Vincenzo Fedele.
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Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, Vincenzo Fedele, che ringraziamo di cuore, offre alla vostra attenzione queste riflessioni sugli ultimi sviluppi della guerra che gli Stati Uniti e la Nato stanno conducendo contro la Russia, via Ucraina. Buona lettura e diffusione.
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Guerra NATO Russia
Domenica scorsa Tosatti, rompendo il riposo settimanale, ha pubblicato la conferma (Vedi qui) che la conversazione fra generali tedeschi sull’invio in Ucraina dei missili Taurus e la necessità della presenza di militari tedeschi per renderli operativi, cui avevo accennato nel mio articolo (vedi qui), era vera.
La convalida arriva anche da altre fonti attendibili quale ad esempio Der Spiegel, che scrive: “Dopo una prima analisi si presume che la registrazione dell’incontro sia autentica. Secondo la prima valutazione è in gran parte esclusa la possibilità di una falsificazione tramite l’intelligenza artificiale”.
Chi voglia leggere l’intera conversazione, può collegarsi a questo sito di Margarita Simonyan di Russia Today e, con un traduttore automatico, ha a disposizione il testo dei 38 minuti di dibattito tra generali: https://vk.com/@m_s_simonyan-rasshifrovka-razgovora-vysokopostavlennyh-oficerov-bundesverhttps://vk.com/@m_s_simonyan-rasshifrovka-razgovora-vysokopostavlennyh-oficerov-bundesver
Oltre queste conferme adesso sono le reazioni ufficiali che rendono ancora più interessante il panorama, anche perchè stiamo assistendo quasi a un effetto valanga che, partendo dalla conversazione, si amplia sempre più scoprendo altarini nascosti che a loro volta ne richiamano altri svelando che nel mondo occidentale esiste ancora qualcuno non totalmente impazzito e che sembra stufo di tacere davanti a tanti errori, menzogne, corbellerie, raggiri e tradimenti proclamati con la mano sul petto.
Ma andiamo con ordine e cerchiamo di avere il quadro di cosa sta veramente accadendo.
E’ risaputo da tutti che l’Ucraina non ha un piano B se vengono meno gli aiuti occidentali.
Invece non è così: si sta scoprendo che il piano B esiste ed è tragico perché consiste nel coinvolgimento palese e ufficiale della NATO nel conflitto ucraino.
C’è sempre stato ed è realistico pensare che questo sia sempre stato il vero piano A.
Questo è il vero filo conduttore che sta smuovendo le cancellerie di mezzo mondo.
Sholz, dichiarando che non invierà i suoi Taurus perché non vuole fare come inglesi e francesi che hanno i loro uomini a manovrare i missili Storm Shadow e Scalp, è stato accusato di “flagrante abuso dell’intelligence”. Cioè di aver divulgato notizie riservate indebolendo la posizione occidentale.
Badate bene: nessuno dice che siano notizie false, ma notizie vere; però riservate.
Del resto, come già detto più volte, questo era ampiamente risaputo da tutti.
Anche dai russi che però, forse cercando disperatamente di allontanare lo scontro totale, non ne hanno mai parlato, limitandosi a colpire i comandi NATO, decapitando le linee di comando sul posto ed eliminando uomini e attrezzature nel silenzio ufficiale. Anche Stilum Curiae ne ha parlato ampiamente e più volte. Io stesso ne ho accennato in un articolo del 30 giugno 2023 (vedi qui) con una aggiunta ancora più incisiva del Prof. Augusto Sinagra su un missile Kinzal che aveva distrutto uno stabile a Kromatorsk sede di mercenari e, probabilmente, importante base CIA.
Per quanti non lo ricordassero, i Kinzal sono missili ipersonici (10 – 20 volte la velocità del suono) che possono colpire l’obiettivo senza poter essere intercettati e penetrare in bunker sino a 7 – 8 piani interrati o penetrare la corazza di una portaerei USA facendola collassare.
