giovedì 19 maggio 2016

Margherita Furlan - La Crimea accoglie a braccia aperte il Made in Italy



Nel momento in cui finiranno le sanzioni, la Crimea potrà stabilire degli scambi commerciali con l'Italia, una benedizione in tempi di crisi economica stagnante.

di Margherita Furlan

Il Sindaco di Jalta, Rostenko è convinto: "Noi faremo in un anno e mezzo quello che l'Ucraina faceva in 10 anni, puntando allo sviluppo delle infrastrutture. Accogliamo con il massimo favore, la più viva collaborazione e i minimi impedimenti burocratici tutte le iniziative imprenditoriali che l'Italia vorrà sviluppare, anche nell'agricoltura."

La Crimea era universalmente nota al mondo greco almeno fin dal V secolo a.C., grazie a Erodoto, che nelle sue "Storie" parla della Tauride e dei suoi abitanti, sarmati e sciti, e a Euripide, che proprio qui ambientò la sua Ifigenia, destinata a godere di lunga vita nella drammaturgia occidentale. Da allora, nella bella penisola sul Mar Nero sono passati molti popoli, lasciando le loro tracce peculiari nell'architettura e dando vita a un vero mosaico di culture: accanto a russi, ucraini e tatari, le tre etnie maggioritarie, si contano anche armeni, caraimi, ebrei, greci, bulgari. Da Sebastopoli verso Jalta la costa si fa aspra e selvaggia, ma anche affascinante. Dopo chilometri di pianura, si innalzano rilievi montuosi che arrivano ai 1545 metri e si gettano subito in mare, slabbrandosi in penisole, faraglioni e piccole insenature.
È questa la Crimea cantata da Majakovskij: "Io viaggio per la costa meridionale della Crimea. Non è la Crimea, ma la copia di un antico paradiso."....



A Jalta, celebre località balneare di moda fra '800 e '900, si è conservata quasi intatta una piacevole atmosfera da Belle Epoque. Una decina di chilometri a est di Jalta, il piccolo, antico abitato di Gurzuf cala ripido in un golfo, su cui si affaccia la dacia di Cekhov, orlato da una lunga spiaggia sabbiosa, in stagione sempre affollata di bagnanti che la sera riempiono i semplici localini sul lungomare dove si possono degustare specialità di sapore levantino.
La Crimea è dunque meta per eccellenza del turismo balneare, apprezzata anche dai viaggiatori dei Paesi europei. Ma ora troppo è cambiato dal 16 marzo 2014, giorno in cui il popolo della Crimea scelse di ricongiungersi con la Federazione Russa. In mancanza del riconoscimento della legittimità del voto, l'Unione europea ha imposto immediatamente forti restrizioni alle relazioni economiche con la Crimea e Sebastopoli, comprendenti il divieto d'importazione di beni, di sviluppo degli investimenti nonché dei servizi turistici nella penisola del Mar Nero. Sono vietate anche le esportazioni di beni essenziali, tra cui le attrezzature per l'esplorazione, la prospezione e la produzione di petrolio, gas e risorse minerarie. Il 19 giugno 2015 il Consiglio europeo ha prorogato tali misure fino al 23 giugno 2016.

