PS: << Ben tornato Beppe! L’ipotesi “Italexit” del leader genovese, risorge
l’antieuropeismo per tenere testa a Salvini?...chi lo afferma non rammenta che
proprio Beppe ha lanciato questo referendum, era l'8 giugno del 2015, prima ancora
di Salvini...!
(www.ilblogdellestelle.it/2015/06/referendum_sulleuro_consegna_delle_firme.html)
umberto marabese
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Come uno sfogo che teneva lì, in pancia, pronto a esplodere, il ruggito di Beppe
Grillo è tornato al suo classico repertorio. Un vaffa liberatorio contro tutto quello
che è stato raccontato in questi mesi, e soprattutto contro tutto quello che è stato il M5S. Di
fatto, l’intervista rilasciata dal comico genovese al settimanale francese Putsch,
prima ancora
Grillo è tornato al suo classico repertorio. Un vaffa liberatorio contro tutto quello
che è stato raccontato in questi mesi, e soprattutto contro tutto quello che è stato il M5S. Di
fatto, l’intervista rilasciata dal comico genovese al settimanale francese Putsch,
prima ancora
che una chiamata alla trincea contro tutti i partiti, è una sconfessione della linea
europeista di Di Maio, indossata dal resto dei 5 Stelle con un po’ di imbarazzo: «Ho
proposto un referendum per la zona euro. Voglio che il popolo italiano si esprima.
Il popolo è d’accordo? C’è un piano B? Bisogna uscire o no dall’Europa?». Un
referendum sull’euro? Ancora? Ma Di Maio non aveva detto che non c’era più
bisogno del referendum e che la casa dell’Italia era l’Europa?...
Il popolo è d’accordo? C’è un piano B? Bisogna uscire o no dall’Europa?». Un
referendum sull’euro? Ancora? Ma Di Maio non aveva detto che non c’era più
bisogno del referendum e che la casa dell’Italia era l’Europa?...
Invece Grillo si spinge ben oltre se stesso ed evoca addirittura una sorta di Italexit,
un
un
addio alla vecchia acciaccata Unione che sembra riposizionarlo, in competizione con
Matteo Salvini, sullo stesso terreno di un risorto antieuropeismo. No a governi
tecnici manovrati da Bruxelles: è l’argomento forte della Lega e ora torna a essere
arma in
tecnici manovrati da Bruxelles: è l’argomento forte della Lega e ora torna a essere
arma in
mano ai grillini.
Di Maio non può che adeguarsi. Vista sfumare la sua premiership fa impennare i toni
delle sue dichiarazioni e manda in soffitta tutta la retorica sulla responsabilità con
cui
cui
aveva conquistato la fiducia di Sergio Mattarella e con la quale aveva addomesticato
il
il
M5S. «Il governo di tregua è un tradimento del popolo» accusa, e altro non è che
l’eco
l’eco
delle parole offerte da Grillo ai francesi: «In Italia c’è stato un colpo di Stato alla
rovescia», in cui è stata «usata la democrazia per distruggerla e per impedirci governare».
Allora cos’è la democrazia? Si chiede Grillo: «la democrazia dovrebbe permettere a
chi raccoglie più voti di governare». Per il comico «Oggi siamo in post-democrazia»,
e il fallimento delle trattative di Di Maio, che, sotto la regia di Mattarella, vedevano come
chi raccoglie più voti di governare». Per il comico «Oggi siamo in post-democrazia»,
e il fallimento delle trattative di Di Maio, che, sotto la regia di Mattarella, vedevano come
perno di un qualsiasi governo il M5S, permette a Grillo di riesumare la bandiera della democrazia partecipata, diretta, lontana da quella rappresentativa, che si esalta nel
sistema proporzionale, che il capo politico aveva legittimato.
«Con la nostra “Rousseau” - spiega il fondatore del Movimento - si fa un referendum
ogni settimana senza dover raggiungere un quorum. Noi non vogliamo governare,
noi vogliamo dare alle persone gli strumenti per rappresentarsi da sole».
ogni settimana senza dover raggiungere un quorum. Noi non vogliamo governare,
noi vogliamo dare alle persone gli strumenti per rappresentarsi da sole».
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