sabato 4 marzo 2017

Maurizio Blondet - PROVOCANO L’INSURREZIONE. SONO COSI’ CIECHI?

Probabilmente avrete già letto che  a Marine Le Pen è stata tolta l’immunità parlamentare.   Dal parlamento europeo, a larga maggioranza. “ La richiesta di revoca era arrivata dalla giustizia francese, che vuole perseguire la candidata dell’estrema destra alle presidenziali per aver pubblicato su Twitter le immagini di tre esecuzioni dell’Isis nel 2015, tra cui quella del giornalista statunitense James Foley”.
Saprete anche  perché  Marine Le Pen ha pubblicato le foto delle decapitazioni con la scritta: DAESH è Questo! Ciò, perché era stata provocata: il 16 dicembre 2015, alla radio RMC, avevano paragonato l’ascesa del Front National a DAESH;  dunque rispondeva a  questa provocazione offensiva quanto demente.

Il tweet incriminante







La relazione d’accusa per togliere l’immunità parlamentare alla candidata che il Sistema teme tanto, è stata stilata dalla “relatrice Laura Ferrara, Movimento 5  Stelle” (ricordatevela, lettori) .  Se  non bastasse la misura spudorata, quasi inverosimile di illegittimità, si viene  a sapere che “La revoca dell’immunità riguarda solo il caso in questione  [i tweet] e non l’inchiesta sui presunti incarichi fittizi dei suoi assistenti al Parlamento europeo, in cui a essere sotto indagine è la capo gabinetto di Le Pen”.  Quindi l’oligarchia, sempre  fertile di invenzioni giuridiche a  proprio favore quando si sente in pericolo, ha anche inventato la impunità  parlamentare divisibile,  la Le Pen oggi è in parte dotata di inviolabilità, e in parte no.....

In quest’ultima fase della campagna presidenziale, la faziosità e la sfrontatezza del  Sistema e dei media  ha raggiunto vertici a cui si assiste increduli. Forse ricorderete lo scandalo mediatico perché Marine, a cui le banche francesi negano un prestito, s’era fatta prestare alcuni milioni dalla First Czech Russian Bank (FCRB),  “banca russa ritenuta vicina  al Cremlino”  (Nouvel Obs, j) il che ha permesso di  strombazzare che Marine “è   al soldo di Putin”.

Macron  è  pagato dai Sauditi (e i media zitti)

Ora  apprendiamo questo: che Macron, il candidato dei Rotschild , il banchiere che è stato ministro dell’economia di Hollande,  insomma il candidato che il Sistema oligarchico vuol far vincere con tutti i  mezzi,  è riccamente finanziato nella sua campagna da – indovinate? – l’Arabia Saudita. Lo ha rivelato Philipp Close, un  membro del PS (socialista) belga: “Il regno dell’Arabia Saudita ha deciso di finanziare oltre il 30% della campagna di Macron  per l’elezione presidenziale 2017.  Macron e il dottor Al Ankary, ambasciatore saudita a Parigi, si sono incontrati più volte”. La  decisione definitiva di Ryad è venuta dopo un incontro del candidato con un altro ambasciatore saudita, quello in Belgio, Abdulrahman  S. Al Hamed.
La  notizia è  stata pubblicata da Le Soir il 24 febbraio; alla  data del 3  marzo, non ho ancora visto un titolo di scatola o strilli sui tg mainstream al riguardo di “Macron  sul libro paga del re  wahabita”.  Anzi, direi che la notizia è proprio stata taciuta.
Tutta  una serie di  manipolazioni miranti  a confiscare il voto a favore di Macron, sono palesemente opera di Hollande che   – ancora per poco all’Eliseo – ne approfitta   per  usare  le leve del potere contro i candidati di centro-destra (Fillon) e ora contro la Le Pen.  Si  assiste “all’utilizzo senza vergogna di servizi di Stato la cui  neutralità dovrebbe essere costitutiva”,   come la procura  per reati finanziari (Parquet National Financier) che “spara raffiche di atti procedurali  che non hanno alcun carattere  d’urgenza”  (così l’economista Berruyer) sia contro Fillon, sia contro la Le Pen, su  azioni note da tempo e le cui indagini possono essere sospese  in tempi di votazioni – come del resto  è previsto in certi casi:  esempio,  i rilievi della Corte dei Conti  Regionale  sono sospesi per sei mesi prima  delle elezioni locali in Francia, proprio per evitare strumentalizzazioni.
Il punto è che  Marine è la sola  politica in corsa  a denunciare apertamente  questi arbitri. Nel discorso di Nantes, ha avvertito  “I funzionari  a cui  un personale politico alle corde chiede di  utilizzare i poteri dello Stato per  sorvegliare gli oppositori o  organizzare   contro di loro persecuzioni, pugnalate alla schiena (coups tordus) o campagne diffamatorie (cabales)   – fra qualche settimana  questo potere politico  sarà spazzato via, ma questi funzionari dovranno assumersi il peso di  questi metodi illegali e  mettono in gioco la loro propria responsabilità”.

