Continuano i massacri nella Striscia di Gaza. Gli aerei da guerra israeliani hanno attaccato una tendopoli a Rafah, nell’area di Tal as-Sultan, uccidendo almeno 40 persone. La notizia è stata riferita da fonti locali, citate dall’agenzia di stampa Wafa.
I dettagli dell’accaduto
“La maggior parte dei morti sonno donne e bambini”, ha specificato l’emittente televisiva Al Jazeera, evidenziando inoltre la presenza di decine i feriti. Questi ultimi sono stati portati negli ospedali della zona. La Mezzaluna rossa non ha nascosto però che le strutture sanitarie, situate nell’area, “non sono in grado di gestire il gran numero di accessi”.
Medici Senza Frontiere ha comunicato di avere accolto 28 contusi nel Centro per la stabilizzazione per pazienti con traumi. “Siamo inorriditi. Quanto è avvenuto dimostra che nessun luogo è sicuro nell’enclave. Continuiamo a chiedere un cessate il fuoco immediato e duraturo”, ha commentato l’infermiera del noto ente internazionale Gaia Giletta. “Siamo davanti all’inferno sulla Terra”, ha tuonato l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati.
La giustificazione israeliana.....
Le Forze di Difesa, guidate dal premier Benjamin Netanyahu, hanno comunicato intanto l’uccisione, mediante l’incursione, di due esponenti di Hamas che erano presenti nel complesso bombardato. Si tratta di “Yassin Rabia, comandante della leadership in Cisgiordania e Khaled Nagar, un alto esponente della fazione sempre nella regione in questione”.
La reazione di Hamas
La stessa organizzazione ha replicato a stretto giro, definendo il raid “un massacro che ha coinvolto civili” e ha invitato i palestinesi a levare la propria voce per protestare nei confronti dell’ennesima tragedia perpetrata dal cosiddetto “nemico sionista”.
La prudenza di Biden
Washington sta raccogliendo maggiori informazioni sull’accaduto, ha specificato il Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca. Il Qatar non ha escluso che potrebbero sorgere nuove difficoltà negli sforzi per mettere le parti belligeranti attorno al tavolo delle trattative.
L’avvertimento di Roma
“Guardiamo con disperazione alla situazione. Tel Aviv rischia di seminare un odio che potrebbe durare anni”, ha avvertito l’Italia per bocca del ministro della Difesa Guido Crosetto. Il collega della Farnesina, Antonio Tajani, ha indicato la nascita dello Stato palestinese come possibile via di uscita dall’escalation. “Siamo pronti a inviare i nostri militari per la sua istituzione qualora, una volta finita la guerra, si dia vita ad una missione dell’Onu guidata da un paese arabo”...
Lo Stato palestinese
Crescono intanto i componenti della comunità internazionale che si apprestano a riconoscere, come la Spagna, la Norvegia e l’Irlanda, la nuova entità statuale. Hanno contribuito così a incentivare un clima di opinione favorevole, a livello globale, che potrebbe spingere altre nazioni a compiere il medesimo passo ritenuto fondamentale per la stabilizzazione del Medio Oriente
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