Il Consiglio dei ministri è fissato alle 18. Anzi no, è anticipato alle 16. Contrordine: la riunione si terrà non prima delle 21. Alle cinque e mezzo del pomeriggio arriva la convocazione ufficiale: appuntamento alle 19. La schizofrenia sull’orario del Cdm è imposta dal caos che regna dentro la maggioranza. L’ultima grana si chiama Sicilia. I renziani, ancora una volta, accendono la miccia: le norme sul disavanzo previste dal Milleproroghe devono cambiare. E così le ore passano a rimettere mano ai testi, a cercare nuovi equilibri, tecnici sì ma che abbiano la forza di reggere quelli politici. E poi ci sono i 5 stelle, che premono per un via libera al Piano per l’innovazione fermato dal Pd appena due giorni fa. Nella lista anche il nodo della revoca della concessione ad Autostrade, con Di Maio che insiste e Italia Viva che continua a dire no....
Sono le due del pomeriggio quando a palazzo Chigi si prende consapevolezza che la carne al fuoco è così tanta che c’è bisogno di prendere tempo. Alle 14.15 parte la chiamata ai ministeri per avvisare che la riunione del Cdm è confermata per oggi, ma non prima di sera. Alla Camera sono in corso le dichiarazioni di voto per la fiducia alla manovra, arrivata blindata al suo step finale, con le opposizioni sul piede di guerra e la Lega, in particolare, pronta a ricorrere alla Consulta. “Con tutto questo caos non si capisce neppure come faremo ad affrontare tutte le questioni che sono ancora irrisolte”, confida una fonte ministeriale a Huffpost.
La situazione è già incandescente. Luigi Marattin, il frontman dei renziani, a mezzogiorno ha dato il là: “In Cdm è prevista l’approvazione di una norma che è un dito in un occhio a tutti gli amministratori pubblici che si fanno in quattro per rispettare le regole”. Il riferimento è all’attuazione dello Statuto della Regione siciliana sull’armonizzazione dei sistemi contabili. Per Italia Viva bisogna riscrivere la norma che prevede che il “disavanzo 2018 possa essere spalmato in dieci anni”. In alternativa - è la richiesta - si devono ripristinare gli obblighi di risanamento inseriti dal governo Renzi nel 2016 e cancellati l’anno scorso dal Conte I. Passa mezz’ora è in sostegno di Marattin arriva Davide Faraone, senatore di Iv, siciliano. La questione viene politicizzata: “Musumeci proponga riforme utili ai siciliani e tagli alle spese inutili, solo così avrà le carte in regola per chiedere di aver spalmato il debito. Non si possono firmare cambiali in bianco ad un presidente di Regione totalmente immobile”.
Alle tre del pomeriggio arriva un altro scossone. Dal Libano, dove è in visita, Di Maio rilancia contro Autostrade, che domenica sera ha minacciato di rescindere dalla Convenzione, con un risarcimento annesso di 23,5 miliardi. “Dopo la morte di quaranta persone col Ponte Morandi il minimo che possiamo fare è togliere concessioni a Benetton che non ha fatto manutenzione”, dice il capo politico del Movimento 5 stelle. C’è un passaggio che è cruciale in vista del Consiglio dei ministri e del vertice di maggioranza che dovrebbe seguire: “Non è la linea del M5s, ma quella del governo”. I renziani, però, sono contrari. E poi c’è il Piano per l’innovazione digitale, che il Pd aveva bloccato al Consiglio dei ministri di sabato scorso. I 5 stelle stanno mettendo mano alle norme. “Alcune cambieranno, altre però no, ma l’obiettivo è uno e cioè che già con il Milleproroghe si parta”. Anche questo dossier finisce sul tavolo di palazzo Chigi. Quantomeno una certezza c’è: l’orario di inizio dei giochi. Appuntamento a palazzo Chigi alle 19.----
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