Il casus belli è la norma inserita nel decreto Milleproroghe che stabilisce, in casi eccezionali, il trasferimento immediato del controllo delle strade e della rete all’Anas
di GOFFREDO DE MARCHISScontro totale tra governo e Autostrade (Aspi) sulla revoca della concessione. La società gestita da Atlantia (la famiglia Benetton) va al contrattacco e con una lettera formale spedita a Palazzo Chigi, al ministero dei Trasporti e al ministero dell’Economia dice: allora la risoluzione del contratto la facciamo noi.
Con tutte le conseguenze del caso: risarcimento del 100 per cento del valore della concessione (23 miliardi di euro) in ragione dei "molteplici diritti e principi sanciti dalla Costituzione e dal diritto comunitario, incluso il rispetto del principio di affidamento e a tutela del patrimonio della Società e di tutti gli stakeholders", si legge nel testo spedito al governo....
Ma la risposta di Palazzo Chigi e del ministro Paola De Micheli è altrettanto dura: minaccia inaccettabile, non in linea con il ruolo di un concessionario di un bene dello Stato. A borse chiuse dunque l’esecutivo decide di aprire il braccio di ferro.
Il casus belli è la norma inserita nel decreto Milleproroghe che stabilisce, in casi eccezionali, il trasferimento immediato del controllo delle strade e della rete all’Anas. Uno strumento che serve a sbloccare molti cantieri fermi ma che potrebbe avere anche un effetto diretto sulla revoca della concessione chiesta a gran voce dal Movimento 5 stelle dopo il crollo del Ponte Morandi. Autostrade per l’Italia chiede esplicitamente di cambiare l’articolo 33 del Milleproroghe, di cancellarla. Altrimenti l’arma finale è la risoluzione del contratto: se ne vanno loro prima di essere cacciati. Per il governo è un’arma spuntata.
La Corte dei Conti non accetterebbe mai una fine simile del contratto, il valore sul mercato del titolo Atlantia avrebbe delle ricadute molto negative proprio sugli stakeholders richiamati nella lettera.
Comunque è muro contro muro. Con la maggioranza spaccata perché Italia Viva ha gi fatto capire di non voler “punire” Autostrade senza aver prima seguito tutte le procedure. A gennaio è attesa la decisione del governo, non facile. Ma la lettera di Aspi non aiuta.----
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