lunedì 11 luglio 2022

11 Luglio 2022 Davide G. Porro X ByoBlu - GAZPROM "OGGI".... HA RIDOTTO DI UN TERZO IL GAS RUSSO


La russa Gazprom ha ridotto di un terzo le forniture all’Italia rispetto alla media degli ultimi giorni. È quanto si apprende oggi da una nota dell’Eni.
“Gazprom ha comunicato che per la giornata di oggi fornirà a Eni volumi di gas pari a circa 21 milioni di metri cubi al giorno, rispetto a una media degli ultimi giorni pari a circa 32 milioni di metri cubi al giorno. Eni fornirà ulteriori informazioni in caso di nuove e significative variazioni dei flussi” si legge nella nota.
Alcuni analisti temono però che la misura sarà prorogata anche più a lungo e che questo potrà avere ripercussioni anche sulla crescita in Europa.

Per oggi si paventa un intervento di manutenzione ma in futuro potremmo vedere riduzioni anche del 40% della capacità massima in arrivo dal gasdotto russo Nordstream 1.

Per consentire le manutenzioni, previste fino al 21 luglio, anche Ottawa aveva fatto un’eccezione alle proprie sanzioni contro la Russia, in modo da far rientrare i pezzi necessari che erano in Canada in riparazione.
Se i flussi di gas attraverso Nord Stream 1 si interrompessero completamente alcune stime dicono che l’area dell’euro verrebbe spinta direttamente in recessione con un calo del livello del PIL reale (Prodotto Interno Lordo) tra un -1,2% e -2,7% nel primo trimestre, a seconda di quanto la fiducia dei consumatori ne verrà colpita. La contrazione in questo scenario sarebbe particolarmente pericolosa in Germania (1,7%–3,2%) e in Italia si attesterebbe tra il -2,6% e il -4,1% data la forte dipendenza dall’energia russa.

L’Italia vuole arrivare a riempire i propri stoccaggi in vista dell’inverno al 90% entro il prossimo ottobre e queste continue riduzioni rendono più difficile raggiungere in tempo l’obiettivo. 

Gli spazi di manovra per il Governo sono ridotti al minimo, e qualsiasi intervento per calmierare i prezzi dell’energia, costa anche in termini di interessi sul debito. 

Oggi l’Italia paga circa 200 punti di spread, ovvero sul BTP decennale il nostro Paese paga interessi più alti di quelli della corrispondente obbligazione statale tedesca. Lo scenario già ora è preoccupante perché l’aumento delle materie prime (inflazione importata) trascinerà i prezzi più rapidamente del nostro PIL, trascinandoci in stagflazione prima e recessione poi.

Intanto il ministro Roberto Cingolani pensa già di ridurre il consumo residenziale di qualche ora al giorno.

Benvenuti nell’economia di guerra, senza esserlo formalmente. 

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