La Russia, quindi, sapeva già da tempo, ma adesso, con la conversazione intercettata e le dichiarazioni di Sholz, neanche la Russia può più far finta di non sapere. Ha convocato l’ambasciatore tedesco per avere spiegazioni che già conosce.
Lo sapeva bene fin dall’inizio della guerra quando, ad esempio, aveva subito occupato la centrale atomica di Zaporizzja, isolato la zona della centrale anche con copertura antimissile, richiesto la presenza di personale dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica, AIEA, e posto telecamere dappertutto per documentare eventuali azioni ucraine, da imputare ai russi per giustificare l’intervento NATO programmato fin d’allora.
Adesso la Russia viene quasi posta davanti ad una alternativa strategica visto che, come sembra, nel sud-ovest ancora sotto controllo ucraino ci sono molte delle strutture CIA: affondare il coltello ed affrontarle arrivando a Odessa, oppure evitare il contatto e fermarsi ?
Ritengo che Putin abbia già risposto a questa domanda (non posta) facendosi arrivare la richiesta della Transnistria di essere protetta dalle pressioni moldave e ucraine. Se la Russia arriva a Odessa, il collegamento con la Transnistria è ovvio, ed è altrettanto ovvio che la richiesta della Transnistria può essere intesa proprio come una ulteriore ragione russa per raggiungere Odessa e non fermarsi prima di aver completato l’occupazione di tutta la fascia sud dell’Ucraina. E’ molto improbabile che Tiraspol abbia evaso la richiesta senza essersi prima consultata con Mosca.
La Transnistria aveva già fatto altri appelli alla Russia per essere protetta, ma la Russia non aveva risposto oppure aveva cercato vie diplomatiche per ovviare al problema.
La Transnistria è stata la prima “entità” (non chiamiamola Stato perché non è riconosciuta come tale neanche dai russi), a chiedere la separazione dalla ex Unione Sovietica. La Transnistria chiese l’autonomia nel settembre 1991. La Moldavia la chiederà solo ad agosto del 1992. Quella della Moldavia è stata accolta, mentre quella della Transnistria no. Neanche Mosca riconosce la Transnistria come Stato autonomo ma all’epoca, dopo quasi una guerra civile, un accordo internazionale pose fine alle diatribe delegando proprio la Russia a farsi garante della striscia russofona creando una base stabile russa in Transnistria con 1.500 militari russi in pianta stabile. Parliamo degli anni ’90, quindi di tempi non sospetti, con l’Ucraina stabilmente nell’orbita russa. Adesso questo piccolo contingente di 1.500 uomini in Transnistria viene dipinto come l’avamposto illegale posto da Putin mentre, come visto, era ed è un baluardo di pacificazione che ha finora evitato che in Moldavia accadesse quanto già visto in Ucraina con gli sconci del colpo di Stato di Maidan del 2014.
Un articolo del New York Times, di cui è stata data notizia su Stilum – Vedi qui – ammette apertamente due altri aspetti inediti:
La CIA ha contribuito a finanziare e costruire 12 basi/bunker sotterranei segreti lungo il confine russo oltre dieci anni fa ed utilizzate ancora adesso per fornire informazioni per attacchi missilistici mirati, tracciare movimenti di truppe russe e, in generale sostenere le reti di spionaggio.
Per anni si è imputato all’FSB/GRU (ex KGB) russo di aver assassinato “patriottiche” figure del Donbass come Motorola, Givi, Mozgovou ecc. Adesso la CIA ammette, facendo filtrare queste notizie al NYT, che sono stati i servizi segreti ucraini, da loro addestrati, ad eseguire gli omicidi di Motorola e company. Cioè questi personaggi erano collegati con Mosca e sono stati eliminati dalla CIA tramite gli ucraini. Mosca si è successivamente “vendicata” di questi assassinii.
