venerdì 20 dicembre 2019

Processo a Salvini, i dubbi di Italia Viva. I numeri ora sono in bilico

Processo a Salvini, i dubbi di Italia Viva. I numeri ora sono in bilico

I favorevoli all’autorizzazione a procedere sono in teoria 12, contro 11 contrari. Se i tre senatori renziani facessero mancare il loro appoggio il verdetto della giuna del Senato si ribalterebbe



Concedere l’autorizzazione procedere per Matteo Salvini indagato per il caso Gregoretti? «Dal punto di vista umano e politico lo abbiamo già giudicato. Dal punto di vista giudiziario i nostri colleghi in giunta per le autorizzazioni leggeranno le carte e valuteranno nel merito cosa fare»: Davide Faraone, esponente di Italia Viva lancia il sasso nello stagno. Il suo partito tiene il giudizio in sospeso riguardo al processo contro l’ex ministro dell’interno e i numeri necessari per l’autorizzazione a procedere sono ora in bilico. Se infatti i renziani diranno no, Salvini potrebbe essere «graziato» dalla giunta per le autorizzazioni a procedere. «Non siamo giustizialisti e non siamo abituati ad utilizzare temi giudiziari per trarre benefici nella lotta politica» aggiunge Faraone . Linea ribadita anche dal deputato Marco Di Maio: leggere le carte e solo dopo decidere....
I numeri in campo
La giunta per le autorizzazioni a procedere del Senato dovrebbe votare sul caso della Gregoretti (nave della Marina italiana con 131 migranti a bordo alla quale, nel luglio scorso, fu impedito lo sbarco per cinque giorni) il 9 o 10 gennaio. I numeri, come detto, sono molto stretti. In teoria contro Salvini dovrebbero votare l’unica esponente del Pd (Anna Rossomando), 6 grillini, l’ex presidente del Senato Pietro Grasso e l’ex M5S Gregorio De Falco più i tre di Italia Viva. Totale 12 voti. Sul fronte opposto sono schierati Lega (5), Forza Italia (4), Fratelli d’Italia (1, il presidente della giunta Maurizio Gasparri) ai quali potrebbe aggiungersi l’esoponente sudtirolese Durnwalder. E farebbero 11. A questo punto se i renziani dovessero farsi da parte, il verdetto verrebbe ribaltato e la giunta non potrebbe dare il via libera al processo contro Salvini.
La Lega: «Palazzo Chigi sapeva»
Quest’ultimo, intanto, ribadisce la sua linea di difesa: la decisione di bloccare la nave Gregoretti fu presa collegialmente dal governo, esattamente come era avvenuto nel caso della Diciotti (quando fu negata l’autoirizzazione a procedere). «Il senatore Matteo Salvini ha conservato copia delle interlocuzioni scritte avvenute a proposito della Gregoretti - fanno sapere fonti della Lega -. Si tratta di numerosi contatti anche tra ministero dell’Interno, Presidenza del Consiglio, ministero degli Affari Esteri e organismi comunitari. Era stata contattata anche la Cei». Si tratta di una risposta a quanto affermato ieri da Palazzo Chigi secondo il quale l’argomento non fu discusso in consiglio dei ministri e nessuna decisione fu quindi condivisa.

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