L’intervista al pemier libico che difende l’accordo con la Turchia nonostante le ferme proteste italiane ed europee.
Il premier a Tripoli non nomina mai Khalifa Haftar, lo chiama «l’aggressore». Difende l’accordo con la Turchia nonostante le ferme proteste italiane ed europee. «Siamo un governo sovrano abbiamo il diritto di difenderci. Se l’Italia o altri Paesi come la Grecia hanno obiezioni circa il nostro memorandum con Erdogan sulle acque territoriali possono ricorrere ai tribunali internazionali». Poi Serraj aggiunge: «Cosa vi aspettate voi italiani? Che noi a Tripoli si stia passivi a guardare mentre l’aggressore distrugge la nostra capitale, uccide civili, bombarda le nostre case?». Serraj dice che a suo parere il progetto di conferenza a Berlino potrebbe essere utile, ma ancora non si vedono risultati concreti in Libia. Usa parole dure contro la Grecia che manda il suo ministro degli Esteri a parlare con il governo di Bengasi e Tobruk non riconosciuto dalla comunità internazionale, mentre Haftar ordina il sequestro di una nave turca di fronte a Derna.
22 dicembre 2019 | 14:00
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