Scrive infatti il NYT, parlando della risposta russa: “Una guerra ombra era ormai in overdrive. I russi hanno usato un’autobomba per assassinare il capo dell’Unità 2245, il commando d’élite ucraino. Il comandante, il colonnello Maksim Shapoval, stava andando a incontrare gli ufficiali della CIA a Kiev quando la sua macchina è esplosa.”
Ricordiamo che l’Unità 2245 è il nome in codice del comando d’élite ucraino addestrato dalla CIA già dal 2016.
L’esistenza delle basi analoghe nella zona di Odessa, di cui abbiamo parlato prima, erano state già denunciate poco prima dell’attacco russo all’Ucraina, dal deputato ed ex candidato presidenziale ucraino Muraev, del partito “Nashi” adesso bandito, dichiarato illegale e disciolto.
Tornando alle conversazioni intercettate sono evidenti altri aspetti inquietanti. I generali tedeschi dicono che inizialmente non possono mandare più di 50 missili, perché non li hanno, ed ammettono anche di essere consapevoli che questo non cambierà l’andamento della guerra.
Anche sugli aspetti tattici confermano che le difficoltà sono enormi perché occorrerebbero almeno 20 missili per distruggere il ponte, cosa quasi impossibile da attuare, visto che la copertura antiaerea sulla zona è totale da parte dei russi. Gli ucraini (o l’intelligence occidentale) avevano cercato di aggirare il problema utilizzando droni acquatici, più difficili da individuare, ma hanno fallito. Proprio la notte scorsa, tra il 4 e il 5 marzo, sembra che uno di questi droni, che adesso sappiamo essere comandati da personale NATO, abbia affondato una nave russa.
Queste nuove informazioni, già devastanti, preoccupano ancora di più l’establishment occidentale se si inquadrano in un disegno più grande che non attribuisce la fuga delle notizie ai servizi segreti russi, ma considera che siano state frange tedesche a farla trapelare per contrastare i piani del loro stesso deep state che forse sta programmando la terza guerra mondiale.
Anche Le Monde e Le Figaro avanzano l’idea della possibilità che l’apparentemente balzana idea di Macron sull’invio di truppe, negata da tutto l’Occidente collettivo, sia in realtà un gioco delle parti per alzare il livello dello scontro, senza arrivare alla rottura palese.
Gli stessi inglesi hanno corretto il tiro ammettendo che sono stati inviati uomini di supporto per gestire gli apparati inviati, soprattutto del settore medico-ospedaliero, sperando che quest’ultima precisazione serva da copertura per le azioni reali.
Cioè una forma di ambiguità strategica, concordata anche negli incontri di Parigi di lunedì scorso dove il rappresentante USA non era di alto livello per non essere coinvolto nelle affermazioni di Macron.
Rimane in ultimo da capire i motivi veri dell’uscita di Macron, che poteva anche evitarla, lasciando a Sholz ed ai vertici NATO il compito di togliersi le castagne dal fuoco.
I motivi potrebbero essere duplici:
Vendicare attacchi russi contro bunker NATO in cui sarebbero periti molti militari francesi, oppure “vendicarsi” delle umiliazioni ultimamente inflitte dalla Russia in Africa e che hanno fatto tramontare ogni residuo rigurgito di grandeur francese. In realtà Macron si è ficcato in un altro ginepraio che lo farà uscire ancora più malconcio, in vista delle elezioni europee di giugno. Da un sondaggio di Le Figaro sembra che il 68% dei francesi non approvi le sue posizioni e solo il 31% sia d’accordo a inviare truppe in Ucraina.
La confusione NATO, del resto, è totale. Anche il Canada è disponibile ad inviare truppe in Ucraina, ma solo con funzioni di addestramento, non combattente e lontano dalla prima linea. Vista l’enorme presenza di personale estero, servono ulteriori uomini non combattenti in Ucraina per fare picnic.
