lunedì 26 agosto 2013

«Era falso il massacro di Racak del 1999, che ha fornito il pretesto della guerra in Kosovo.Ecco il campione guerrafondaio di quel tempo

 
di Leonardo Masella
«Era falso il massacro di Racak del 1999, che ha fornito il pretesto della guerra in Kosovo. I 45 corpi di civili trovati morti in un fosso non erano il risultato di un eccidio serbo perpetrato in una notte di tregenda, ma l'esito della raccolta di corpi di ribelli ammazzati nel corso di un mese di combattimenti in un'aerea molto vasta. Le bande Uck, con la consulenza di agenti segreti stranieri, realizzarono la messa in scena raccogliendo i corpi sparsi, cambiando loro i vestiti e togliendo le armi. L'ambasciatore William Walker, l'americano che dirigeva la missione di verifica dell'Osce con l'aiuto di una novantina di mercenari, ex agenti federali o della Cia, avallò la tesi dell'eccidio con la complicità di una patologa finlandese, che non pubblicò mai l'esito degli esami condotti dal suo team. Anni dopo, saranno gli stessi membri del team a fornire risultati, senza rinunciare però all'ipocrisia: li pubblicheranno come studio su una ignota rivista di patologia canadese, facendo attenzione a non mettere troppo in risalto il fatto che la tesi dell'eccidio sia rilevata insussistente.
Sarà troppo tardi. Il pretesto aveva già fatto precipitare la situazione e ai colloqui di Rambouillet, che dovevano trovare una soluzione pacifica alla crisi kosovara, gli Stati uniti aggiunsero la menzogna all'ipocrisia presentandosi con delle proposte semplicemente inaccettabili da parte di qualsiasi paese sovrano.
Il nostro ministro degli esteri, Lamberto Dini, uscito dalla riunione, dichiarò che non si era fatto nulla per la pace ma che si voleva solo la guerra, e così fu».

Da Il manifesto del 25/08/2013

Ecco il campione guerrafondaio di quel tempo!

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