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Mosca la abolito l’IVA per gli acquisti in oro. E ‘ una delle misure prese in risposta alle sanzioni finanziarie dell’Occidente, prima fra tutte la “bomba atomica” del l’esclusione da SWIFT delle principali banche russe, che ha provocato l crollo del corso del rublo, il rialzo del tasso direttore da parte della banca centrale russa del 20% per ridurre l’inflazione, e la proibizione dei pagamenti dei debiti in valute occidentali (dollaro ed euro), misura necessaria visto che la prima causa della caduta del rublo è la fuga di capitali.
L’abolizione dell’IVA sull’oro serve a ad acquietare il russo medio di ceto medio, l’uomo qualunque: può, comprando l’oro, mettere al sicuro i propri risparmi in rubli. Ma siccome l’abolizione dell’IVA è anche il primo passo per trasformare l’oro da “merce” in “Moneta”, nell’irriducibile ambiente ideologico degli odiatori della “fiat money” e della sua impostura fondamentale, è nata la speranza che la Russia “torni al gold standard”, e col tallone aureo sconfigga il petrodollaro e il primato monetario USA (ed europeo en passant).
Ripetiamo qui che il “denaro” creato dal nulla oggi – essenzialmente dalla banche, quando aprono un fido o fanno un mutuo, è una cambiale: un “attivo” che rappresenta il “passivo” di qualcun altro, un debitore il quale può essere insolvente, mentre l’oro è un attivo che ha il suo valore dentro di sé.
Anche se la Russia ha aumentato le sue riserve auree diminuendo quelle in dollari, non è il paese che più dispone del metallo giallo; la sua prima valuta di riserva è l’euro la modesta misura complessiva della sua economia, dubito gli basti ad imporre il Gold Standard al mondo da sola.
Ma riprendo il diverso ed ottimistico parere di un report tedesco (dove sono i più tenaci e fanatici nostalgici del Gold Standard: quale moneta più solida?), che dice:
“L’Occidente sta intensificando la guerra finanziaria contro la Russia. “Il presupposto di fondo è che l’economia russa sia debole e quella degli alleati occidentali sia più forte. Alcuni parametri-chiave mostrano che questo è sbagliato. La resilienza di fondo dell’economia russa e del suo sistema finanziario non è ampiamente compresa: e sono invece le sanzioni dell’UE potrebbero finire per minare l’intero Eurosistema e l’Euro stesso (…) Questo articolo non solo porta al probabile collasso dell’intero Eurosistema, ma anche spiega come questa guerra finanziaria potrebbe finire con un gold standard de facto per il rublo e porre fine all’intero schema ponzi di valuta fiat”, ha riportato Goldmoney.com un giorno dopo la pubblicazione dell’articolo DWN con il titolo “Bomba nucleare SWIFT fatta esplodere: sistema finanziario globale sull’orlo ”.
Riprendo l’articolo: “Ma forse la Russia farà un colpo e deciderà di restituire l’oro al rublo (forse anche un rublo digitale) per proteggersi da una catastrofe economica e finanziaria dovuta alle sanzioni. Ciò sarebbe possibile perché Mosca è tagliata fuori da gran parte del mondo della capitale a causa delle sanzioni occidentali ed è condannata a intraprendere strade alternative”.
Goldmoney.com afferma che l’assunto che il sistema economico occidentale sia abbastanza forte da punire la Russia non è corretto. “Il sistema economico occidentale si trova in una crisi sempre più profonda. La svalutazione accelerata della valuta porta a un aumento dei prezzi poiché il potere d’acquisto diminuisce.
Allo stesso tempo, la spinta economica artificiale attraverso interventi economici e valutari sta scomparendo. Alcuni dicono che questa è stagflazione. Ma una descrizione migliore è che i problemi in Occidente derivano dall’inflazione monetaria e dalla crescente consapevolezza dei mercati della tassazione nascosta dei rendimenti reali negativi sui titoli di Stato.
L’attuale sistema monetario fiat, sull’orlo del collasso, esiste dal 1971 quando il gold standard è stato abolito. Per inciso, nello stesso anno è stato fondato il “World Economic Forum”, i cui membri sono costituiti dai beneficiari del sistema monetario fiat allora introdotto.
Dagli anni ’80 fino alla crisi della Lehman, questo sistema è stato finanziato dall’espansione dei prestiti bancari ai consumatori che non potevano onorarli e alle loro case (crisi del subprime). Da allora è stato finanziato (almeno in parte) dai programmi di Quantitative Easing [stampa,ndr.] della banca centrale, dall’espansione del credito e dalla helycpter money.