A questo caos incontrollato si aggiunge la notizia delle dimissioni della cara Victoria Nuland, che tanto ha fatto per l’Ucraina da prima di Maidan 2014, quella del “Si fotta l’Europa” e che ha difeso davanti al congresso USA i cinque miliardi di Dollari spesi per “portare l’Ucraina sotto la sfera occidentale”.
C’è chi dice che si sia dimessa perché ha raggiunto gli obiettivi. Io ritengo che una simile tizia, che ha servito per tre decenni sotto sei Presidenti e sotto dieci Segretari di Stato, non lasci la barca di Biden perché ha raggiunto gli obiettivi. La lascia, forse, perché infine li ha falliti, oppure per abbandonare la barca prima che affondi del tutto, vista anche la sentenza della Corte Suprema che ammette Trump alla corsa per la Casa Bianca. Vedremo nei prossimi giorni cosa ci venderanno per illustrare l’immagine di questo faro luminoso del sottobanco della politica americana. Magari sarà delegata a fare danni in modo più riservato e non più da sottosegretario.
Tornando alla valanga che si ingrossa scendendo a valle registriamo altre voci, non confermate e al momento prive di fonti attendibili, che imputano agli inglesi l’abbattimento dell’aereo IL-76 russo che trasportava i 65 prigionieri ucraini per lo scambio con prigionieri russi. Sembra infatti che i militari che operavano nella regione di Kharkov e che hanno lanciato i missili per abbattere l’aereo fossero inglesi. Sembra anche che l’Inghilterra abbia già ottenuto l’immunità scritta per tutti i soggetti eventualmente coinvolti nell’abbattimento, quindi nessuno di loro dovrà affrontare conseguenze penali. Sembra anche che Kiev, intanto, abbia già richiesto ai russi la restituzione dei corpi recuperati, di cui le autorità russe hanno il DNA per l’identificazione certa, mentre fonti ufficiali continuano a sostenere che non vi era alcun prigioniero ucraino a bordo dell’aereo abbattuto.
Alla fine, quello che rimane, è solo la consapevolezza dell’indescrivibile caos che avvolge la NATO e tutto l’occidente.
E’ poco credibile l’ingenuità di Sholz che si fa sfuggire dichiarazioni che smascherano apertamente i suoi alleati.
E’ molto più credibile che, nel disperato tentativo di eliminare il ponte in Crimea per salvare l’Ucraina dal collasso inevitabile, si sia andati incontro ad una reazione delle forze “sane e pensanti” che con una rivolta sottotraccia abbiano cercato di evitare una escalation incontrollabile.
Questo, inoltre, conferma ancora di più quanto l’esercito ucraino sia ridotto allo stremo, come armamenti, come morale e come linea di comando.
Alcuni prigionieri catturati a Adveenvka non hanno avuto problemi a dichiarare che molti reparti militari si erano già ritirati nelle retrovie e l’ordine di ritirata è arrivato dalle alte sfere solo dopo che le postazioni erano state abbandonate, per coprire la diserzione e salvare la faccia nel caos generale.
La 101^ brigata ucraina è stata quasi completamente debellata ed è stata ritirata dal fronte per essere ricostituita. Si teme, inoltre, un effetto domino con molte altre unità pronte a deporre le armi.
Intanto sono stati anche resi noti, come già pubblicato su Stilum, i termini dell’accordo che era stato raggiunti a Istanbul a Marzo del 2022 e che doveva essere firmato ai primi di aprile, se l’Inghilterra e gli USA non avessero bloccato la firma. Tutti i morti ucraini e russi, come tutte le distruzioni successive ai primi di aprile 2022 sono da imputare a questo blocco angloamericano che, oltretutto, concedeva molto all’Ucraina, compresa l’adesione alla UE.
Fosse vero che ci sono forze sane all’interno degli apparati atlantici che reagiscono alle pazzie delle elite allora la speranza che non tutto sia perduto ha solide fondamenta ed una rinascita dalle macerie del globalismo insensato e unipolare è possibile. Il Signore non abbandona mai il Suo gregge.
Vincenzo Fedele
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