Un regime per poter sopravvivere ha bisogno di controllare in maniera rigida alcuni settori della società, tra questi l’informazione ha sicuramente un posto rilevante. A seguire c’è la scuola.
Così il luogo che formerà la generazione del futuro deve essere plasmato secondo i desideri di chi oggi detiene il potere e intende mantenerlo. E quale tipo di scuola intende costruire il Governo italiano per il prossimo futuro?
La storia secondo Cingolani
Un inquietante quadro della situazione è stato tracciato dall’attuale Ministro per la transizione ecologica Roberto Cingolani.
Qui il problema è capire se continuare a fare per quattro volte le guerre puniche in 12 anni (di scuola) o se caso mai le facciamo una volta sola e incominciamo a impartire un tipo di impostazione un po’ più avanzata.
Con tono canzonatorio Cingolani ha così deciso di sminuire l’importanza delle materie storiche, che dovrebbero essere subordinate invece a delle non meglio precisate materie tecniche e digitali.
Gli episodi storici che hanno influenzato in maniera determinante la storia passata? Inutili, meglio, secondo Cingolani, occuparsi di microchip e sanità digitale. Questo, evidentemente, a prescindere dalle naturali inclinazioni e aspirazioni del singolo individuo, che dovranno essere represse per venire incontro alle esigenze dello Stato italiano e del mercato.
Per Cingolani “un ritorno al mondo nuovo”
Rispetto a questa intenzione espressa apertamente dal Ministro Cingolani esiste un inquietante parallelismo, contenuto nel noto romanzo distopico “il Mondo nuovo”, dove la nuova società ha eliminato del tutto lo studio della storia, ritenendola una materia inutile ai fini della produzione. Nel mondo immaginato da Aldous Huxley il 1908, l’anno in cui venne prodotta la prima automobile secondo il modello fordista, viene identificato come anno uno di questa nuova pseudo civiltà.
L’idea di sottomettere completamente la scuola e la libertà di formazione degli individui rispetto al potere del mercato produttivo, viene poi espressa in maniera ancora più chiara sempre dallo stesso Cingolani. In questo caso Cingolani arriva addirittura a scimmiottare un linguaggio militaresco, parlando di reclutamento delle persone.
Trattando così gli studenti alla stregua di soldati, che dopo l’accademia dovranno essere portati forzatamente al fronte, in questo caso lavorativo.
Dalla democrazia allo Stato totalitario
Si tratta del ribaltamento della concezione statale per come quest’istituzione è stata intesa dalle democrazie liberali occidentali, dove il fine ultimo sarebbe dovuto essere quello di garantire agli individui tutti gli strumenti per poter realizzare a pieno le proprie aspirazioni e la propria personalità.
Quello espresso da Cingolani sembra ricordare invece da vicino un modello di Stato tipicamente totalitario, dove i cittadini, divenuti sudditi, vengono utilizzati come strumenti per soddisfare bisogni a loro estranei. Che possono essere quelli di uno Stato in difficoltà, oppure quelli di una corporations in cerca di nuovi sbocchi produttivi.
In passato abbiamo visto milioni di giovani mandati al fronte per compiacere i bisogni di una élite, domani potremmo vedere quindi milioni di giovani formati e reclutati per ingrassare i profitti di qualche multinazionale.
Gli indizi lanciati da Draghi e Letta
La scuola secondo Cingolani era però stata già ampiamente anticipata dallo stesso Draghi, che nel suo discorso di insediamento a Palazzo Chigi aveva apertamente parlato di maggiori investimenti nelle discipline tecniche. Mentre il segretario del Partito Democratico Enrico Letta era addirittura arrivato ad affermare che, in futuro, scuole e università non esisteranno nemmeno più.
E per tutti questi politici, che pontificano sul futuro dei cittadini senza avere mai ricevuto una legittimità elettorale, potrebbe essere rischioso dimenticarsi della storia e anche delle stesse guerre puniche.
Potrebbero per esempio dimenticarsi di come i romani abbiano distrutto Cartagine: facendosi attaccare, lasciando sfogare il nemico, aspettando il momento opportuno. Per poi infine sferrare il contrattacco decisivo. Chissà, magari l’élite di oggi è destinata a fare la fine di Cartagine.----
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