Nomine Rai, autonomie, Ilva, Alitalia, Commissione banche, sugar tax, plastic tax....La lista dei dossier diventa lunghissima. In attesa della fantomatica verifica
Claudio Paudice -Giornalista, L'HuffPost
Finalmente la lotteria degli scontrini per il contrasto all’evasione fiscale, ma senza fretta, se ne parla a luglio. La sugar tax a ottobre, la Commissione Banche chi lo sa. E l’abolizione del superticket? Ci sarà ma solo da settembre, un mese prima dell’entrata in vigore della stretta agli sconti sul gasolio per l’autotrasporto. Il tetto di tremila euro al contante verrà abbassato a duemila, ma non prima del 1° luglio quando i cittadini faranno i conti per la prima volta con la plastic tax. E la nuova norma sulle intercettazioni? Anche questa doveva entrare in vigore a gennaio ma la questione è rimandata al 30 giugno. È l’arte del rinvio elevata a pratica di un Governo che quando non sa decidere, sceglie semplicemente di non decidere.
L’importante è che ci siano le coperture, ma in caso contrario una soluzione si trova sempre. La solita: clausole di salvaguardia sull’Iva o sulle accise diesel e benzina. L’esecutivo, dopo aver infatti propagandato la sterilizzazione per quest’anno degli aumenti automatici dell’imposta sui consumi, ne ha introdotti di nuovi per 1,2 miliardi sulle accise dei carburanti per il 2021, più altri nel biennio successivo. Perché non c’è nulla che non si possa rimandare, anche il reperimento delle risorse....
Il rinvio come modus operandi non conosce limiti, si può applicare a tutto: alla politica fiscale, a quella industriale, alle nomine, ai trattati internazionali. Tutto posticipato, in attesa della tanto attesa verifica di Governo di inizio 2020. Il Mes è un caso emblematico: il premier e il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri sono riusciti a ottenere in sede europea il rinvio della firma alla riforma del Fondo Salva-Stati, nonostante sia risaputo - per loro stessa ammissione - che il testo è “inemendabile”. Risultati che poi vengono anche raccontati come successi politici.
Sul fronte interno per dire, adesso il Governo è sotto scacco del gruppo franco-indiano ArcelorMittal. I commissari dell’ex Ilva hanno presentato istanza di rinvio al giudice civile, in attesa che la trattativa tra Governo e la multinazionale dell’acciaio trovino un accordo per salvare l’impianto siderurgico di Taranto e limitare al massimo gli esuberi. In questo modo si punta a ottenere altro tempo, presumibilmente fino a metà gennaio. Ma se allora non si raggiungerà un’intesa di massima, la controparti dovranno discutere la causa davanti al giudice Marangoni.
L’ultimo rinvio riguarda le nomine delicate alla guida delle testate e delle reti Rai, dopo l’impasse già registrato su AgCom e Garante della Privacy. Dovevano arrivare sul tavolo del consiglio di amministrazione di oggi, ma i veti incrociati tra il Pd e 5 Stelle hanno portato all’ennesimo stallo. “Le notizie sulla situazione in Rai non possono che preoccupare. Una grande azienda con una funzione cruciale è priva di riferimenti”, ha detto il vicesegretario Pd Andrea Orlando, ben consapevole che ritardi e rinvii alla lunga sfiancano. D’altronde le nuove norme sulle intercettazioni che portano il nome dell’ex ministro della Giustizia ancora non sono entrate in vigore. Gennaio 2020 era il momento giusto ma con il Milleproproghe la riforma è slittata di altri sei mesi: è il quarto rinvio. La ragione è sempre la stessa, serve del tempo per trovare una intesa tra Pd, M5S e Italia Viva. Tutto bloccato, come la trattativa per chiudere la vendita di Alitalia, arrivata all’ottavo rinvio dopo il passo indietro fatto da Atlantia a novembre.
C’è poi tutto il pacchetto fiscale, spalmato tra manovra e decreto collegato. Il Governo ha praticamente trascorso la sessione di bilancio a sterilizzare le stesse tasse che aveva introdotto con la sua legge di Bilancio a metà ottobre. Poco importa se ora la Camera dei deputati non avrà tempo per emendare la manovra perché una terza lettura al Senato allungherebbe i tempi ed esporrebbe il Governo al rischio di esercizio provvisorio. E quindi: la plastic tax che rischiava di creare più di qualche problema al Governatore uscente dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini in vista della sfida elettorale di gennaio non entrerà in vigore prima di luglio: sei mesi di tempo e impatto ridotto. La cosiddetta sugar tax - che ha fatto già arrabbiare un colosso come la Coca Cola - invece è introdotta con la legge di Bilancio di quest’anno ma non sarà in vigore prima di ottobre. La lotteria degli scontrini era prevista per gennaio ma è slittata a luglio, allineandosi a tutto il pacchetto cashless. Infatti anche la riduzione del tetto al contante per il contrasto all’evasione fiscale entrerà in vigore a metà anno: passerà da tremila a duemila, e dal 2022 tornerà alla soglia di mille in vigore prima del Governo Renzi. Infine, lo stop alle agevolazioni delle accise sul gasolio commerciale per l’autotrasporto per i veicoli Euro 3 è stato rinviato a ottobre, grazie a un emendamento del Governo al Senato.
Ora che è scoppiato il caso della Popolare di Bari, il Governo potrebbe finalmente accelerare sulla nuova Commissione Banche ma anche qui i dissidi tra i partiti di maggioranza sulla presidenza hanno bloccato tutto. Elio Lannutti, indicato in un primo momento dal M5S per la presidenza, ha annunciato il suo passo indietro e restano in lizza Ruocco e Alvise. Nel frattempo le forze che sostengono il Governo stanno lavorando da giorni all’ennesima riforma della legge elettorale, prevedendo di presentarla entro dicembre. Nulla da fare: “Prima di Natale faremo il punto come maggioranza sulla legge elettorale e subito dopo le feste, la prima settimana di ripresa dei lavori dopo l’Epifania, depositeremo una proposta di legge elettorale”, ha detto Giuseppe Brescia. Sull’Autonomia il governo sembrava aver trovato una quadra con i Governatori di Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna. Invece è ancora stallo, dopo il vertice notturno di maggioranza di due giorni fa nel quale i renziani hanno chiesto di affrontare prima tutti i nodi nel Governo, a partire dalla giustizia.
Una buona notizia però c’è: il Governo ha abolito il superticket, quell’odioso balzello da dieci euro sulle impegnative che si aggiunge al ticket sanitario regionale. La cancellazione è stata introdotta con la legge di Bilancio di quest’anno. Quindi da gennaio già si potrà risparmiare? Ovviamente no, se ne parla a settembre.
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