“Lasciano a Marine la  difesa delle libertà pubbliche”

Naturalmente i media complici hanno strillato che Marine  minaccia di epurare  i dirigenti statali. A  parte che esiste una legge sulla funzione pubblica (Legge i n°83.634 del 13 luglio 1983,  art.28) che potrebbe portare all’incriminazione dei “funzionari” agenti per ordine di Hollande, il punto è che il Sistema intero, gli altri partiti  compresi e i media, “hanno abbandonato a Marine Le Pen la difesa delle libertà pubbliche”: per un partito che  gli avversari continuano a dichiarare “fascista”, è  una  medaglia di legittimità regalata da quelle che si autodefiniscono “custodi della democrazia”.   Saranno loro i “fascisti”?, si domanda più di un insospettabile intellettuale.  Emmanuel Todd ha parlato di “flash totalitarie” a proposito delle ultime iniziative di Hollande.  Sapir si chiese se “l’Europa sia fascista” (errore di analisi tipico di “sinistra”, chiamare fascismo  quello che  è un regime oligarchico anti-popolare e anti-sovranista..).
Tanto più che Francois Hollande,  per far capire meglio di chi è agli ordini, il 27 febbraio scorso s’è recato  presso la sede del Grand Orient de France per celebrare coi fratelli il tricentenario della Massoneria –  prima visita di un presidente  in carica nella storia – ed  ha pronunciato un discorso  con questa frase: “Chi attacca la Massoneria, è alla Repubblica che mira”. Applausi.
Qui non c’è  solo  il fatto, già tante volte sottolineato, che il Sistema , appena s’è sentito in pericolo, ha gettato i rituali della democrazia  come una maschera  di cartapesta  – quale infatti era. Qui, c’è da chiedersi  se i padroni del discorso si rendono conto della”sorda collera”  che il Figaro avverte salire dal popolo”di destra” ma anche di centro-destra, quello che avrebbe votato Fillon. Se il panico o l’ebbrezza del potere li ha accecati a tal punto, da non  sentire che stanno spingendo all’insurrezione? O forse è  proprio  questo che vogliono, nella loro totale irresponsabilità?

“Verso gravi torbidi”

