martedì 21 marzo 2017

Danilo Quinto - Umilmente al servizio di Cristo come suo servo inutile (e adesso processateci tutti…) di Danilo Quinto

Danilo Quinto - Caso giudiziario

Processo per diffamazione!?                                   
Roma - Lunedì 20 marzo, torno in Tribunale per una denuncia di diffamazione di cui sono stato oggetto da parte dei radicali. Nel mio primo libro Da servo di Pannella a figlio libero di Dio avevo scritto servo sciocco in corsivo. Quasi una metafora, come scrisse Gianluca Veneziani su L’Intraprendente di qualche mese fa (l’articolo lo troverete in calce), che è il solo ad essersene occupato. La vicenda è ignota a molti, perché tanti hanno preferito non occuparsene, non scriverne e non divulgarla. Fumus persecutionis? Ma andiamo! Io non sono mica Minzolini, o Lotti.
                              Avrei potuto diventare parlamentare,
                             ma vi ho rinunciato per seguire Cristo.
E non mi lamento. Di che cosa dovrei lamentarmi, d’altra parte? Di essere per un minimo accanto a Cristo e di partecipare alle Sue sofferenze?...

 Su Marco Pannella…                                                 
Anni fa, quando Emma Bonino stava per diventare Presidente della Repubblica,Costanza Miriano scrisse sul suo blog che Cristo era morto in Croce anche per Emma Bonino, senza aggiungere che la grande italiana – come l’ha definita il papa e i cattolici che abortiscono sono di certo d’accordo con lui – non si salverà mai se non si pentirà pubblicamente di quello che ha realizzato con la sua ideologia. Il buon ladrone si salva solo perchè si pente dei suoi peccati. Lo scritto della Miriano mi colpì molto allora. Povero ingenuo che sono. Fu un esempio di quel cosiddetto mondo cattolico che ho conosciuto negli anni seguenti. Quello che edulcora e annacqua tutto, pronto a fare compromessi e a coltivare il male minore. Quello di Eugenio Roccella – ad esempio – che insieme a decine e decine di parlamentari cattolici firma appelli a favore dei 10 milioni di euro che lo Stato elargisce ogni anno a Radio Radicale e mi dice
          «Me l’ha chiesto un amico al quale non potevo dire di no».
Quello di Gaetano Quagliariello, che in occasione del ricordo di Marco Pannella al Senato, afferma: «Oggi di luoghi di formazione, in fondo gratuiti e generosi, come quello che il Partito Radicale di Pannella ha incarnato, non ne esistono più. E questa è una perdita secca che condiziona la qualità della classe politica e quindi la ricchezza stessa della nazione». Quello di Massimo Gandolfini, che il 20 maggio scorso, così diceva di Pannella, a Radio Radicale: «Ho un ricordo sul piano umano molto buono e molto bello». Quello di Mario Adinolfi, che nel corso dell'Assemblea del Popolo della Famiglia, che si è tenuta a Roma nel gennaio scorso, ringraziava Radio Radicale della registrazione che effettuava.
  Non cerco solidarietà da questi personaggi          
Non cerco solidarietà da questi personaggi e da molti altri simili a loro.
                                          Con i loro comportamenti,
          sono complici dell’ideologia che proclamano di combattere.
Cerco di fare il mio dovere. Umilmente. Nelle cose che dico, in quelle che scrivo, in quelle che Dio ritiene di farmi affrontare. E se lo ritiene Dio non posso che abbandonarmi alla Sua volontà. Da Suo servo inutile. A questo proposito, ho sempre in mente quello che insegnava Don Divo Barsotti nelle Meditazioni sulle Lettere Pastorali: «San Paolo raccomanda a Timoteo di non invitare alcuno a insegnare dottrine diverse. Vi sono delle persone che Paolo teme possano insegnare delle dottrine che non sono precisamente delle dottrine cristiane. Una delle preoccupazioni fondamentali dell’apostolo è per l’integrità della fede. La Chiesa cristiana ha già un suo corpo di dottrina ben definito, ha come un deposito che si deve conservare con cura gelosa. E’ l’impegno dei discepoli ai quali Paolo si rivolge. Tale è la preoccupazione di Paolo di salvaguardare la fede, che può anche lasciare Timoteo ad Efeso e andare solo, lontano da lui. Paolo ama Timoteo, ma il suo affetto per lui, il discepolo prediletto, non può superare il suo amore per Cristo. Egli vive per il servizio che gli è stato chiesto da Cristo».
Danilo Quinto

Nessun commento:

Posta un commento