(Tommaso Merlo) –
Manca l’Europa in questa campagna elettorale. Non ne parla nessuno. Sembrano elezioni politiche. Tutti attendono il 26 maggio per vedere cosa succederà al governo gialloverde. Occhi puntati su Roma, non su Bruxelles. Col vecchio regime in prima fila a tifare per lo sfascio. I giornalai si lanciano all’arrembaggio su ogni screzio mentre Pd e Forza Italia candidano cani e porci. A conferma di quanto disprezzino l’Europa. Per loro Bruxelles non è nient’altro che un redditizio poltronificio con cui raccattar soldi per tirare avanti e parcheggiare trombati a spese del contribuente. Uno spettacolo indegno che dura da decenni e che persiste anche dopo la rivolta populista. A conferma di come i vecchi partiti siano del tutto incorreggibili e l’unica speranza è che spariscano dalla faccia della terra. Negli ultimi decenni i cosiddetti popolari e socialdemocratici – o meglio le vecchie partitocrazie basate sulla bufala destra e sinistra – hanno castrato il sogno continentale. Hanno creato un gelido club burocratico-finanziario che invece di unire i cittadini europei intorno ad un a grandioso progetto comune, li ha irritati e allontanati a furia di gelidi vincoli e ramanzine arroganti. Le vecchie partitocrazie hanno ridotto l’Europa ad una bega di soldi e di regole trasformandola in un nemico senz’anima...
Invece di essere una “casa” colma di opportunità, l’Europa è diventata una entità terza ed ostile in cui dover litigare per riuscire a difendere i propri interessi nazionali. Una riunione di condominio piena di stronzi. In Europa gli unici passi in avanti si compiono perché “conviene”, roba economica e finanziaria oppure militare. Bruxelles è diventata una mega verminaio di lobbisti intenti ad infiltrare la carcassa burocratica per succhiare risorse e strappare regolamenti favorevoli. La politica è rimasta nelle grandi capitali e a Bruxelles i vecchi partiti hanno sempre spedito orde di burattini e parassiti professionisti che invece di alimentare il sogno europeo lo hanno distrutto. E anche tra i più illuminati, l’Europa è intesa al massimo come una “necessità” visto il nuovo scenario globale e visto che paesi come l’Italia sono degli insetti rispetto alla Cina o agli Stati Uniti. Convenienza, necessità, difesa. Non spirito europeo, non coraggio politico di unire le forze continentali per contendersi la leadership mondiale. Se a guidare il mondo fosse la saggia e mite Europa invece che i bulli a stelle e strisce o il regime comunista cinese, il mondo sarebbe un posto dannatamente migliore. Ed è questa la sfida che andrebbe intrapresa. L’Europa ha politicamente un patrimonio di esperienze, di conoscenze e di valori che la renderebbero un leader virtuoso e progressista ideale. E che avrebbe la massa critica sia per migliorare la qualità di vita dei suoi cittadini, sia per ridisegnare positivamente lo scenario internazionale. Solo con un Europa unita i suoi popoli potranno ancora incidere sulla storia invece che solo subirla. Quanto alle diversità cultuali nazionali, è quella la sua vera risorsa strategica. La sfida di un’Europa politica è stata brutalmente tradita dai vecchi regimi partitocratici e da classi dirigenti ottuse da paraocchi nazionalistici. Proprio come dimostra questa campagna elettorale senza Europa. Coi vecchi partiti che candidano cani e porci e programmi elettorali zeppi di pretese senza che nessuno dica cosa voglia offrire o che idea di Europa auspichi. Come se l’Europa fosse una riunione condominiale piena di stronzi dove andare prevenuti a litigare per difendere i fatti propri. Come se l’Europa non esistesse e si fosse perfino rinunciato a lottare per costruirla.---
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