Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha tenuto un discorso in occasione della cerimonia per gli auguri di fine anno davanti a tutti i leader politici. Presenti Giorgia Meloni, Ignazio La Russa, Lorenzo Fontana e poi ancora Giancarlo Giorgetti, Matteo Salvini, Antonio Tajani, Elly Schlein, Giuseppe Conte e Roberto Fico...
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(NB: tutti questi nominati...sorebbere Democratici e si attengono alla Nostra Costituzione...?) U:M. - Al popolo italiano devo ricordare chi ha dato il Via da Avio-F.V.G. a bombardare la Serbia....da Ministro della Guerra con ...il Baffetti da Primo Ministro Italia come primo Ministro.
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Il pilota automatico
E per l’occasione il capo del Quirinale ha affrontato alcuni temi, tra cui l’esistenza di un’agenda politica prestabilita che va aldilà delle diverse fazioni e della necessità del riarmo.
“È legittimo e necessario che ogni forza politica abbia la sua agenda, le sue priorità, una sua visione della realtà e delle dinamiche che la muovono. Tuttavia, ci sono alcuni grandi temi della vita nazionale che vanno oltre l’orizzonte delle legislature, e attraversano le eventuali alternanze tra maggioranze di governo”.
Con queste parole Mattarella conferma l’esistenza di un pilota automatico che interviene nell’agenda del Governo e che di fatto detta le regole a prescindere dal programma politico con cui quel Governo è stato eletto.
Si tratta di dinamiche visibili, ma che ora vengono confermate dalle parole della più alta carica dello Stato. C’è solo un piccolo problema in questo: non c’è scritto da nessuna parte nella nostra Costituzione che alcuni “grandi temi” debbano andare oltre l’orizzonte delle legislature.
Riarmo impopolare, ma necessario
E poi si è affrontato il tema del riarmo: “La spesa per dotarsi di efficaci strumenti che garantiscano la difesa collettiva è sempre stata comprensibilmente poco popolare. Anche quando, come in questo caso, si perseguono finalità di tutela della sicurezza e della pace, nel quadro di una politica rispettosa del diritto internazionale. E tuttavia, poche volte come ora, è necessario”.
Riarmarsi per la pace quindi è lo slogan che il Quirinale condivide sia con il Governo Meloni che con la Commissione europea. Un principio che si fatica a comprendere soprattutto alla luce di quell’articolo 11 della Costituzione che, sulla carta, “ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”.
Per i nostri padri costituenti quindi qualsiasi controversia internazionale sarebbe dovuta essere risolta prima con la diplomazia. Da parte di Unione europea e Italia di diplomazia ne abbiamo vista davvero poca in questi ultimi anni per quanto riguarda i conflitti in Ucraina e in Medio Oriente. “Sicurezza nazionale e sicurezza europea sono oggi indivisibili, qualunque sia la prospettiva con la quale affrontiamo il tema della protezione della libertà e dello sviluppo delle nostre società”, ha poi concluso il Capo dello Stato.
Insomma secondo questa visione la nostra sicurezza dovrebbe coincidere con quella europea. Siamo sicuri che ci convenga legare la nostra agenda della sicurezza a quella, per esempio, dei Paesi baltici che spingono ad ogni occasione buona per ribadire il loro odio atavico verso la Russia?
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