martedì 18 maggio 2021

byoblo24 - LA SEA EYE CARICA I MIGRANTI E PUNTA VERSO L’ITALIA: NON CI SONO ALTRI PORTI SICURI?

 


Le navi ONG nel Mediterraneo sono tornate in piena attività. Il copione sembra essere sempre lo stesso: si inizia con giri di perlustrazione al largo delle coste libiche, si attende la partenza dei migranti con mezzi di fortuna.

Si procede al salvataggio e poi si punta verso le coste dell’Europa, anzi quasi sempre dell’Italia.

L’ultimo salvataggio della Sea Eye

Sta andando così anche per la nave Sea Eye 4, di proprietà dell’omonima ONG tedesca. Quest’imbarcazione nelle ultime ore si è data molto da fare arrivando a caricare oltre 400 persone, migranti partiti dalle coste libiche e salvati in quella parte di mare che dovrebbe essere di competenza esclusiva di Tripoli.

La Sea Eye ha così puntato direttamente verso le coste di Malta, ma la Valletta ha rifiutato qualsiasi tipo di autorizzazione di attracco alla nave tedesca. E quando Malta non risponde, come spesso succede, per le ONG del Mediterraneo l’unica destinazione possibile diventa l’Italia.

Stiamo ora raggiungendo la zona Sar italiana e chiediamo urgentemente alla Guardia Costiera di assumere il coordinamento.

Ha così affermato Gorden Isler, capitano della nave. Secca è stata la replica del sottosegretario al Ministero degli Interni Nicola Molteni: “Nessuna responsabilità italiana nel coordinamento degli eventi avvenuti in zona Sar di altri paesi”.

Bisognerà però ora vedere quale sarà la decisione del Ministro degli Interni Luciana Lamorgese, finora piuttosto morbida nei confronti degli arrivi illegali dalla Libia.

La questione controversa dei porti sicuri

Nel frattempo restano diversi dubbi circa la legittimità dell’azione della nave tedesca. Il diritto parla infatti chiaro: a salvataggio in mare avvenuto, lo sbarco deve essere effettuato nel porto sicuro più vicino. E in questo caso, come in molti altri analoghi, il porto più vicino dovrebbe essere quello di Zarzis, in Tunisia.

Le ONG sostengono tuttavia che questo Paese non possa essere considerato porto sicuro perché non tutelerebbe i diritti dei richiedenti asilo. Una posizione che però sembra non trovare riscontro reale.

La Tunisia ha infatti firmato la Convenzione di Ginevra che introduce alcuni obblighi in merito alla protezione umanitaria. Non solo. L’inviato speciale nel Mediterraneo centrale per l’UNHCR, Vincent Cochetel aveva sottolineato come la Tunisia fosse effettivamente un Paese in grado concedere protezione ai richiedenti asilo e che in ogni caso:

Una nave non è il posto migliore dove decidere se una persona è o meno un rifugiato. A volte quindi le preoccupazioni di queste ong sono più teoriche che pratiche.

I migranti usati come strumento di ricatto?

D’altra parte non è ancora chiaro su come le navi ONG vengano informate sulla localizzazione dei migranti in mare.

Dopo che gli aerei di pattugliamento, sempre di proprietà delle ONG, erano stati sequestrati, l’unica fonte sembra essere rimasta la fantomatica organizzazione Alarm Phone che raccoglie tutte le chiamate che arrivano dal Mediterraneo e che ha tra i suoi obiettivi l’eliminazione dei confini degli Stati.

D’altra parte Alarm Phone fa orecchie da mercante sull’identità degli scafisti e non aiuta in nessun modo le autorità nell’identificazione di questi trafficanti di esseri umani. La preoccupazione è che quindi questo copione con le ONG protagoniste si replichi con sempre più maggiore frequenza nel corso dell’estate, grazie alla bella stagione, e i dati sugli sbarchi sembrano confermare la tendenza.

Ad oggi infatti gli arrivi registrati in Italia nel 2021 sono più del triplo rispetto all’anno precedente. E i migranti possono così rappresentare le vittime utilizzate come strumento di pressione politica contro gli Stati da parte delle ONG del Mediterraneo.

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