Il Senato ha approvato il ddl per il contrasto all'indigenza: per la prima volta l'Italia ha uno strumento universale di sostegno. Ma le risorse bastano solo per il 30% degli italiani in condizioni di bisogno economico. E nel frattempo sono stati tagliati di 310 milioni due Fondi con cui vengono finanziati servizi destinati proprio alle fasce più deboli. Forum Terzo Settore: "Gli enti locali dovranno sacrificare assistenza domiciliare, asili nido, pronto intervento sociale.
Con il via libera del Senato al disegno di legge per il contrasto alla povertà, l’Italia perde il poco invidiabile primato di esser rimasta l’unico Paese europeo senza una misura nazionale di sostegno agli indigenti. Ma le associazioni, le cooperative sociali e il mondo del terzo settore hanno poco da festeggiare. Non solo perché i soldi stanziati per l’effettiva partenza del Reddito di inclusione – per il 2017 circa 1 miliardo, più 600 milioni che arriveranno dal “riordino di trattamenti esistenti” – bastano solo per il 30% dei 4,6 milioni di italiani in condizioni di indigenza secondo l’Istat. E neppure perché, per l’effettiva partenza del contributo compreso tra i 250 e i 500 euro mensili, serve ora un decreto attuativo che stabilisca la soglia di reddito Isee sotto la quale sarà riconosciuta la nuova ‘social card’. Il vero problema è che nel frattempo sono stati tagliati di ben 310 milioni due Fondi con cui vengono finanziati servizi destinati proprio alle fasce più deboli della popolazione...
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http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/03/09/welfare-reddito-di-inclusione-non-rompe-circolo-che-alimenta-poverta-silenzio-sul-taglio-dei-fondi-al-sociale/3440557/
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