Andrea Murgia23 Giugno 2025
Lo scambio di attacchi tra Israele e Iran prosegue, Donald Trump dice che tutti i siti nucleari di Teheran sarebbero stati annientati, mentre gli stessi Stati Uniti esprimono preoccupazione per la possibile chiusura dello Stretto di Hormuz, con il prezzo di petrolio e gas già in aumento.
A lasciare il segno è però la presa di posizione della Russia nella riunione d’emergenza del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite: “Teheran ha concesso più ispezioni di tutti gli altri Paesi nel mondo sulle infrastrutture nucleari. Invece di ricevere supporto, viene bombardata“, dice il rappresentante all’ONU, Vasily Nebenzya.
A bombardare l’Iran è uno Stato, ovvero Israele, che al contrario “non riceve ispezioni da parte dell’AIEA (l’Agenzia internazionale per l’energia atomica), essendosi rifiutato categoricamente di firmare il Trattato di non proliferazione delle armi nucleari.
Questa è una situazione scandalosa“, conclude il rappresentate russo all’ONU.
La Russia definisce anche “irresponsabili, pericolose e provocatorie“ le azioni degli Stati Uniti contro l’Iran, sottolineando che stanno mettendo a rischio “la sicurezza dell’umanità“.
Nelle ultime ore, intanto, il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi è volato a Mosca per incontrare il presidente Vladimir Putin. Lo scorso gennaio, Iran e Russia hanno firmato un trattato di cooperazione in ambito energetico, commerciale, tecnologico e anche sulla difesa: si parla di collaborazione tra le agenzie di intelligence, esercitazioni militari congiunte e in passato l’Iran avrebbe anche inviato dei droni alla Russia. Tuttavia, nell’accordo non è prevista una clausola di mutua difesa in caso di aggressione.
In una bozza di risoluzione presentata all’ONU Russia, Cina e Pakistan hanno chiesto un cessate il fuoco immediato e la ricerca di una soluzione diplomatica. Questi tre Paesi, ricordiamo, possiedono l’arma nucleare. I cinesi hanno condannato l’attacco americano dal punto di vista dei possibili rischi legati al nucleare ma evidenziando anche la violazione del diritto internazionale.
Sul fronte iraniano, la Guida Suprema Ali Khamenei sottolinea che “la punizione contro Israele continuerà”. Teheran e Tel Aviv continuano a lanciarsi missili. Questa mattina, è stato soprattutto l’Iran ad attaccare.
E gli Stati Uniti? Il presidente Trump non si dichiara contrario a un cambio di regime in Iran e sostiene che l’attacco americano avrebbe causato danni monumentali ai siti nucleari, mentre Teheran ha minimizzato. Non si esclude che l’Iran avesse spostato il materiale più rilevante dal sito di Fordow. Secondo gli esperti, potrebbero volerci settimane per capire gli effettivi danni. Intanto, per il momento,
l’AIEA ha escluso il rischio di contaminazione nucleare.
Per quanto riguarda l’aspetto energetico, il segretario di Stato Marco Rubio chiede alla Cina di mettere pressione all’Iran per non chiudere lo Stretto di Hormuz. Il Parlamento iraniano ha votato a favore. La chiusura avrebbe un impatto sul transito del petrolio. La Cina è uno dei principali beneficiari ma il blocco avrebbe un impatto su tutto il mondo, dato che da quell’area transita il 30% del petrolio e il 20% di gas.
Con il rischio chiusura, le quotazioni sono in aumento: per quanto concerne il petrolio, Brent e WTI sono aumentati di oltre l’1%, mentre il gas del 2%. Dal 13 giugno, il Brent ha guadagnato circa il 13%, mentre il WTI è salito di circa il 10%.
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