domenica 8 settembre 2013

Berlusconi, Alfano: "Fiducia nella Corte Ue"

Decadenza del leader Pdl, depositato il ricorso. Il ministro dell'Interno: "Speriamo che il Pd si mostri interessato alle ragioni dello stato di diritto.
 11:29 - "Il ricorso alla Corte europea dimostra che il caso Berlusconi non è chiuso. Ci sarà un giudice anche lì e siamo fiduciosi". Così il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, commentando la questione decadenza da senatore del leader del Pdl. "Confidiamo che si possa raggiungere in sede europea - ha spiegato Alfano - la dichiarazione di innocenza" che non si è ottenuta in Italia.
"Abbiamo voluto fortemente la nascita di questo governo, che è stato voluto più da Berlusconi che dagli esponenti del Pd", ha continuato. "Speriamo davvero che il Pd si mostri interessato alle ragioni dello stato di diritto e alle ragioni del senatore e cittadino Berlusconi che ha diritto di difendersi", ha spiegato.
"Berlusconi ha tutto il diritto di difendersi dentro l'ordinamento giuridico e nel rispetto delle regole della giunta per le elezioni, ad iniziare da domani", ha poi affermato Alfano. "Avremo modo di ascoltare le parole del relatore e dunque di chi ha il compito di istruire la pratica e la vicenda ha ribadito -, portando in giunta l'opinione iniziale". Della legge Severino "si occuperà la giunta che deve intervenire e decidere".....

Sui risultati portati a casa dal governo, ha detto: "Abbiamo centrato determinati risultati, che credo siano stati apprezzati da tutti gli italiani. Di questo siamo molto contenti". "Abbiamo riformato fortemente Equitalia e per la prima volta abbiamo fatto una manovra di diminuzione fiscale, senza caricare il peso sulle spalle dei cittadini", ha infine sottolineato.

Bondi: possibile revisione del processo - "Dalle indagini condotte dai magistrati svizzeri e da ciò che si conosce dell'acquisizione dei diritti televisivi anche da parte della Rai e di altre emittenti televisive, emerge sempre più chiaramente che il processo sui diritti Mediaset si è fondato fin dal primo momento su di un pregiudizio senza alcuna prova documentata e clamorosamente smentito dai fatti, al punto che appare oggi possibile ipotizzare una revisione del processo". Lo afferma in una nota il coordinatore del Pdl, Sandro Bondi, spiegando che questo "ci dovrebbe indurre tutti a maneggiare questa vicenda con estrema prudenza, cercando di sterilizzare almeno le conseguenze destabilizzanti sull'intero sistema politico di una sentenza che appare sempre di più come un enorme abbaglio derivante da un'animosità e da passioni politiche che non dovrebbero ispirare il lavoro dei magistra
ti".

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