PS: Nuovo giorno di guerra e ennesima giornata nera per la stampa italiana: " L'esercito israeliano...NON HA MAI CONFRMATO LA NOTIZIA!" Non c'è una sola parola a favore dei giornalisti(!!!!!!)italiani.
umberto marabese
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Il megafono unico dei giornali italiani
Tutti i principali quotidiani di oggi hanno infatti deciso di dedicare la propria prima pagina alla strage di bambini che sarebbe avvenuta ad opera di Hamas. “La strage dei bambini”, “I bambini, l’orrore”, “Tifano per i macellai di bimbi”, “Decapitano i bambini”, “Hamas decapita i bimbi”.
Come da tempo ci hanno abituato, i media generalisti sono in grado di agire come un blocco monolitico per imporre l’agenda del discorso all’opinione pubblica. Il messaggio è semplice: Hamas si è reso responsabile di una strage di bambini, arrivando anche alla loro decapitazione. Un’efferatezza che deve obbligare i cittadini a schierarsi senza se e senza ma con la causa israeliana.
La fonte della notizia? Un soldato israeliano....
Prendiamo allora i fatti: da dove arriva la notizia riportata oggi su ogni angolo dei giornali italiani? Ci sono video, foto, testimonianze? Tutto parte da un tweet della giornalista israeliana Nicole Zedeck, che segue l’esercito di Tel Aviv per il canale di informazione i24 news. “Alcuni soldati mi hanno detto che ritengono che 40 bambini siano stati uccisi. Lo strumento che è stato usato per ucciderli resta sconosciuto mentre i militari continuano ad andare casa per casa trovando altre vittime israeliane”, scrive così Zedeck su Twitter, condividendo il video del suo reportage dal fronte.
Nelle immagini girate per i24 news Zedeck dice che non ha visto personalmente i corpi dei bambini, ma che questo gli è stato riferito dai soldati israeliani. In un altro video condiviso da Zedeck viene mostrata l’intervista a un militare di Tel Aviv che così dice: “Stiamo andando casa per casa e siamo riusciti a uccidere molti terroristi. Loro sono molto aggressivi, sono malvagi, loro tagliano le teste. Tagliano le teste di bambini e donne”. Non ci sono immagini, non ci sono video, ci sono solo quindi le dichiarazioni di un soldato israeliano. Non finisce qui.
L’esercito israeliano non ha mai confermato la notizia
Perché nelle scorse ore il media turco Anadolu Agency ha contattato direttamente l’esercito israeliano per avere conferma sulla notizia dei bambini uccisi e decapitati. “L’esercito israeliano non ha informazioni che confermino le accuse secondo cui Hamas avrebbe decapitato bambini”, questa la dichiarazione lapidaria da parte delle forze armate di Tel Aviv che quindi non confermano quanto diffuso da i24 news.
C’è poi da dire qualcosa su questo specifico canale di informazione. Innanzitutto si tratta di un media che in questo momento opera con la garanzia dell’esercito israeliano e di conseguenza non può muoversi in maniera libera e indipendente. Secondo poi un’approfondita inchiesta fatta dal giornale israeliano Haaretz, i24 news sarebbe un media molto vicino alla famiglia Netanyahu, accusato di ricevere e pubblicare informazioni secondo i desideri del Primo Ministro. Quindi ricapitoliamo: non ci sono video, non ci sono foto, l’unica fonte è la testimonianza di un soldato non confermata dai suoi superiori, mentre il media che ha riportato la notizia è stato accusato in passato di connivenza con il Governo.
Dal discorso di Nayirah ad oggi: non è cambiato nulla
Si tratta di una lunga lista di elementi che avrebbero dovuto costringere i media di casa nostra a fare un bel respiro prima di scrivere paginoni su una strage di bambini decapitati che ad oggi non può essere provata. Per uno strano scherzo del destino proprio in questi giorni c’era la ricorrenza del discorso tenuto da Nayirah al Sabah di fronte al Congresso degli Stati Uniti.
Una testimonianza commovente rilasciata il 10 ottobre del 1990 per denunciare i soldati iracheni che avrebbero fatto irruzione in un ospedale pediatrico, preso i bambini dalle incubatrici e lasciati morire. Anche in quel caso i giornali di allora diedero per vera questa testimonianza, nonostante l’assenza di video, foto o documenti a supporto. Due anni più tardi, dopo l’invasione americana dell’Iraq supportata dall’opinione pubblica anche per quella testimonianza, si scoprì che Nayirah al Sabah non era chi diceva di essere, ma era la figlia dell’ambasciatore kuwaitiano negli Stati Uniti. E la sua testimonianza era chiaramente inventata.
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