PS: Gli USA, per pararsi il loro lato..."b"... regalano il nostro lato..."b"...!
Che persone per bene!
umberto marabese
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L'ambasciatore Usa presso la Ue, Anthony Gardner, insiste
che 'vi sono essenziali ragioni geostrategiche per concludere l'accordo'.
Ascolta e guarda il Video:
https://youtu.be/1ULk98_nswA
Video tratto da:
http://www.pandoratv.it/?p=7630.
Cittadini, enti locali,
parlamenti, governi, interi Stati esautorati dalle scelte economiche,
messe nelle mani di organismi controllati da multinazionali e gruppi
finanziari, violando i diritti dei lavoratori, la tutela dell'ambiente e
la sicurezza alimentare, demolendo servizi pubblici e beni comuni: per
tali ragioni, espresse dalla Campagna Stop Ttip promotrice della
manifestazione del 7 maggio a Roma, va respinto il «Partenariato
transatlantico su commercio e investimenti» (Ttip), negoziato
segretamente tra Usa e Ue.
A tali ragioni se ne
aggiungono altre, di cui poco o niente si parla: quelle di carattere
geopolitico e geostrategico, che rivelano un progetto molto più ampio e minaccioso.
L'ambasciatore Usa presso la Ue, Anthony Gardner, insiste che «vi sono essenziali ragioni geostrategiche per concludere l'accordo». Quali siano lo dice lo U.S. National Intelligence Council:
esso prevede che «in seguito al declino dell'Occidente e l'ascesa
dell'Asia, entro il 2030 gli Stati in via di sviluppo sorpasseranno
quelli sviluppati».
Per questo Hillary Clinton definisce il partenariato Usa-Ue «maggiore scopo strategico della nostra alleanza transatlantica», prospettando una «Nato economica» che integri quella politica e militare.....
Il progetto di Washington è chiaro: portare la Nato a un livello superiore, creando un blocco politico, economico e militare Usa-Ue, sempre sotto comando statunitense,
che - con Israele, monarchie del Golfo e altri - si contrapponga
all'area eurasiatica in ascesa, basata sulla cooperazione tra Russia e
Cina, ai Brics, all'Iran e a qualunque altro paese si sottragga al
dominio dell'Occidente. Il primo passo per realizzare tale progetto è
stato quello di creare una frattura tra Unione europea e Russia.
Nel luglio 2013 si aprono a Washington i negoziati per il Ttip, che stentano a procedere per contrasti di interesse
tra gli Usa e le maggiori potenze europee, alle quali la Russia offre
vantaggiosi accordi commerciali. Sei mesi dopo, nel gennaio/febbraio 2014,
il putsch di EuroMaidan a Kiev sotto regia Usa/Nato innesca la reazione
a catena (attacchi ai russi di Ucraina, distacco della Crimea e sua
adesione alla Russia, sanzioni e controsanzioni), ricreando in Europa un
clima da guerra fredda.
Contemporaneamente, i paesi della Ue vengono messi sotto pressione dai flussi migratori provocati dalle guerre Usa/Nato (Libia, Siria), cui essi hanno partecipato, e da attacchi terroristici firmati dall'Isis
(creatura delle stesse guerre). In questa Europa divisa da «muri di
contenimento» dei flussi migratori, in cui si diffonde la psicosi da
stato di assedio, gli Usa lanciano la più grande operazione militare dalla fine della guerra fredda, schierando a ridosso della Russia cacciabombardieri e navi da guerra a capacità nucleare.
La Nato sotto comando Usa, di cui fanno parte 22 dei 28 paesi Ue, intensifica le esercitazioni militari (oltre 300 nel 2015) soprattutto sul fronte orientale. Lancia allo stesso tempo, con unità aeree e forze speciali, operazioni militari in Libia, Siria e altri paesi
del fronte meridionale, connesso con quello orientale. Tutto ciò
favorisce il progetto di Washington di creare un blocco politico,
economico e militare Usa-Ue. Progetto che ha l'incondizionato consenso
dell'Italia, oltre che dei paesi dell'Est legati più agli Usa che alla
Ue.
Le maggiori potenze, in
particolare Francia e Germania, stanno ancora contrattando. Ma la loro
crescente integrazione nella Nato, sotto comando Usa, indica che sulle
divergenze di interessi (in particolare sulle costose sanzioni alla
Russia) stanno prevalendo le «ragioni geostrategiche» del Ttip.
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