, a colpi di missili in Siria. Godzilla s’è risvegliato, ma per fortuna King Kong lo combatte. Quindi l’immancabile vittoria ci appartiene.------------
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