In codice si chiamava ‘Operazione Thesaurus’ e in seguito ‘Operazione Rubicon’. E Robert Aldrich, che in clandestinità ci ha lavorato per due anni e che oggi insegna Sicurezza internazionale all’Università di Warwickintervistato da Il Fatto Quotidiano ha dichiarato che si è trattato della “più grande rapina della storia dal Dopoguerra”. Chi ha unito i pezzi del puzzle, con tutte le verifiche e i riscontri del caso, è stata un’inchiesta congiunta di Washington Post, dell’emittente tedesca Zdf e della svizzera Srf. In pratica la Crypto AG forniva a tantissimi Stati a suon di milioni di dollari le macchine per criptare i messaggi e i cablo diplomatici che poi però venivano consegnati alla Cia e alla centrale di intelligence tedesca Bnd, i cui uomini venivano messi in grado di decifrare i codici e dunque di decodificare anche le comunicazioni più riservate e segrete. Una procedura descritta nei dettagli anche da Aldrich. I sospetti sul doppio gioco della Crypto AG cominciarono a circolare molti anni fa, ma la difficoltà è stata sempre quella di trovare delle prove concrete. Tanti però gli Stati (compresa l’Italia) che nel tempo hanno disdetto i contratti con la società elvetica che ha il suo quartier generale nella città di Zugo. L’inchiesta di Washington Post, Zdf e Sfr ha portato a individuare gli ex 007 che hanno coordinato il programma di spionaggio attraverso la Crypto AG e i manager del gruppo incaricati di attuare quel programma.---