lunedì 16 maggio 2016

Troppi rischi, l’Italia adesso ci ripensa: no all’invio di soldati in Libia

Militari italiani impegnati in una missione internazionale sotto l’egida Onu   (Ap)

PS: <<Gli italiani non saranno per ora mandati a difendere Onu e esecutivo...>>...l'Italia dovrebbe,... "per la terza volta...per la terza volta"...invadere la Libia per difendere l'ONU e il fantoccio-primo ministro non eletto dal popolo sovrano(tipo...MontiPd...LettPd...RenziPd...) ma imposto dagli  USA, vergogna! Papa Francesco intervenga, con quelle armi che vediamo sulla foto...non vanno a difendere cani e gatti... c'è da difendere bambini, donne e uomini e la dignità di un popolo Italiano umiliato da governi-fantocci.

umberto marabese
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Gli italiani non saranno per ora mandati a difendere Onu e esecutivo. Possibili le azioni di truppe speciali. Tutto l’impegno sulla diplomazia. Il contingente militare che dovrà garantire la sicurezza della sede Onu in Libia arriverà dal Nepal. In attesa che la situazione si stabilizzi, l’Italia non prevede l’invio di soldati. La conferma è arrivata in queste ore, alla vigilia del vertice di Vienna che dovrà studiare un percorso di sostegno al governo guidato da Fayez Serraj. Troppo alti sono i rischi, troppo forte il pericolo che i reparti stranieri diventino bersagli di attacchi. Il presidente del Consiglio Matteo Renzi decide dunque di tenere la linea che aveva già anticipato nelle scorse settimane spiegando che «di fronte alle pressioni per andare in Libia abbiamo scelto una strada diversa». L’impegno del nostro Paese segue il percorso della diplomazia, non a caso la Farnesina ribadisce in una nota che «obiettivo prioritario rimangono l’unità e la stabilizzazione della Libia» e di questo discuteranno in Austria dalle delegazioni guidate dal segretario di Stato Usa John Kerry e dal ministro degli Esteri Paolo Gentiloni....

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