giovedì 30 marzo 2017

Maurizio Blondet - La UE vuol cambiare una legge Russa...(le provocazioni anti Putin si aggravano)




  

L’ultima: la  Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha accolto  la denuncia di alcune organizzazioni non-governative contro la legge russa detta “Degli Agenti Stranieri”,  che appunto tratta come “agenti stranieri” quelle “libere” associazioni  di cittadini che ricevono fondi dall’estero.  L’accusa: questa norma viola  la libertà di parola e associazione in Russia.  In realtà, la legge suddetta non vieta tali associazioni; prevede misure di controllo  particolari sul loro finanziamento,  e le cataloga come “agenti stranieri”. Oltretutto, una legislazione analoga esiste negli Stati Uniti, senza che ciò abbia indignato  il tribunale europeo.
Ma la cosa più sinistra è che un organo “giudiziario” della UE ritenga di avere  giurisdizione su uno stato che non  fa parte dell’Unione Europea.  E’  una concezione molto significativa di “diritto” quella che nutre l’oligarchia mai votata:  si ritiene depositaria non già di legalità, bensì di altissimi comandamenti morali, così eccelsi e indiscutibili da essere validi oltre ogni confine.  Esattamente come i Dieci Comandamenti, che hanno giurisdizione universale. Dunque la UE si erge a dio, si  comporta come Dio, non  riconoscendo nessuna sovranità fuori della sua :  il dio della sovversione morale, ovviamente, perché a questa stregua, potrebbe magari intimare a Mosca di  ratificare la legge sulle “unioni civili”, le nozze sodomitiche essendo diventate “diritto” in UE ed USA; e non solo una legge – modificabile eventualmente a maggioranza –  ma un comandamento morale indiscutibile, in quanto  supremo, facente parte degli inviolabili “diritti  umani”....

Ma naturalmente, il tutto va inserito nel quadro di  provocazioni  messe  in atto  a ritmo accelerato  dalle oligarchie occidentali (  quelle che si autodefiniscono “democrazie”) per  rimettere in pista, in vista delle elezioni presidenziali in Russia del  2018,   il loro uomo: Aleksei Navalni, da mettere al posto di Putin.   Lo abbiamo già visto organizzare le manifestazioni di piazza ed esporsi all’arresto per dimostrazione non autorizzata, in favore di telecamere, qualche giorno fa.
Se i tentativi di precedenti rivoluzioni colorate i Russia non hanno avuto successo, questa volta il bersaglio scelto è più facile: Medvedev,  il primo ministro-nullità,  e  la    “corruzione”, sua e del sistema.  Scelta che si direbbe azzardata, essendo Navalny condannato (insieme al fratello) per appropriazione indebita di fondi pubblici in tre reati distinti.
L’ultima volta, a febbraio 2016, è stato giudicato colpevole di aver ottenuto 250  mila euro dalla Kirovles, una ditta di materiale edilizio,  che Navalny avrebbe “convinto” a  firmare un contratto con la ditta di un suo amico, Ofitserov. E’  stato condannato a cinque anni.
A novembre, la Corte Europea dei Diritti Umani ha  giudicato il processo “irregolare”. La Corte suprema russa ha per questo annullato la sentenza  (grave errore, col senno di poi, aver riconosciuto un diritto d’ingerenza alla Corte UE:   ma ciò dice la volontà di conciliazione di Mosca) e ordinato un nuovo processo: che ha confermato la condanna,  la terza.
Nonostante ciò, la pena (5  anni) gli è stata sospesa: a dimostrazione della crudeltà  inflessibile  della dittatura putiniana.  E’ dunque  la sospensione della pena che consente a Navalny di girare liberamente e organizzare manifestazioni non autorizzate –   cosa vietata e perseguita anche in Italia, da ogni ministero dell’interno – per la quale i media e i politici occidentali hanno avuto  modo di condannare la dittatura putiniana una volta di più.
  • Ma se è  un politico corrotto (tra l’altro espulso dal suo stesso partito, Jabloko, per “razzismo”), Navalny è “il nostro corrotto”: fin da giovane, quando ha fondato il movimento Alternativa Democratica, finanziato dal National Endowment fo Democracy, l’organo di sovversione del Congresso Usa fondato a suo tempo da Reagan,  amici perfezionata in corsi  pagati, offertigli  dalla Yale University per farne un “leder mondiale”  con accento americano.
I poteri oligarchico-mondialisti  hanno fretta e furia  per motivi precisi: Putin e il cinese Xi stanno rapidamente affrancando i loro rispettivi sistemi monetari dal  sistema finanziario globale, ossia dall’egemonia del dollaro.

