domenica 20 maggio 2018

Maurizio Blondet - MERKEL dà un po’ di ragione a Putin (lo permetterà il padrone?)

MERKEL dà un po' di ragione a Putin (lo permetterà il padrone?)

Merkel incontra Putin  per  la seconda volta in meno di un mese  e – oh sorpresa – sulla Siria si è avvicinata alle posizioni russe. Lo ha fatto menzionando esplicitamente il  il processo di Astana – una vera novità da parte di un membro dell’Alleanza Occidentale. Ad Astana, Russia, Iran e Turchia hanno assunto il ruolo di garante per le zone di sicurezza  della Siria . Finora, le potenze occidentali hanno voltato le spalle ad Astana –  al modo occidentale, ossia   non rifiutandolo o criticandolo,  ma ignorando, come se non esistesse. Per l’Occidente, esistono solo i colloqui di mediazione di Ginevra, in teoria sotto l’egida dell’ONU,  in realtà gestite dal “Piccolo gruppo americano sulla Siria” (Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Arabia Saudita e Giordania), ossia i gestori dell’esercito jihadista scatenato contro Assad. Insieme a Putin,  Merkel ha ora affermato che il processo di Astana e i colloqui di mediazione dell’ONU a Ginevra dovrebbero essere armonizzati.  Ha anche aggiunto  ha affermato che ora è il momento di avvicinarsi alla riforma costituzionale in Siria. Questo è esattamente ciò che i russi hanno a lungo proposto e perseguito con insistenza .  Ha evitato  di denunciare il coinvolgimento militare dei russi in Siria, fino ad allora pratica comune occidentale quando si trattava della Siria.
La prossima settimana toccherà a Macron andare in pellegrinaggio a Sochi:  molto indebolito all’interno dal fallimento del suo  progetto europeista di coinvolgere la Germania in una vera unione monetaria, considerato dal 70% dei francesi “inquietante”, e dal 69% “sprezzante ed autoritario”  –...



vedremo se anche lui si riavvicinerà a questi piccoli passi a Mosca, dopo il noto   sforzo bellico francese  anti-Assad con  i lanciamissili poco funzionanti.
Alla Cancelliera,  tale concessione costa poco. Nel Nord della Siria s’è sistemata la Turchia e Erdogan non ha lasciato dubbi che  la sua sarà una occupazione permanente. Ad Est, gli americani si sono stabiliti con 15 basi militari. Israele  non fa mistero di volersi tenere le alture del Golan per sempre, e i russi hanno dimostrato (durante gli ultimi raid israeliani su presunti bersagli iraniani in Siria) di non potere o non volere opporsi.  I russi tengono saldamente  l’Occidente siriano.  Lo spazio per uno stato laico e  garante delle etnie e minoranze religiose come era la Siria di Assad, non sembra grande.
Piuttosto, quando Putin ha criticato le sanzioni   europee contro la Siria provocano una gratuita sofferenza alle popolazioni civili e  impediscono la ricostruzione, la Merkel (che qui potrebbe far molto) non ha risposto, ma  ha chiesto che Putin esercitasse la sua influenza in modo che coloro che erano fuggiti dal paese   (non volendo sostenere né Assad né i jihadisti) non fossero stati espropriati in loro assenza.

Salvare il Nord Stream 2 (dal padrone americano)

