Il primo allevamento italiano, autorizzato da lunedì a produrre farina di grillo, è situato a Montecassiano (Macerata). Sono circa 10 milioni gli insetti che sono conservati in un capannone industriale, sorto nella città marchigiana, di circa 300 metri quadri. Tali esseri viventi sono i discendenti dei primi 10mila acquistati, in Germania nel 2020, dal fondatore dell’impresa Jose Cianni.
La descrizione dell’imprenditore
Quest’ultimo ha descritto, in un’intervista al quotidiano “La Repubblica”, il trattamento a cui vengono sottoposti gli animali in questione. “Sono da tana e restano tutto il tempo col loro gruppo”, ha illustrato il responsabile, specificando che vengono tenuti in 4 stanze a una temperatura di 30 gradi con una luce che segue il ciclo di quella solare. Il cibo, composto da acqua e vegetali, viene somministrato loro automaticamente con un apposito sistema. I grilli sono portati, dopo circa un mese e quindi prima che diventino adulti, in una quinta area dello stabilimento per essere congelati in frigoriferi. “Muoiono come in natura quando arriva il freddo”, ha rassicurato l’esperto, richiamando la consueta ideologia green globalista sempre più in voga. Il processo termina in un’altra azienda che li trasforma in polvere liofilizzata. La preparazione della farina necessita di 5 litri d’acqua, contro i 15mila impiegati per lo stesso peso di carne rossa e di 1,2 chili di mangime.
La valorizzazione del nuovo cibo
Il numero uno di Nutrinsect ha colto l’occasione pure per valorizzare la presunta prelibatezza in arrivo sulle tavole degli italiani. “È buona, i grandi chef se ne innamoreranno”, ha detto elogiando la novità culinaria. Il 60% ha un elevato valore proteico. “Va abbinata però, ad esempio per preparare i biscotti o la pasta, alla farina normale”. Buona parte dei clienti non ha gradito tuttavia l’innovazione gastronomica. “Il 90% delle mail sono critiche. Gli attacchi non ci danno fastidio, anzi li capiamo. Si pensa che gli insetti vengano da lontano e siano sporchi. Sono invece nostrani, crescono in un ambiente asettico, la filiera è tutta italiana”.
Le perplessità
Le argomentazioni non hanno convinto neanche sua madre che non ha mai ceduto alla proposta, reiterata per 4 anni, di provare il nuovo prodotto. Le perplessità, nei riguardi del new food promosso dall’Europa, arriva persino dall’autorità alimentare dell’Unione. L’Efsa ha comunicato il proprio parere scientifico, non nascondendo i rischi per la salute.
I danni alla salute
L’assunzione dell’acheta domesticus potrebbe scatenare, secondo l’ente del vecchio continente, reazioni allergiche in quelle persone intolleranti ai crostacei e agli acari della polvere. Un sondaggio, citato da Coldiretti nel comunicato divulgato agli organi di informazione il 19 gennaio 2023, ha sottolineato la contrarietà del 54% degli italiani nei riguardi dell’introduzione di alimenti rientranti in una dieta lontana dalle consuetudini cristallizzate nel tempo.
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