Mosca e Cina si svincolano da SWIFT

Da pochi giorni la governatrice della Banca Centrale,  Elvira Nabiulina, ha annunciato  la realizzazione di un circuito bancario e monetario indipendente da SWIFT, Clearstream ed Euroclear  – cioè dal sistema di camere di compensazione gestito monopolisticamente  da “Europa”  ed Usa (SWIFT, Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunication, ha sede in Belgio;  ma il deep state Usa ha il permesso assoluto di guardare dentro ogni transazione europea, con la scusa della “lotta al terrorismo globale”, ficcando il naso negli affari  e segreti commerciali): la Russia è minacciata di essere espulsa  da tre anni,  dalle sanzioni europee ed americane. L’espulsione, avvenuta per  esempio  contro il Vaticano di Ratzinger (e in atto da anni contro Teheran)  provocherebbe un collasso dell’economia. Adesso, Nabiulina ha annunciato che la Russia,  nel caso, può passare da SWIFT al sistema sovrano suo proprio, SPFS, e in caso di blocco dai circuiti Mastercard e Visa,   il 90  per cento dei bancomat può continuare a funzionare grazie al circuito autonomo “Mir”.
Ma non basta: una banca di clearing è stata creata a Mosca per le transazioni  in rubli-yuan cinesi.  E, scrive Sputnik, “una misura cui si sta pensando è l’organizzazione congiunta degli scambi in oro.  Cina e Russia sono stati i più attivi compratori d’oro negli  ultimi anni”.   L’idea  sarebbe di   coinvolgere nel sistema aurea anche tutti i BRICS, (Brasile, Russia, India, China, e Sud Africa) : i quali hanno effettivamente parlato di questa “nuova architettura finanziaria” nel loro vertice dell’ottobre 2016,   per sottrarsi alle  ingerenze del Fondo Monetario e   ai suoi metodi, e parzialmente al dominio del dollaro nella finanza mondiale.

Il bancomat russo

Putin ha aumentato le riserve russe in oro, che oggi ammontano ad oltre 1650 tonnellate,  perché “prevede che a lungo termine la fiducia nel dollaro cadrà, e che il  dollaro  sarà usato come un’arma contro la Russia”.
E’ difficile anche solo immaginare, in caso di crisi epocale della moneta-debito, l’esistenza   nel   mondo di un sia pur relativamente piccolo sistema monetario basato sul tallone aureo.

Pericolo tallone-aureo

Ricordiamo le basi: la moneta attuale è moneta-debito, ossia una cambiale.  Il suo attivo è il “passivo” di qualcun altro, che può rivelarsi insolvente.  L’oro invece è una moneta che ha il suo attivo in sé.  Nella moneta-debito, i  debitori sono gli stati, a cui le banche centrali “prestano” ad interesse il denaro creato dal nulla, ad interesse.  Se gli stati diventano insolventi, che succede? Basti dire che nel  1917-20 , quando i bolscevichi presero il potere, azioni e obbligazioni dell’economia russa crollarono, e l’oro si valorizzò di 30 mila volte.


L‘oro durante la Rivoluzione Bolscevica  (http://www.zerohedge.com/news/2017-03-23/100-years-ago-russian-stocks-had-very-bad-day)

Nel 1965, il generale De Gaulle  chiese al’America che pagasse parte delle sue importazioni dalla Francia in oro anziché in dollari, al valore di rapporto dollaro-oro fissato dagli stessi americani col (falso) Gold Exchange Standard;  mandò un incrociatore caricato di dollari – guadagnati dai  francesi con l’export – al porto di New York, chiedendo che fossero cambiati in oro.  L’incapacità della Federal Reserve di fare il cambio precipitò la  fine della convertibilità dollaro-oro decisa da Nixon, e i diversi tentativi americani di ammazzare De Gaulle, o di cacciarlo d al governo. Cosa che riuscì grazie all’aiuto delle “nuove sinistre” di Francia, ai sessantottini, dai neo-marxisti del “vietato vietare”.
E’ chiaro il motivo d’urgenza per Washington di eliminare  Putin. E  mettere al suo posto Navalny. E  della sempre più  accanita campagna di delegittimazione di Putin da parte dei liberi media mainsteam,  specie “progressisti” e “di sinistra”.

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