Vladimir Putin, durante l’incontro coi massimi gradi militari, il 24 dicembre, ha voluto ricordare i rapporti che la Polonia aveva intrattenuto con la Germania nazista nei due anni precedenti la seconda guerra mondiale: “Praticamente avevano computo un intesa con Hitler. Risulta chiaro dai documenti d’archivio”.
Ha ricordato come l’ambasciatore polacco a Berlino di allora: aveva promesso di fare un bel monumento a Varsavia a Hitler dopo che questi aveva “proposto di inviare gli ebrei in Africa” . L’ambasciatore polacco di allora, di nome Jozef Lipski, l' ha bollato come “un porco antisemita”…
Sapendo benissimo dove far male: è noto la Varsavia una spinosissima questione con la nota lobby: essa pretende di ottenere dalla Polonia un enorme risarcimento per le “vittime ebraiche” dell’Oloché viventi allora i Polonia, i cui beni mobili e immobili sono stati presi da polacchi. Quanto? La modesta cifra di 300 miliardi di dollari – il 60% del Pil .
Il guaio è che gli Stati Uniti addirittura sostiene questa pretesa e per legge: nel 2017, camera e senato USA hanno approvato – all’unanimità – legge « Justice for Uncompensated Survivors Today (JUST) Act » … Varsavia sta cercando notoriamente di sostenere la tesi che loro hanno sofferto sotto lo stivale del Reich almeno quanto la popolazione ebraica.
Ora, se adesso si scopre che il governo di allora era “antisemita” come i nazisti, la debole difesa di Varsavia contro l’onnipotente lobby ebraica va a catafascio.
Si nota l’allusione di Putin dai documenti d’archivio: chissà cosa può uscire da quegli archivi.
Il guaio è che oggi Varsavia si è consegnata mani e piedi a Washington come difensore e per regolare i conti con Mosca: “La Polonia è il paese più filo-Americano e anti-russo di tutta Europa” scrive Israel Shamir: S’è lasciata riempire di carri armati, di lanciamissili e di basi americane; è la base avanzata dell’impero; ha persino abbattuto le querce millenarie di Bialowieza alla frontiera con la Bielorussia per aprire la strada ai carri americani”…
Anzi: “La Polonia vuole rimpiazzare la Germania come partner privilegiato degli USA in Europa, profittando della diffidenza americana verso Berlino per il Nord Stream II”, valuta Andrey Koribko: che ricorda anche il progetto Intermarium che unisce Baltico e Mar nero interessando gli 11 paesi dell’Europa centrale e orientale (che prima stavano nel patto di Varsavia)…
“Varsavia si isola sempre più dalla UE, nel momento in cui la NATO sta traversando una crisi di sistema, mettendo in forze le promesse di sicurezza di cui Varsavia fida troppo”. È il parer di Jerzy Novak, ex ambasciatore della Polonia presso la NATO.
E SE la Polonia subisce un’aggressione, ragiona, “non è che la comunità occidentale correrà con le sue forze”. Fa notare che Trump ha fatto dubitare che applicherà l’articolo 5 della NATo. Emmanuel Macron, senza consultare gli alleati, ha cambiato la sua politica verso la Russia; lasciamo perdere un alleato come Erdogan.
Col nostro anti-russismo e filo-americanismo primario, “Ci siamo messi dentro un tunnel senza alcuna possibilità di manovra e non siamo in condizione di influenzare la politica USA…Se qualcosa cambia d’’improvviso e cambia l’avvicinamento fra Europa e Russia, resteremo soli”
Fra le provocazioni della Polonia verso Mosca, certo indimenticabile è parte che Varsavia ha avuto nel progetto della Nuland per provocare il golpe di piazza Maidan, addestrando persino i cecchini che non hanno sparando insieme sulla folla dei manifestanti e sui poliziotti.
Ciò, dopo che nel 2010, Putin aveva riconosciuto la responsabilità sovietica nel massacro di Katin, le migliaia di ufficiali polacchi massacrati dal NKVD: offerta di alto significato politico troppe presto dimenticata-
Si apprende che il ministero degli esteri polacco ha convocato l’ambasciatore russo, colloquio che quest’ultimo ha definito ha definito “difficile ma corretto”.
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