lunedì 14 maggio 2018

Maurizio Blondet - EUROPEISTI IN AMBASCE: L’AMERICA DI CUI SIAMO COMPLICI, NON CI E’ PIU’ AMICA



A volte si scoprono tweet molto curiosi:

“Il primo consigliere di Ansari Zarif [il ministro degli Esteri di Teheran]: “Se gli europei smettono di commerciare con l’Iran e non mettono sotto pressione gli USA, allora noi riveleremo quali politici occidentali e quanti soldi hanno ricevuto durante i negoziati sul nucleare per concludere il Patto sull’Iran JCPOA”....

L’amico che me l’ha girato, maligno, domanda: che Macron, Merkel e May siano ricattati da qualche fazione iraniana?
Questo Ghavami è un analista geopolitico, anti-ayatollah, collabora col Jerusalem Post. Se il suo tweet ha un minimo di fondamento, si capisce perché la Mogherini (un’altra M) a Firenze, in quella giornata chiamata “State of the Union” (European, s’intende) dove gli europeisti si sono lanciati in minacce, altolà e censure anticipate al governo “sovranista” in via di insediamento in Italia – europeisti di nome, Juncker, Merkel, Attali – la Mogherini, se l’è presa con qualcuno di cui non ha fatto il nome, che “grida, urla, forza, distruggendo sistematicamente tutto ciò che è già stato stabilito”,in uno scoppio di rabbia mirato a Trump che non solo è uscito dal trattato con l’Iran, ma – attraverso i suoi scherani di corte, tipo John Bolton – ha intimato agli europei, imprese e privati, che han cominciato a fare affari con Teheran di smettere subito, sotto pena di punizioni gravi.
E’ gustoso constatare le ambasce dei governanti europei tanto tanto filo americani, e i loro progetti, o fantasie, di opporsi agli Stati Uniti...


Il ministro Zarif non sorride più: minaccerebbe di rivelare le tangenti che ha pagato agli europei.

“E’  venuta l’ora per l’Europa di unirsi alla Resistenza!”, ci incita un editoriale di Der Spiegel.
“Non bisogna essere “deboli” nel subire le decisioni dei governi stranieri, ha proclamato Emmanuel Macron mentre riceveva il premio Charlemagne il 10 maggio, lanciandosi nella rivendicazione della “sovranità europea” – come vedete, sovranista anche lui quando occorre disperatamente difendere i grassi contratti che hanno firmato con Teheran Total, PSA (i marchi automobilistici Peugeot, Citroën, DS, Opel e Vauxhall Motors) e Airbus. Il suo ministro dell’economia, Bruno Lemaire, ha rivendicato anche lui la “sovranità economica europea” e invocato che detta Europa “si doti degli strumenti di cui dispongono gli Stati Uniti per far valere i loro interessi”. Se l’è presa con il potere degli Usa di imporre ”sanzioni extraterritoriali”, un “problema di principio”.
E non ha nemmeno torto, il ministro: l’extraterritorialità è un mostro giuridico che gli Stati Uniti hanno aggiunto al mostro delle sanzioni. Un’impresa che continuasse a fare affari con l’Iran verrebbe punita con ammende milionarie; le sue attività in Usa, vietate e chiuse; i suoi conti in banche americane sequestrati. Ma anche un’impresa che non avesse rapporti con gli Usa può essere in qualche modo perseguita, perché si appoggia magari a una banca che sì, non ha filiali in Usa, ma che indirettamente per vie mediate comunque ha rapporti con banche statunitensi, si vedrebbe ingiungere di chiudere i conti di quel cliente.
E’ una palese barbarie giuridica, l’imposizione globale del diritto del Gangster, o del gangster-talmudista, che si basa sul potere di estorsione che la globalizzazione ha dato alla superpotenza-teppista, e in ultima analisi, sulla sua forza armata pronta a bombardare i trasgressori.
Il punto è che questa barbarie, le eurocrazie e gli euro-governi l’hanno accettata, vi hanno collaborato, vi si sono piegati per non rovinarsi gli affari con gli Usa. Hanno accettato il principio. Adesso presso quale tribunale dovrebbero appellarsi contro di essa?

