Bombardò anche l’ambasciata cinese
“Sono stato io a suggerire di bombardare Belgrado”, dice un Biden molto più giovane del 1999. Questo video sta circolando da giorni, i miei lettori me l’hanno mandato una trentina di volte. Il punto è che stavolta è diventato “virale” sui media statali e sui blog dei dirigenti cinesi, e la cosa diventa un messaggio politico; messaggio del resto dettato a chiare lettere da Pechino.
Giorni fa, a Stoltenberg che, a nome della NATO, chiedeva a Pechino di condannare ”aggressione russa in Ucraina”,
il governo cinese ha risposto:
“Non dimenticheremo mai chi ha bombardato la nostra ambasciata nella Repubblica Federale di Jugoslavia. Né ci occorre lezione di giustizia da parte di un violatore del diritto internazionale”, come è appunto bombardare un’ambasciata.
Non su affatto un incidente. Il vostro cronista era lì come inviato e se lo ricorda. Il bombarda mento dell’ambasciata cinese a Belgrado fu mirato, deliberato e ripetuto. Si ipotizzò che alcune comunicazioni dell’armata serba fossero partite dall’ambasciata, e il bombardamento fosse la ritorsione.
Come ammise la stessa americana The National Review , “Nonostante l’apparentemente ampio controllo [americano] degli obiettivi, il 7 maggio l’ambasciata cinese a Belgrado è stata colpita da cinque bombe guidate dai satelliti Joint Directed Attack Munition, consegnate dall’US Air Force B-2 Spirit. Tre giornalisti cinesi, Shao Yunhuan della Xinhua, e Xu Xinghu e sua moglie Zhu Ying del Guangming Daily , sono rimasti uccisi nell’attacco. Altri venti cittadini cinesi sono rimasti feriti, cinque gravemente”.
E’ questo fatto che il ministero degli Esteri cinese ha giurato “non dimenticheremo mai”, elaborando ulteriormente: “Giovedì la missione diplomatica cinese nell’Unione europea ha affermato che il popolo cinese potrebbe relazionarsi pienamente con le sofferenze di altri paesi perché “non dimenticheremo mai chi ha bombardato la nostra ambasciata nella Repubblica federale di Jugoslavia”.
“Non abbiamo bisogno di una lezione sulla giustizia da parte di chi viola del diritto internazionale”, “In quanto residuo della Guerra Fredda e la più grande alleanza militare del mondo, la Nato continua ad espandere il proprio ambito geografico e la gamma di operazioni. Che tipo di ruolo ha giocato nella pace e nella stabilità mondiale? La Nato ha bisogno di una seria riflessione”.
Chi in Occidente speravva in una cautela e presa di distanza da Pechino, si ricreda.
Sono stati i dirigenti russi a tirar fuori la vecchia clip come risposta a Biden dopo che ha bollato Vladimir Putin come di “criminale di guerra” a causa dell’invasione dell’Ucraina.
“Il capo di Roscosmos, Dmitry Rogozin, ha ripubblicato il filmato sul suo account sui social media, ricordando all’attuale presidente degli Stati Uniti il bombardamento NATO della Jugoslavia che si stima abbia ucciso circa 2.500 civili , di cui 89 bambini “. Insomma se c’è un criminale di guerra è Biden,e si vanta di esserlo.
Circola anche un’altra clip in cui Biden ringhia: “Continuerò con ogni fibra del mio essere a mantenere l’America coinvolta con truppe che possono sparare e uccidere …”.
A proposito dei Biden, ho ricevuto e posto come mi è stata girata quest’altra informazione, che non sono in grado di veriificare. Riguarda il figlio, Hunter, che ha fatto molti affari in Ucraina, fra cui lo stipendio di 50 mila dollari al mese dalla Burisma.
Giro il commento unito alle immagini:
“Chiediamo scusa per la crudeltà di queste immagini morbosamente disgustose che provengono dal computer portatile di Hunter Biden insieme a video di un Hunter che violenta la sua piccola nipote. Hanno cercato di nasconderlo incolpando i russi, ma uno Tsunami sta per abbattersi contro questi criminali. Compariranno davanti al tribunale di Dio per il giudizio eterno, ma prima di quello dovranno rendere conto pure alla giustizia terrena. I bambini sono “sacri” e non si toccano, per questo Gesù disse di loro è il regno dei Cieli”.
Non posso verificare se sia veramente Hunter Biden in queste immagini. Ma ci sentiamo nel vortice del Mysterium Iniquitatis.
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