Dal 12 al 15 maggio Sputnik Italia ha accompagnato la delegazione di parlamentari italiani in Crimea giunti fino nel sud della penisola per una visita conoscitiva e di amicizia. La delegazione italiana era composta dai Senatori Bartolomeo Pepe e Ivana Simeoni appartenenti al Gruppo Misto, dalla senatrice Paola De Pin del movimento Alternativa per l'Italia, dal Deputato Nicola Ciracì, del gruppo Conservatori e Riformisti e da Gabriele Sani, ex consigliere comunale di Empoli insieme al noto giornalista Giulietto Chiesa.
I parlamentari hanno incontrato i massimi rappresentanti della Crimea, di Sebastopoli, Simferopoli e di Yalta e, nonostante il breve soggiorno, sono immediatamente giunti alla conclusione che le informazioni diffuse dai media europei sulla Crimea sono fortemente distorte. L'onorevole Nicola Ciracì rientra in Italia con la convinzione che il popolo crimeano ha scelto liberamente di entrare a fare parte della Federazione Russa, con un referendum legittimo e dall'ampio consenso popolare.
"Pertanto" prosegue il deputato del gruppo Conservatori e Riformisti "le sanzioni non hanno più ragione di essere soprattutto perché colpiscono non solo il governo di Mosca ma il popolo della Crimea, tanto che gli abitanti non possono prendere un volo aereo per nessun Paese europeo. La Crimea, nota Ciriacì, è un Paese in cui le opportunità economiche sono tantissime perché  il regime di Kiev, che ha governato la regione durante 23 anni, non ha colto le potenzialità commerciali e turistiche. In realtà, la Crimea, sottolinea l'onorevole, è ricca di bellezze naturali che per noi europei sono importantissime dal punto di vista dell'approdo turistico e agroalimentare. Nel momento in cui finiranno le sanzioni la Crimea avrà bisogno dell'Italia quanto noi, soffocati da una crisi economica oramai stagnante. Le sanzioni dunque non fanno bene a nessuno e sono strumento oramai obsoleto per un'antica democrazia qual è l'Europa."

Secondo il sindaco di Jalta, Andrej Rostenko, "la situazione è cambiata bruscamente dopo il referendum perché tutti i legami precedenti con l'Ucraina si sono interrotti rapidamente nonché in termini ostili. All'inizio è stato difficoltoso spiegare alla gente quello che stava accadendo; persino alcuni dirigenti politici non avevano ben analizzato cosa avrebbe comportato un cambio radicale, quale il passaggio da un Paese ad un altro in pochi mesi. Le prime difficoltà si sono avute sotto il profilo dei rapporti bancari e monetari perché tutto è stato modificato ma, grazie al consistente aiuto finanziario da parte di Mosca, alla fine del 2014 abbiamo risolto i problemi legati al cambio monetario. Noi abbiamo cambiato direzione, aggiunge con orgoglio Rostenko, invertendo tutti i nostri rapporti  e cominciando da subito a reintegrarci nella giurisprudenza e nella legislazione russa. Ma per quanto concerne la situazione interna e l'ordine pubblico non abbiamo avuto problemi di nessun tipo per merito della grande compattezza della popolazione".

Il Sindaco di Jalta spiega anche dei gravi contraccolpi economici che ha subito il turismo. "Prima del 2014 il principale flusso proveniva dall'Ucraina, seguita da Russia, Bielorussia ed Europa. Qui arrivavano 200 navi da crociera all'anno, con circa 80mila passeggeri. Ora nemmeno una nave approda nei nostri porti. Noi non possiamo andare in visita in Europa ma nemmeno gli europei possono venire qui. Nel frattempo, abbiamo dovuto cambiare tutti i parametri della comunicazione non solo nei porti, dove le navi ferme non sono più utilizzabili, ma abbiamo dovuto ripensare al trasporto stradale e aereo. Inoltre l'Ucraina ha aggravato la situazione chiudendo tutti i traffici ferroviari. Oggi la ristrutturazione degli aeroporti di Simferopoli e di Sebastopoli dovrebbe portare un flusso di 5milioni di turisti dalla Russia e dagli ex Paesi sovietici. Il ponte di Kerch che stiamo costruendo per avvicinarci a Mosca cambierà radicalmente la situazione ma naturalmente abbiamo bisogno di trasformare tutto il sistema di trasporto terrestre per evitare strozzature almeno finché la situazione politica internazionale non si modificherà".

Rostenko è convinto: "Noi faremo in un anno e mezzo quello che l'Ucraina faceva in 10 anni, puntando allo sviluppo delle infrastrutture. Ma, aggiunge il Sindaco di Jalta, accogliamo con il massimo favore, la più viva collaborazione e i minimi impedimenti burocratici tutte le iniziative imprenditoriali che l'Italia vorrà sviluppare, anche nell'agricoltura, come sta già avvenendo per il progetto della produzione di mozzarelle di bufala".

È questo un invito all'esportazione del Made in Italy. Speriamo l'Italia lo sappia cogliere in tempo.

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