PS: "Niente ricatti a Napolitano ...o mi dimetto!"....... Capirai che perdita, sopratutto se lo fate in coppia!
umberto marabese
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“Si smetta di tirare in ballo il Quirinale in modo improprio e ricattatorio”.
Per questo il premier ascolterà con “grande attenzione toni e contenuti
dei discorsi che si terranno alla manifestazione del Pdl”. Altrimenti,
Enrico Letta è pronto a trarne le conseguenze. Tanto che non è affatto
escluso un incontro al Colle già domani. È un avvertimento pesante
quello che il premier lascia trapelare all'Ansa al termine di
una giornata drammatica, l’ennesima. È il segnale che c’è un “piano b”
se non riesce il contenimento dell’escalation berlusconiana. Chi
immagina una discesa in campo contro Renzi, mentre il Pdl trascina il
paese ad elezioni anticipate sbaglia, spiegano i fedelissimi. È un
governo “per la legge elettorale”, guidato dallo stesso, l’idea su cui
il Quirinale avrebbe già allertato palazzo Chigi......
Ecco l’avvertimento. C’è qualcosa che va oltre l’irritazione per le
parole incendiarie, ai limiti dell’eversivo di Sandro Bondi: la minaccia di una “guerra civile”,
per non parlare della sfida aperta al Colle. Nelle parole di Letta c’è
l’exit strategy: “Ha deciso di non farsi logorare – racconta un
fedelissimo - e se Berlusconi continua a ricattare è Letta a staccare la
spina per primo”. Una posizione nient’affatto tattica. Ma resa
necessaria dall’escalation delle ultime ore. Con l’assurda richiesta
della “grazia” per Berlusconi. E la minaccia di trascinare il paese in
elezioni anticipate se non sarà trovato un modo per salvare Berlusconi.
Letta per tutta la giornata è stato in collegamento costante col
Quirinale. È concordato l’avvertimento al Pdl. È concordato il passo
successivo. Ed è in un clima di crisi strisciante che il premier informa
anche Epifani e soprattutto Angelino Alfano: se Berlusconi – è il suo
messaggio - gioca sulla pelle dell’esecutivo è chiaro che il Pd non
regge, e che io non mi faccio logorare. Stavolta Berlusconi ha passato
il segno. Per tutta la giornata Angelino prova, insieme a Gianni Letta, a
raffreddare gli animi, depotenziando il carattere “eversivo” della
manifestazione che non a caso viene spostata da piazza Santi Apostoli –
più vicina al Quirinale – a via del Plebiscito. Proprio per evitare
l’Incidente alla fine si è deciso che i ministri non andranno. È il segnale che le colombe del Pdl sono riuscite a “frenare”.
Ma c’è un motivo se Letta fa sapere la sua posizione quando è chiaro
che alla manifestazione non ci saranno i ministri. Il problema è che,
vista da palazzo Chigi, non si capisce cosa davvero voglia fare
Berlusconi, e se ha puntato sull’escalation. Né le reazioni di
Santanchè, ma anche Cicchitto e Brunetta sono all’insegna della tregua.
Ecco la linea, superata la quale, è crisi di governo. Il Quirinale fa
sapere al quartier generale berlusconiano che non c’è fretta per
l’incontro con i capigruppo del Pdl. Anche perché non è arrivata la
richiesta di un incontro “politico”. Semmai è arrivato un nervoso
ricatto. E Letta fa sapere che “è pronto” a staccare la spina per primo.
Con tutte le conseguenze. Non è un caso che il premier abbia deciso,
per la prima volta, di entrare con decisione nel confronto politico da
cui è sempre rimasto fuori: “Come quando Grillo parlò di colpo di Stato –
dicono a palazzo Chigi – c’è un limite che non si può superare.
Attaccare Napolitano significa tradire le ragioni stesse della nascita
del governo”. Lo sa bene Gianni Letta, che ha quasi perso la sua
proverbiale calma spiegando al Cavaliere che la posizione di Verdini e
Santanchè è folle, perché non ci sono garanzie che si voti, e può
nascere un governo che può far male davvero, proprio nel momento più
difficile, tra domiciliari e servizi sociali: “Mattarellum e conflitto
di interessi, i numeri li trovano”.
Anche Letta (Gianni) ha parlato per tutta la giornata del “piano b”
di Napolitano. Che a quel punto, e solo a quel punto, potrebbe
dimettersi. Non prima.
http://www.huffingtonpost.it/2013/08/03/enrico-letta-pdl-napolitano_n_3701350.html?utm_hp_ref=italy
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