L’Iran, gli Emirati Arabi Uniti, l’Arabia Saudita, l’Etiopia e l’Egitto sono diventati membri dei BRICS, unendosi così al Brasile, alla Russia, all’ India, alla Cina e al Sudafrica. L’Argentina avrebbe dovuto aderire all’alleanza economica, ma il nuovo presidente Javier Milei ha rifiutato.
Le origini dei BRICS
L’alleanza, che racchiude le economie emergenti, è stata istituita nel 2009 per costruire un ordine internazionale multipolare, sfidando quella dimensione unilaterale che è diventata realtà a partire dal crollo del muro di Berlino avvenuto nel 1989 e che ha imposto, a livello commerciale, il dominio del dollaro negli scambi di beni e servizi.
La Russia assume la presidenza dei BRICS
La presidenza di turno dei BRICS è stata assunta, dal primo gennaio, da Mosca. Il leader del Cremlino, Vladimir Putin, ha dichiarato che circa una trentina di Paesi sono pronti a entrare. “Si tratta – ha evidenziato il Capo dello Stato in un messaggio – di una dimostrazione convincente del crescente prestigio del gruppo e del suo ruolo negli affari mondiali”. Ha promesso che ci sarà una “integrazione armoniosa dei nuovi partecipanti”, mediante l’adozione di ogni misura possibile, nel rispetto delle tradizioni di ciascuno. L’elemento in questione non è di secondaria importanza, dal momento che l’Occidente e i governi satelliti di Washington hanno abbracciato la cosiddetta “cultura della cancellazione” che impone la rinuncia, apparentemente parziale, alle specifiche identità territoriali e culturali a beneficio di quelle differenti dalle proprie.
Il peso economico dei BRICS
Si è cominciato a parlare di questo gruppo nel 2001, e se allora rappresentava solamente il 16% del Pil mondiale, oggi la percentuale è raddoppiata, toccando il 31,5%. Il Fmi prevede che in breve tempo, nel 2025, il loro peso raggiungerà il 40% del Pil globale. Confrontandoli con i Paesi del G7, è evidente come le distanze si stiano accorciando sempre più in fretta.
La narrazione mainstream
Gli organi di informazione generalisti abbiano subito bollato i Brics come “democrazie non compiute” e “blocco anti -occidentale”. Vengono citati, come elementi a sostegno di tale tesi, le recenti impiccagioni avvenute nelle prigioni della Repubblica Islamica e la presenza numerosa di mezzi militari di Teheran nel Mar Rosso per la drammatica situazione in Medio Oriente. Nessuna parola però sui crimini israeliani nella Striscia di Gaza che hanno provocato ingiustamente, dal 7 ottobre, il decesso di 21.822 persone e il ferimento di 56.451, o sulle condanne a morte in atto nelle apposite strutture Oltreoceano.
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