Il  motivo vero dell’incontro, però,  e il meno trattato nella conferenza-stampa  comune, è  naturalmente il NordStream 2, il  raddoppiato gasdotto sotto il Baltico,  oggi  al centro della vera e propria tempesta di sanzioni, minacce di dazi e atti ostili che “l’alleato americano” sta facendo grandinare sulla UE,  e la Germania in  particolare.
“Gli Stati Uniti si oppongono  espressamente  al progetto di gasdotto tedesco-russo Nord Stream “, ha scritto il Deutsche Wirtschafts Nachrichten: “gli americani vogliono abbattere il progetto nonostante gli sforzi del governo tedesco per un compromesso.”Useremo tutti i nostri poteri di persuasione”, ha detto qualche giorno fa Sandra Oudkirk, rappresentante dell’energia del Dipartimento di Stato americano, a Berlino: “Saremmo felici se il progetto non si concretizzasse”. Gli Stati Uniti affermano che i paesi dell’Europa orientale diventeranno più russi  esposti alla pressione russa.   “Le garanzie dalla Russia non sono affidabili”, ha detto.  In passato, la Russia aveva temporaneamente interrotto il rubinetto del gas in conflitto con l’Ucraina e colpito altri paesi dell’Europa orientale.Il Mar Baltico, attraverso il quale il gasdotto deve funzionare, è anche una regione militarmente sensibile.
La questione delle possibili sanzioni statunitensi nei confronti delle società o dei paesi partecipanti non è stata ancora avanzata esplicitamente dalla Oudkirk .Ha sottolineato, tuttavia, che le condizioni sono state create negli Stati Uniti l’anno scorso.
“Gli americani vogliono che gli europei acquistino il gas naturale liquefatto (LNG) negli Stati Uniti.Con questa offerta le quote di mercato dei russi dovrebbero essere cacciate via.Il partner più importante degli Stati Uniti è la Polonia, che è in concorrenza con la Germania per la posizione di hub energetico europeo.
“Gli stati del Nord  dell’UE, che sono anche in gran parte contrari al Nord Stream 2, hanno deciso mercoledì di proporre l’idea di offrire agli Stati Uniti l’acquisto di GNL per contrastare le tariffe punitive”. Quindi i satelliti economici della Germania le si rivoltano contro e si alleano con “l’alleato” per affossare il bellissimo affare energetico con Gazprom.
Ed è solo uno dei problemi.
C’è  la  questione del trattato antinucleare con l’Iran che Washington ha stracciato e Mosca mantiene come valido. Anche la UE vorrebbe  tanto tenerlo valido, resistere,  resistere alle sanzioni USA  contro le sue aziende; affermare il principio di civiltà e diritto, come giustamente richiede Teheran, che “pacta sunt servanda”, anche se il barbaro atlantico li straccia come pezzi di carta.   Ebbene: hanno già ceduto. La Total ha annunciato che non darà seguito al progetto South Pars II e metterà fine a  tutto entro il novembre 2018, a meno che le autorità americane non  gli concedano una deroga, una piccola dilazione  –  Macron  bacia la mano al pugno che lo percuote. “La decisione di restare o no in Iran sta alle aziende francesi. Quelle in particolare che hanno esposizioni in diversi paesi,  fanno scelte che sono loro proprie in funzione di interessi  che sono i loro”.

La Ue esiste per  proteggere l’export di Mercedes?

