venerdì 4 novembre 2016

Cosa resta del 4 Novembre? 4 domande e 4 risposte sull'Unità Nazionale

Piazza Unità d'Italia a Trieste
 PS: << Oggi la Costituzione porta scritto che l’Italia ripudia la guerra e le nostre forze armate sono uno strumento di pace....>>..."falso"...è dal 1992 che l'Italia invade nazioni indipendenti e sovrane, causando morte tra civili, distruzione e sconvolgimento umanitario: chi oggi al Monumento del Milite Ignoto ha portato una corona di fiori e ha ricordato i tanti cittadini italiani morti per le guerre...doveva ricordare anche tutti i cittadini del mondo che lo Stato Italiano ha assassinato solo per azioni economiche.
umberto marabese
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Riccardo Pessarossi

Il 4 novembre, in Italia è il giorno dell'Unità Nazionale e delle Forze Armate. Anche se non è più un giorno festivo, il Paese ricorda il sacrificio dei caduti al fronte nella Prima Guerra Mondiale e si interroga su cosa resti, a distanza di quasi un secolo, del sentimento di identità nazionale in un mondo che sembra aver perso questi valori. A Sputnik Italia risponde Paolo Roggero, giornalista ed esperto di storia del XX secolo. 

Sono passati 98 anni dal 4 Novembre 1918, oggi che cosa festeggiamo?
Si tratta dell’anniversario dell’armistizio di Villa Giusti, firmato il 3 novembre 1918, ma entrato in vigore il 4 novembre, che ha concluso, almeno per l’Italia, la 1° Guerra Mondiale. E’ l’ultimo “pezzo” dell’Unità d’Italia che è andato al suo posto ed originariamente questa data aveva un significato pomposo di celebrazione della vittoria militare. Nata come celebrazione, col passare degli anni è diventata una commemorazione ed oggi ha senso soprattutto in questa chiave, commemorazione delle vittime della prima guerra mondiale e del sentimento di unità nazionale. L’Italia è sempre un paese che tende a dividersi, in politica come altri aspetti della vita. Il 4 novembre è importante anche per ricordarsi che nonostante le difficoltà il popolo e capace di unirsi e diventare una cosa sola. Ed è tanto più importante quest’anno, dal punto di vista simbolico, visto il momento che sta passando il Paese....
www.difesa.it
La parola “commemorazione” si associa sempre ad una dipartita, in questo senso parliamo della commemorazione dei caduti al fronte nella Prima Guerra Mondiale. Accostando il termine commemorazione all’Unità d’Italia sembra che essa sia qualcosa che non esiste più. Ma è davvero così?
No, ma troppe cose si arriva a darle per scontate. Spesso succede che nella vita di un paese le dialettiche si esasperino e negli anni le contingenze fanno si certi che valori vengano messi un po’ da parte. Anche oggi il livello della dialettica sul referendum del 4 dicembre è tale, che l’Italia di fatto è spaccata in due.  Oppure anni fa, quando anziché arrivare i profughi da mezzo mondo erano i meridionali che andavano al nord e venivano accettati con difficoltà. In questi casi viene da chiedersi, ma dov’è andata a finire l’Unità d’Italia? Diciamo che non si commemora qualcosa che sembra sia andato perduto, ma è salutare nella vita di un paese avere dei momenti in cui ci si ricorda chi siamo, qual è il nostro passato e soprattutto quanto è importante continuare a camminare insieme per il futuro e ricordare a noi stessi dove vogliamo andare.
4 Novembre 2016 - Lo spot del Ministero della Difesa
Il Tricolore, il Milite Ignoto: guardando questa data con gli occhi dei giovani abituati a un mondo dove tutto è relativo, multiculturale, globalizzato, qual è valore hanno oggi questi simboli d’identità nazionale?
Quei simboli e quel mondo che il 4 novembre commemora per la generazione moderna sono un po’ lontani, anche perché nel mezzo c’è stata la Seconda Guerra Mondiale e questo ha fatto si che il focus su certi aspetti si sia spostato lì. Il 4 novembre si è sfilacciato nella nostra memoria collettiva ed ha finito per perdere la sua valenza ideale, rispetto, ad esempio al 25 aprile, che ha messo in gioco dei valori che noi sentiamo di più. La Prima Guerra Mondiale per l’Italia è stata la storia di due guerre diverse. Una, quella dei potenti negli uffici dei palazzi del potere, l’altra quella che hanno vissuto in primo piano i soldati in trincea e la popolazione civile. Uno dei problemi dell’esercito italiano era proprio lo scollamento totale tra i piani alti degli strateghi e quelli degli ufficiali che andavano al fronte. Il 4 novembre si porta dietro simboli e valori che oggi sono lontani da noi, tanto era diverso quel mondo che per noi era difficile immaginarlo e condividerlo. Oggi sentiamo meno il nazionalismo, la retorica della vittoria militare, delle forze armate. Oggi la costituzione porta scritto che l’Italia ripudia la guerra e le nostre forze armate sono uno strumento di pace. Quindi il 4 novembre sopravvive oggi soprattutto nella commemorazione degli errori del passato e dei sacrifici compiuti per essere quello che siamo oggi. Il Milite ignoto resta il simbolo di sofferenze dei soldati mandati al fronte per combattere una guerra di cui non sapevano nulla

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