Abbiamo accettato  la barbarie giuridica

La prima legge di sanzioni contro Cuba, risale al 1996: la Helms-Burton, ratificata da Clinton. Non solo essa inaugurava l’extra-territorialità, ossia proclama di applicarsi in ogni parte del mondo; ma è addirittura una legge retroattiva, che dichiara punibili azioni compiute prima della sua entrata in vigore.
La retroattività di una legge è la definizione stessa della inciviltà giuridica, della lesione del diritto. Ebbene: gli europei la accettarono – dopotutto, si trattava di Cuba. Seguirono le sanzioni americane a Libia, Siria, Irak, Sudan – e l’Europa non trovò niente da dire, anzi collaborò: Libia, Sudan Irak sono dittature feroci, ci spiegarono media ed UE, ci sono i diritti umani da proteggere, e le BMW da vendere in Usa.
Si è arrivati al punto che BNP Paribas ha accettato di pagare un’ammenda di quasi 8 miliardi di dollari, per non vedersi chiudere le attività in Usa , espiando così la colpa di aver intrattenuto rapporti col feroce dittatore del Sudan, generale Al-Bashir: e adesso Trump ha tolto le sanzioni al generale Al Bashir (è entrato nella coalizione wahabita anti-Iran), sarebbe bello che BNP chiedesse il rimborso, ma non lo farà. Alstom ha accettato di pagare al governo americano l’ammenda di 777 milioni di dollari perché associata in Indonesia a un gruppo giapponese, Marubeni, che aveva pagato mazzette e si era riconosciuto colpevole presso l’FBI. Alcatel, ha pagato. Ditte europee hanno pagato al governo americano multe per 38,5 miliardi di euro – senza fiatare, accettando quindi ogni volta il principio della barbarie giuridica. Si è giunto al punto che i tribunali americani si sono riconosciuti competenti a punire operatori europei, per il solo fatto che una loro operazione contestata, era denominata in dollari; o lo scambio di email è passato per un server americano. E adesso vorremmo opporci e resistere?
Con quali mezzi morali, ma soprattutto con qualche forza? Abiamo accettato tutti gli atti sempre più criminali degli Usa: invasioni basate su menzogne e boccette di polvere bianca, e i nostri governi zitti; i neocon hanno accusato il governo di Damasco di gasare i suoi figli, e noi abbiamo confermato, Hollande era pronto a scatenare i bombardamenti e l’invasione. Anche adesso siamo tutti a far finta di credere che Mosca abbia avvelenato gli Skripal, e abbiamo rincarato con le nostre sanzioni le sanzioni imposte dagli Usa a protezione dei golpisti di Kiev. Siamo stati suoi complici, credendoci suoi alleati, e quindi convincendoci che con noi, il Gangster supremo avrebbe adottato il diritto e la giustizia, mentre con Ghddafi e Putin adotta il sopruso, la menzogna, la minaccia e la provocazione. Gli europeisti ed atlantisti cominciano a scoprire adesso che gli Usa non ci considera amici. Ma dovremo cedere. Angela Merkel ha da vendere le BMW e Mercedes,il lucroso commercio è già minacciato, Trump ventila di imporre sulle auto estere dazi del 20% – abbiamo ceduto troppo alla barbarie, cederemo anche questa.
Col rischio che il ministro Zarif salti fuori a raccontare delle tangenti milionarie che ha pagato ai governanti europei – a chi? – per stringere l’accordo sul nucleare.
Si ha l’impressione che Merkel, Macron, Juncker e Mogherini abbiano ben altro da preoccuparsi, che dei “sovranisti “ italiani. Pare proprio che l’Unione Europea sia arrivata ad un capolinea di corruzione e stupidità terminale, bloccata fra opposti ricatti e troppe cose inconfessabili da nascondere.
Strane cose si trovano nei tweet. A volte.





























Come questo. Si parla di ciò che la neolingue burocratica ha chiamato “il salvataggio della Grecia”. Qui si vede che di titoli greci andati a male s’erano riempiti fino a stronfiare, banche tedesche e francesi; che l’operazione è stata “il salvataggio delle banche franco-tedesche”, e non della Grecia; che alla fine,  nel 2014,  dopo il salvataggio, le banche tedesche e francesi erano libere dai titoli ellenici, e che lo Stato italiano invece se ne è riempito.  Germania e Francia sono riuscite a spargere la loro spazzatura ad altri Stati.
E si veda come Udo Gumpel, noto corrispondente in Italia per la tv tedesca, nega l’evidenza. Da questi i nostri governanti hanno ricevuto le lezioni che ci hanno rovinato.

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