Le banche centrali stanno attualmente stampando denaro in massa inaudita per abbassare contemporaneamente i tassi di interesse e i rendimenti obbligazionari.
E dove siamo adesso? Sono state introdotte sanzioni contro importanti russi, l’accesso SWIFT è stato bloccato per le banche russe e l’accesso della Banca centrale russa alle proprie riserve valutarie è stato interrotto.
Sembra che i pagamenti SWIFT e i trasferimenti di valuta dai conti della Banca di Russia con altre banche centrali saranno consentiti solo per i pagamenti di petrolio e gas, riferisce Goldmoney.com.
Il messaggio a Putin recitava: “Faremo di tutto per renderti la vita impossibile, ma ci aspettiamo che continuerai a fornirci petrolio e gas”. Questo ha senso solo se le sanzioni finanziarie imposte mettono rapidamente in ginocchio la Russia e Putin chiede disperatamente entrate dalle esportazioni di energia.
Non è chiaro come la Russia possa spendere i dollari e gli euro guadagnati dalle esportazioni di energia quando i pagamenti per beni e servizi importati sono vietati.
Se questo è davvero il caso, allora le valute estere non hanno valore nelle mani dei russi. Il pensiero alla base di queste sanzioni non è quindi utile. In pratica, tuttavia, SWIFT non svolge alcun ruolo, in quanto esistono mezzi alternativi di comunicazione di regolamento tra le banche. Ancora più importante, le banche occidentali hanno linee guida dei loro regolatori che le costringono a non accettare pagamenti da fonti russe. E questo inevitabilmente minaccerà anche i trasferimenti di petrolio e gas.
“Inoltre, non è chiaro perché la Russia abbia bisogno di più dollari ed euro. I leader occidentali e i media finanziari presumono semplicemente che la cleptocrazia russa si basi sulle valute estere. Quello non è vero. L’economia russa è relativamente sana e stabile.
L’imposta sul reddito è fissa al 13 per cento, la regolamentazione delle imprese è leggera, il debito del settore pubblico è inferiore al 20 per cento del PIL e il sistema bancario in generale è significativamente più sano di quello dei suoi vicini. I libertari in Occidente possono solo sognare tali condizioni.
La perdita di tutte le entrate del petrolio e del gas è l’unica cosa che danneggerebbe la Russia, ma questo era esente da sanzioni (…) La Russia può più che dimezzare le sue esportazioni totali di petrolio a prezzi correnti e comunque far quadrare i conti. I margini del gas naturale dovrebbero essere simili”.
E in ogni caso, la Russia ha ancora sempre la Cina come mercato importante per la sua energia e le sue materie prime. Spostando ulteriori forniture alla Cina, la Cina limiterebbe semplicemente le sue importazioni dal resto del mondo. Sebbene la rete di gasdotti verso la Cina non sia in grado di far fronte ai volumi di petrolio e gas su scala europea, qualsiasi perdita di reddito può essere compensata in una certa misura da vendite aggiuntive di altre materie prime. Così Mosca avrebbe potere e potere di resistenza sulle economie europee.
La Banca centrale russa potrebbe quindi scambiare parte dell’oro con rubli per soddisfare le esigenze valutarie dell’economia secondo necessità senza compromettere il suo potere d’acquisto e aggiungere il resto alle sue riserve auree. Ciò si tradurrebbe in un gold standard de facto, che potrebbe avere il vantaggio di stabilizzare il rublo e sottrarlo dalla portata degli attacchi stranieri.
Da quando l’Occidente ha tentato di destabilizzare il rublo nel 2014, la Russia ha diversificato le sue riserve valutarie, riducendo l’esposizione al dollaro, aumentando l’esposizione all’euro e al renminbi e accumulando oro, che ora rappresenta il 23% delle sue riserve valutarie, un po’ più di i propri averi in dollari. Al Tesoro, il National Wealth Fund detiene anche circa il 20 per cento delle sue attività in oro (circa 670 tonnellate in più).
Dal 2014, il prezzo in dollari dell’oro è aumentato di oltre il 60%, a dimostrazione del fatto che la politica di accumulazione dell’oro della Banca centrale russa era più sensata del semplice scambio di dollari con altre valute estere. Rispetto all’euro, l’oro è aumentato del 73% nello stesso periodo a causa della relativa debolezza dell’euro rispetto al dollaro. La diversificazione dalle valute fiat estere non era solo la politica più sensata, secondo Goldmoney.com, ma ora che l’accesso alle riserve di valuta fiat è stato compromesso dai governi stranieri, il caso di un ulteriore accumulo di riserve auree russe diventa ancora più convincente.
