Aeroporto di Montichiari (Brescia): è qui che un volo diretto verso il Qatar viene cancellato. Non per un guasto tecnico oppure per il conflitto in Medio Oriente ma per una decisione collettiva: quella dei lavoratori.
L’aereo era infatti carico di armi. Missili, secondo il racconto dell’Unione Sindacale di Base (USB). Ma il presidio dello scorso 25 giugno ha impedito la partenza del volo cargo verso Doha.
Il carico con i missili Marte Mk2 ER, arrivato da Livorno, sarebbe dovuto partire con la compagnia azera Silkway, secondo Alleanza Verdi-Sinistra, che ha presentato un’interrogazione parlamentare.
Circa 150 lavoratori dell’aeroporto civile e commerciale di Montichiari si sono rifiutati di spostare il materiale: “Non vogliamo essere complici dell’invio di armi, sia per motivi di sicurezza sia per libertà di coscienza”, dichiarano. E così, con il volo cancellato e l’invio di armi scongiurato, è stato revocato lo sciopero di 12 ore. Tuttavia, secondo altre fonti, il carico sarebbe stato trasportato verso un altro aeroporto.
“Sappiamo che la nostra lotta sarà lunga e non semplice ma la protesta di Brescia è incoraggiante”, dichiara USB.
Il Qatar è lo Stato in cui l’Italia esporta più armi (28%). Questo trasporto avviene in un periodo di tensione massima in Medio Oriente.
Intanto, AVS attacca: “Il governo non deve usare le infrastrutture italiane a sostegno delle guerre in corso. Lo abbiamo già fatto presente a Giorgia Meloni in Senato”.
Già nell’ottobre scorso, lo scalo bresciano (che si trova a pochi chilometri dalla base militare di Ghedi) era finito sotto i riflettori per un trasporto militare. Un dipendente venne sanzionato dalla società che gestisce l’aeroporto per aver denunciato i movimenti.
La protesta contro la militarizzazione delle infrastrutture non si ferma a Montichiari. Recentemente, anche i portuali di Genova hanno bloccato un carico di armi diretto verso Israele.
Nonostante nei giorni scorsi il ministro della Difesa, Guido Crosetto, abbia escluso che le basi militari americane del nostro Paese siano state utilizzate nell’ambito degli attacchi tra Israele, Stati Uniti e Iran, questi casi mostrano come l’Italia sia però particolarmente attiva sull’invio di armi all’estero. E infatti, si registra un boom: le esportazioni sono aumentate del 138% negli ultimi quattro anni, con Roma che ora occupa il sesto posto nel mondo.

Nessun commento:
Posta un commento