Eppure l’Europa avrebbe in mano le armi per rispondere:  applicare non già sanzioni, ma le norme legali su Facebook,  Apple,  Twitters,  Netflix, les Microsoft,  Google, (FANG) che fanno miliardi in Europa violando le nostre norme su la raccolta di dati  e la loro proprietà,  la nostra fiscalità, persino la nostra sicurezza nazionale.  Basterebbe applicare alle FANG le nostre leggi per far crollare il loro “business model” e quindi, i loro profitti e le loro  azioni.
Ma come? Ne soffrirebbe la Germania, col suo mostruoso export verso gli Usa. Per scongiurare la guerra dei dazi, Pechino, che ha in corso trattative, avrebbe  offerto a Washington di ridurre il suo surplus commerciale con gli Stati Uniti di 200 miliardi di dollari, essenzialmente attraverso  l’importazione di merci americane in  Cina.  Anche se la cifra è stata poi smentita dai cinesi,  è certo che Pechino ha offerto qualcosa del genere, cosciente  che il deficit commerciale americano verso la Cina è stato, l’anno scorso, di 375 miliardi di dollari, quindi è squilibrato.
Sono guai  che si annunciano per Angela Merkel e la sua Germania tossico-dipendente dall’export, che esporta 10 volte più della Cina e il cui primo importatore  sono gli Stati Uniti.  La  popolarità della Cancelliera è fortemente legata a questi ”successi”, dubbi perché   illegali  secondo le norme europee,  squilibranti (il surplus germanico è in parte la causa dei passivi degli altri paesi dell’eurozona), esposti alle critiche  del FMI (“La Germania tagli il surplus” , Cristine Lagarde) e soprattutto ai fulmini di Trump, che ha recentemente minacciato di applicare dazi del 20% sulle auto tedesche importate (il 20% è più o meno  la sottovalutazione dell’euro: la Germania esporta in una  moneta per lei sottovalutata del 20,  mentre noi esportiamo con un euro sopravvalutato).
Dal Deutsche Wirtschafts Nachrichten:
“Trump ha rinnovato le sue critiche alla politica commerciale dell’UE e in particolare alle case automobilistiche tedesche. “la UE tratta malissimo gli Stati Uniti nel commercio” ha detto Trump giovedì scorso, a margine di un incontro con il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg a Washington.   C’è un flusso di veicoli come Daimler e BMW negli Stati Uniti, senza ostacoli. “Pagano una piccola tassa mentre l’Unione europea richiede un’imposta enorme.  È molto difficile per noi vendere auto nell’Unione europea”.  Altro  esempio, la maggior parte degli agricoltori americani non può vendere i loro prodotti nell’UE.
“Una critica speciale che Trump ha espresso alla Germania a causa della sua visione della bassa spesa per la difesa.La Repubblica federale deve dimostrare leadership nella NATO e affrontare gli anni di deficit, ha detto Trump giovedì in un incontro con il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg a Washington.La Germania trae vantaggio dall’alleanza molto più degli Stati Uniti.Allo stesso tempo, Trump ha elogiato altri membri, come il Regno Unito e la Polonia, per mantenere l’obiettivo di spesa del due per cento rispetto alla produzione economica. “Il due per cento è una proporzione bassa.La proporzione dovrebbe essere effettivamente del quattro percento. ”
Naturalmente, la risposta dell’Europa dovrebbe essere:  non abbiamo bisogno della protezione speciale americana, visto che è lei che  ci ha resa nemica la Russia,per scopi che non sono nel nostro interesse. Ma per dare una simile risposta ci vorrebbe  qualcuno di diverso della Merkel. E di una Germania che dipende dai suoi primati folli nell’export, esposti quindi alle rappresaglie del cosiddetto “alleato”americano.
Ovviamente ognuno per sé – altro che “Unione” Europea – a tenere i piedi in due staffe per salvare il business .  La Merkel va a rabbonire Putin, ma guai se un governo italiano chiede  la fine delle  sanzioni a Mosca. Pare che la UE debba esistere per difendere il surplus tedesco e le sue esportazioni di Mercedes in Usa.
Ne fanno fede  le dichiarazioni del  nuovo commissario del governo federale per la Russia, Dirk Wiese  (SPD), alla vigilia dell’incontro della Merkel con Putin. Egli ha detto che il Nortstream2 è  “soprattutto” è un progetto imprenditoriale.  Ossia non ha nulla di politico (riconosciamo qui la fatale deriva  dell’Unione Europea, di de-politicizzare ogni conflitto reale, riducendolo ad economico) .  Wiese ha respinto che esista una cosiddetta equidistanza della Germania e dell’UE nei confronti degli USA e della Russia: “Rimane  il chiaro impegno per le relazioni transatlantiche. Gli Stati Uniti e l’UE appartengono alla stessa comunità di valori “, ha affermato Wiese.   “Le sanzioni imposte in relazione alla crisi ucraina hanno ancora la loro importanza e validità ….Gli interessi dell’Ucraina come paese di transito del gas saranno presi in considerazione,  così come l’iniziativa dei tre mari”.

“Ucraina continuerà ad essere paese di transito del gas russo”

Infatti, la Merkel ha rabbonito la giunta di Kiev, ovviamente molto contraria al gasdotto del Baltico, e  potente presso Washington, sostenendo che, nonostante il NordStream2, l’Ucraina dovrebbe continuare a svolgere un ruolo di paese di transito per il gas naturale russo, che è “l’interesse strategico” dell’UE.
L’Ucraina riceve attualmente circa tre miliardi di euro di tasse di transito, e la Cancelliera cerca di mantenerla e coinvolgerla in un accordo energetico russo-europeo –  ma   naturalmente senza arrivare a una soluzione del conflitto,   perché ciò  non è nei desideri dell’alleato. L’infrastruttura ucraina è  in rovina. Putin ha accettato che l’Ucraina possa svolgere un ruolo, ha detto, ma solo  se è “economicamente sostenibile”. Putin si riserva quindi il diritto di assegnare la decisione formale alla società statale Gazprom.
E  se la Germania e la Russia in Siria e Ucraina possano  cooperare, dipende da Washington. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, tuttavia, come ha notato Putin,  è un uomo d’affari, che cerca mercati per il gas liquefatto americano, GPL. Subito d’accordo è stato  il ministro dell’Economia e dell’Energia della Germania Peter Altmaier.
“Gli Stati Uniti sono alla ricerca di mercati, siamo solidali con questo e siamo pronti a fare in modo che questo gas raggiunga più facilmente la Germania. Anche se  al momento rimane molto più costoso del gas fornito attraverso il gasdotto”. Germania ed altri Stati UE ne compreranno , così tutti saranno contenti, e  le opposizioni al gasdotto sotto il Baltico saranno attenuate. O almeno si spera.

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