Le condizioni per legare la liquidità del rublo all’oro sono già in parte esistenti. Il vero messaggio dei governi esteri e delle loro banche centrali alla Banca centrale russa è che, al fine di stabilizzare sia la valuta nazionale che la sua valutazione sui mercati valutari, è meglio sostenere il rublo con più oro che con quantità crescenti di moneta straniera.
“Ora stiamo vedendo come le sanzioni finanziarie dell’Occidente si ritorceranno contro chi le fa e inizialmente distruggeranno l’Eurosistema e la sua valuta”, ha affermato Goldmoney.com.
L’italiana Unicredit ha effettivamente fatto congelare a Bruxelles il suo impegno di 14 miliardi di euro nei confronti della Russia.
Société Générale è esposta in modo simile con il suo bilancio più indebitato. Anche le banche commerciali in Germania, Austria e Italia sono fortemente esposte.
Inoltre, se Putin procede con le restrizioni UE su gas e petrolio, l’aumento dei prezzi dell’energia aumenterà significativamente i rischi per le banche commerciali della zona euro. Le banche sovraindebitate dovranno quasi certamente essere salvate dalla rete di banche centrali dell’Eurosistema.
Il portale spiega: “Anche il mercato dei pronti contro termine nella zona euro[volute da Bruxelles e NATO!], che vale più di 10 trilioni di euro, è un fattore di rischio acuto.
… Agli agenti repo a tre parti viene chiesto di fornire i dettagli della controparte e se si sospettano interessi russi, le fasi finali dei pronti contro termine e dei pronti contro termine inverso potrebbero essere a rischio. Mentre i commentatori finanziari si aspettano che le autorità di regolamentazione trovino soluzioni ai problemi di regolamento derivanti da queste sanzioni, vi è un rischio maggiore non solo dalla contrazione del mercato dei pronti contro termine in euro, ma anche da diversi fallimenti di regolamento”.
Se è difficile capire completamente il pezzo di cui sopra, una cosa è vera: con le sanzioni e il troncamento immediato delle forniture russe, la UE ha danneggiato sé stessa; la propria economia non sopravviverà alla mancanza di gas, petrolio, cereali e fertilizzati russi – di cui s’è privata volontariamente. Comincia una disoccupazione di massa di migliaia di imprese che non possono produrre con rincari del 50% dell’energia, di fame e di estinzione. Ursula e Di Maio, patetici, stanno andando in giro all’estero a implorare un po’ di gas e petrolio, senza cavare un ragno dal buco. Poi ci sono i sanguinari ebrei:
Sul web circolano buone battute
L’Euroligarchia non ha avuto non si dice il coraggio politico (non ce l’ha), ma la acutezza mentale, cultura e intelligenza di porre la questione: a noi conviene stare con Putin, o con gli USA? Hanno fatto un po’ l’uno e un po’ l’altro senza non dico adottare, ma nemmeno intellettualmente formulare – magari per respingerla – una simile alternativa strategica, da cui dipende , adesso la vita di 500 milioni di europei.
https://twitter.com/durezzadelviver/status/1500170938427580423
Quanto agli Stati Uniti, invece, hanno già vinto. Nel senso che hanno raggiunto lo scopo strategico, da loro formulato in modo intelleggibile . Di separare l’Europa dal vastissimo continente, oceano di terra che va senza interruzioni dal Pacifico cinese fino all’Atlantico, è irraggiungibile dalle piratesche potenze navali (anglo), immensamente ricco di materie prime e derrate, insomma “autosufficiente” rispetto all’America.
Come disse l’ebreo George Friedman di STRATFOR all’indomani dell’insediamento del regime “filo-occidentale” di Kiev:
“L’interesse primordiale degli Stati Uniti, ciò per cui abbiamo combattuto le guerre per secoli – prima guerra mondiale, seconda guerra mondiale e guerra fredda – era il rapporto tra Germania e Russia. Perché se uniti, sono l’unica potenza che può minacciarci , e il nostro interesse era assicurarci che ciò non accadesse”.
La strategia degli Stati Uniti è quella di costruire una cintura anti-russa attraverso l’Intermarium (paesi dalla Polonia alla Bulgaria), separando Russia e Germania l’una dall’altra. L‘Ucraina è geopoliticamente cruciale per questo:
“Per la Russia, lo status dell’Ucraina rappresenta una minaccia esistenziale. […] Gli Stati Uniti stanno costruendo un cordone sanitario (“cintura di sicurezza”) intorno alla Russia. E la Russia lo sa”.
Gli europeisti no…
Ecco l’idea americana in una mappa:
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