Giorgio Cremaschi
Licio Gelli, fascista della repubblica di Salò, imprenditore di successo, affarista e massone, uomo di tanti intrighi e trame ai danni della nostra democrazia, è stato riconosciuto come l’ispiratore e l’organizzatore della strage del 2 agosto 1980 alla stazione di Bologna. La più sanguinosa della storia repubblicana. Una strage fascista e di stato come tutte quelle che hanno colpito il nostro paese.
Ma cosa voleva davvero il criminale fascista Licio Gelli? Non la restaurazione del fascismo, ma un regime autoritario liberale e liberista. Nel “Piano di rinascita democratica” della Loggia P2, cui erano iscritti imprenditori, politici, burocrati, generali, giornalisti, da
Silvio Berlusconi a Carlo Alberto Dalla Chiesa a Maurizio Costanzo; in quel piano erano definiti gli obiettivi di fondo per il nostro paese.L’Italia avrebbe dovuto avere un Parlamento molto più ridotto, di cinquecento seicento persone al massimo tra Camera e Senato. Il governo avrebbe dovuto contare molto più delle Camere, sulla base del principio che conta chi comanda. Le alternanze di governo avrebbero dovuto essere tra forze liberal democratiche e forze conservatrici, togliendo dal campo politico i comunisti e ogni sinistra anti sistema e sdoganando i fascisti.
Avrebbero dovuto essere aboliti la scala mobile sui salari e l’articolo 18, ridotto il peso dei contratti nazionali, cambiato il sistema pensionistico. Avrebbe dovuto essere esteso il sistema privato, dall’industria, alle banche, ai servizi pubblici, alla scuola, alla sanità. E poi l’Italia avrebbe dovuto essere il più fedele ed entusiasta alleato degli Stati Uniti, un paese fanatico della NATO.
Licio Gelli avrebbe voluto una restaurazione padronale, moderata e euro-atlantica nell’Italia che negli anni settanta stava per la prima volta attuando i principi sociali, civili e democratici proclamati nella Cosituzione antifascista e fino ad allora negati. Per questo da Piazza Fontana in poi Licio Gelli e altri come lui organizzarono le stragi. Con esse pensavano di ottenere subito quella restaurazione padronale ed autoritaria cui aspiravano.
Invece ci volle molto più tempo, ma, a quarantuno anni dalla strage di Bologna, dobbiamo ammettere che gran parte del programma della Loggia P2 è stato realizzato e che il sistema politico e sociale dell’Italia di oggi somiglia molto a quello che voleva il criminale fascista Licio Gelli.
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