giovedì 17 marzo 2011

Testamento politico di Giuseppe Garibaldi. Se Benedetto XVI benedice l’unificazione

Papa Ratzinger riprende Paolo VI: la fine dello Stato pontificio fu un vantaggio per la Chiesa.

Pur nel «ricordo del beato Papa Pio IX», che dell’Unità italiana fu strenuo nemico, Benedetto XVI ha fatto sue le parole di un discorso tenuto in Campidoglio, il 10 ottobre 1962, dal cardinale Giovanni Battista Montini, futuro Paolo VI: dopo l’Unità d’Italia, compiuta con l’annessione di Roma, «Il papato riprese con inusitato vigore le sue funzioni di maestro di vita e di testimonio del Vangelo, così da salire a tanta altezza nel governo spirituale della Chiesa e nell’irradiazione sul mondo, come prima non mai». Benedetto XVI avrebbe potuto andare ancora più indietro, nel 1961, quando Giovanni XXIII – da Papa e nell’anniversario che celebriamo oggi – affermò che fu una grande fortuna avere perduto lo Stato: il Risorgimento, aggiunse, era stato «un disegno della Provvidenza» e «un motivo di esultanza» per la Chiesa. Sarebbe interessante capire perché Papa Ratzinger abbia preferito citare il primo piuttosto che il secondo, forse ce lo sapranno dire i vaticanisti.
Certo è che i tre Papi hanno pienamente ragione. Proviamo a immaginare cosa sarebbe oggi uno Stato del Vaticano che regnasse sul Lazio, oppure anche soltanto su ......

continua......

http://www.ilgiornale.it/autore/giordano_bruno_guerri/id=464

Testamente politico di Giuseppe Garibaldi.
Ai miei figli, ai miei amici, ed a quanti dividono le mie opinioni, io lego:
l'amore mio per la libertà e per il vero; il mio odio per la menzogna e la tirannide.
Siccome negli ultimi momenti della creatura umana, il prete, profittando dello stato spossato in cui si trova il moribondo e della confusione che sovente vi succede, s'inoltra e mettendo in opera ogni turpe stratagemma, propaga con l'impostura in cui è maestro, che il defunto compi, pentendosi delle sue credenze passate, ai doveri di cattolico.
In conseguenza io dichiaro, che trovandomi in piena ragione oggi, non voglio accettare in nessun tempo il ministero odioso, disprezzevole e scellerato d'un prete, che considero atroce nemico del genere umano e dell'Italia in particolare.
E che solo in istato di pazzia o di ben crassa ignoranza, io credo possa un individuo raccomandarsi ad un discendente di Torquemada.
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*** Da: G. Sacerdote, La vita di Giuseppe Garibaldi Milano, Rizzoli 1933, p.938.
L'autografo si trova nella busta 81 della raccolta Curatolo al museo del Risorgimento di Milano.

PS: Epoche parallele, opinioni diverse. Ma oggi, 150 dopo, "vince" l'unità degli italiani o ha vinto il Vaticano? Ma oggi chi comanda di più nelll'Italia unita, il Capo dello Stato Italiano o il Vaticano?
A mio modestissimo parere, da molto tempo ormai "Garibaldi si stà girando nella sua tomba...."!
Un saluto da Umberto Marabese

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