giovedì 10 maggio 2018

Mattarella avvelena il pozzo di Salvini e Di Maio:" l’Europa vi guarda"...si, è la exJuguslavia ricorda Lui.


Il presidente Mattarella, che oggi si atteggia a politico buono e solidale, è colui che dal 1999 al 2001 ricopriva la carica – tra le tante occupate durante la sua lunga carriera – di ministro della Difesa all’epoca dell’infame guerra unilaterale NATO contro la Jugoslavia. Una guerra peraltro mai autorizzata dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Fu Mattarella, che durante quella fase era anche Vicepresidente del consiglio con delega ai servizi segreti del governo D’Alema, il primo post-comunista a rivestire quel posto, a gestire in prima persona la partecipazione attiva delle Forze Armate italiane, e in particolare dell’Aeronautica militare, ai bombardamenti aerei del Kosovo, del Montenegro, della Serbia e di Belgrado nella primavera del 1999, primo autentico “vulnus” al sistema politico-giuridico internazionale uscito dalla Seconda guerra mondiale. È dunque "poco democratico" oggi sentire colui che è stato uno dei massimi responsabili della destabilizzazione dei Balcani, con tutto ciò che ne è seguito, oggi Presidente della Repubblica, alla conferenza ‘State of the Union’...:

<<Ansa) – “Più sicuri che nel dopoguerra, più liberi che nel dopoguerra, più benestanti che nel dopoguerra, rischiamo di apparire oggi privi di determinazione rispetto alle sfide che dobbiamo affrontare. E qualcuno, di fronte a un cammino che è divenuto gravoso, cede alla tentazione di cercare in formule ottocentesche la soluzione ai problemi degli anni 2000”...
E’ il monito del capo dello Stato Sergio Mattarella alla conferenza ‘State of the Union’. Bisogna riscoprire l’Europa – ha osservato -“sottraendoci all’egemonia di particolarismi senza futuro e di una narrativa sovranista pronta a proporre soluzioni tanto seducenti quanto inattuabili, certa comunque di poterne addossare l’impraticabilità all’Unione”.
“Nel turbamento del mondo – ha evidenziato – quanto apparirebbe necessario il ruolo di equilibrio svolto da un concerto di 27 Paesi, tanto si mostra ampio il divario tra l’essere e il dover essere di un’ampia comunità che trova la sua dimensione in uno spazio già condiviso. Mai, dunque, come oggi appare urgente “unire”.
“La operosa solidarietà degli esordi – ha detto ancora Mattarella – sembra essersi trasformata in una stagnante indifferenza, in una sfiducia diffusasi, pervasivamente, a tutti i livelli, portando opinioni pubbliche, Governi, Istituzioni comuni, a diffidare, in misura crescente, l’uno dell’altro.
Non possiamo ignorare questo stato di fatto, né sottacere quanto sia diffusa, fra i cittadini europei, la convinzione che il progetto comune abbia perso la sua capacità di poter realmente venire incontro alle aspettative crescenti di larghi strati della popolazione; e che non riesca più ad assicurare adeguatamente protezione, sicurezza, lavoro, crescita per i singoli e le comunità. Con una contraddizione singolare, che vede gonfiarsi, simultaneamente, le attese dei cittadini e lo scetticismo circa la capacità dell’Europa di corrispondervi”...

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