Perché è evidente che l’insurrezione è nell’anticamera della Francia, sia che  Le Pen perda, sia che vinca al secondo turno. Nel primo caso, il suo elettorato sentirà che la vittoria  gli è stata rubata da trucchi illegittimi. Ma se Marine va all’Eliseo, una metà del paese –  quella progressista, da 30 anni chiamata in  ballottaggio alla “unione patriottica”, ossia a votare un candidato di destra moderata piuttosto che far passare il Front National –   si sentirà governata da una forza a cui si rifiuta di riconoscere legittimità democratica  – esattamente come gli  americani “progressisti” nei confronti  di Trump. Tutto aggravato dall’incendio dei quartieri “islamici”,  pronti a scatenarsi ancor più  davanti a una presidenza “di  bianchi razzisti”.  La  polarizzazione estrema è nei fatti; e viene istigata di giorno in giorno dalle slealtà  del Sistema e dai media.
“Il clima della Francia si deteriora tanto da spaventare.  Quale che sia il punto di vista a cui si pone l’analisi  oggettiva,  si è forzati a constatare che il nostro paese è alla deriva. E ciò in  un clima  di violenza che non può che far temere i mesi prossimi. Molti di noi  pensano che viviamo attualmente in  un clima di guerra civile”:  ed è sintomatico che a dirlo non sia un politico né un “autorevole commentatore” mainstream,  ma Francois Billot de Lochner, un banchiere che ha fondato un gruppo civico, Fondation de Service Politique e “France Audace”.  Questo privato, nel suo blog, ci dà un elenco di evidenze, espresse da domande retoriche incalzanti, che danno i brividi:
“S’è mai vista una campagna presidenziale  nel corso della quale il Sistema si accanisce a distruggere un candidato che detesta, e  l’insieme dei pretendenti non può   fare campagna pubblicamente senza un esercito”messicano” di  guardie del corpo, poliziotti in borghese, Digos? [Compagnie Républicaine de Sécurité, la polizia politica del ministero dell’Interno, paragonabile alla nostra DIGOS]… spostandosi in  un clima di odio e violenza palpabile?
“S’è mai visto uno spazio pubblico in cui non si può passare  tranquillamente  per i fatti propri senza essere controllato, identificato, perquisito, sospettato? Lo spazio pubblico è  diventato un luogo di rischio  attraversato  da militari  armati fino ai denti?
“Si  sono mai  viste nella storia della Francia, città intere vietate alla polizia e alla giustizia  nonché ai francesi “di nascita”: città divenute territorio stranieri, pronti a regolare i conti con i “francouillard”?
“Si è mai visto un paese sopravvivere ad una invasione organizzata dalle elites del  paese invaso, che produce una  scia di insicurezza e   di  violenza, e di costi giganteschi che   approfondiscono dei deficit già abissali?”.
“S’è mai visto un presidente della Repubblica precipitarsi al letto di un delinquente immigrato [Théo,  che  disse   di essere stato “sodomizzato”  col manganello da un poliziotto durante i disordini nella  banlieue di Aubervillier  a metà febbraio]  ma non fare il minimo gesto  per  i poliziotti  aggrediti con bottiglie molotov e  gravemente  ustionati nelle banlieues del sud, e gli assassini potenziali sono degli immigrati?”
“Quando s’è mai visto un  tale massacro della gioventù a cui non è proposto più niente di nobile, di bello, di vero e di bene, essendo predicato che lo scopo supremo è il godimento individuale, nutrito dall’ondata di pornografia che   con assoluta certezza uccide questa gioventù?  Da qui la violenza  estrema delle Nuits Debout, o degli spacca tutto di Nantes e di Rennes  o altrove, alberi che nascondono la foresta che non chiede altro che di prender fuoco.
“Quando si è mai vista nei Francesi una tale depressione , confermata da istituti specializzati di mese  in mese, e  in salita verso un livello mai toccato?
“Si è mai visto prima un governo alle corde prendere, settimana dopo settimana, misure drammatiche  e vergognose, per poi i suoi membri  prendere altrettanto vergognosamente la fuga verso  poltrone dorate create apposta per assicurare loro vecchiaie finanziariamente felici?”
“S’è mai vista prima  la Massoneria esibirsi   così pubblicamente come istituzione di governo, ed affermare senza complessi di tirare le fila della  decostruzione della Francia?”.
Ed infine, ce n’è  anche per El Papa:
Dove si è mai vista la Chiesa assoggettarsi  fino a questo punto  all’ideologia mortale delle elites   che non mostrano che un obbiettivo, distruggere la Francia che detestano”?
Il lettore vede che potrebbe sostituire la parola “Francia” o “francesi” con Italia ed italiani, e  l’allarme  si attaglierebbe ancor meglio a noi. In tutto: dall’uso politico della  giustizia alle violenze corpuscolari sottopelle, dall’immiserimento morale della gioventù  alla corsa dei politici alle poltrone e ai vitalizi per garantirsi la vecchiaia da ricchi, le vergognose scorte   da cui i ministri si  fanno accompagnare fino all’esercito che fa’ blocchi stradali nell’operazione “città sicure”,   tutto è là come qui.
Ma una sola frase non si attaglia a noi italiani: l’ultima, la conclusione del cittadino François Billot de Lochner:
“Per tutte queste ragioni, il clima diventa  via via insurrezionale: una scintilla potrebbe provocare torbidi gravi,   persino una guerra civile – che sarebbe molto difficile da sedare, a tal punto il caos possibile rischia d’essere multiforme, e dunque non dominabile. Per ciascuno di noi, è  suonata l’ora del coraggio”.
Non “l’ora di tapparsi in casa e poi correre a soccorrere il vincitore”,  badate,   ma l’ora del coraggio.
Come ho già fatto  altre volte – scusatemi se mi ripeto – tutto ciò sembra indicare in modo agghiacciante il rapido porsi delle condizioni per la profezia del veggente bavarese Alois Irlmaer (1894-1959) su Parigi:
“La grande città con l’alta torre di ferro è in fiamme;  ma questo è stato fatto dalla propria gente, non da quelli che sono venuti dall’est. Posso vedere esattamente che la città è rasa al suolo  –  e anche in Italia sta andando selvaggiamente”.

“Merde!”, Juncker perde la testa


Juncker  è il capo della Commissione che nel gennaio 2015, di fronte al referendum greco contro le inumane imposizioni della UE, sancì: “Contro i trattati europei non ci può essere scelta democratica”.  Era    la voce stessa dell’oligarchia che non dipende dal voto dei cittadini, e lo sa  e se ne vanta. Il 2 marzo scorso, era  meno sicuro della forza del potere oligarchico. Ha parlato del futuro della UE e alla fine è sbottato: “Merda! Cosa volete che facciamo?!”
Guarda e ascolta il Video:

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