mercoledì 14 settembre 2011

Libia, rischio di vincere la guerra e perdere la pace.

revo-libia-megadi Ennio Remondino - globalist.it

Mentre le cronache guerresche si ammosciano, soltanto un balbettio politico diplomatico su cosa si stia realmente preparando per la Libia.
Il rischio di vincere la guerra e perdere la pace.
Accade come sempre in ogni guerra. Il racconto del dopo non fa ascolto in televisione e fa paura alla politica. "Abbiamo vinto", forse, ma eravamo in tanti.

Chi ha veramente vinto sul campo, quali fazioni o gruppi tribali hanno vinto più degli altri, e quanti e quali di loro sono amici nostri, e chi, e come, degli "alleati" in guerra, si prepara a fotterci nella pace? Verbo volutamente forte a sottolineare, per i benpensanti ingenui, che le guerre, le mene diplomatiche e politiche che le decidono, le conducono e le concludono (quando ci riescono) non sono, non possono essere cose per signorine di buona famiglia. Nella Libia di questi giorni meno che mai, ma anche nei corridoi ovattati delle nostre cancellerie. Mille domande, poche risposte...continua....
http://www.megachip.info/tematiche/guerra-e-verita/6776-dove-sia-gheddafi-e-dettaglio.html

PS: <<Sulla moralità della politica degli Stati attorno ai valori etici, umanitari e democratici, credo non esista più alcuna illusione. Guerre "umanitarie" a orologeria di convenienza. Anche questa. La Francia, primo attore nei bombardamenti, intende fortemente incassare. A scapito dell'Italia, se parliamo di gas e petrolio, e sono da prevedere segretissime operazioni di "discrising", che, nel linguaggio delle spie si traduce in "sputtanamento".>> Credo finirà così: "cui prodest"?
Buon giorno , umberto marabese

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