Ogni estate ha la sua hit di riferimento. Quella di quest’anno riguarda sicuramente i non vaccinati e il presunto pericolo che comporterebbero per l’intera comunità.
Virologi e commentatori da salotto stanno infatti puntando il dito contro quello che è diventato il nemico pubblico numero uno. E coloro che ancora non si sono sottoposti al vaccino contro il Covid 19 sono paragonati a disertori, pazzi e untori.
Pazzi e disertori: così sono descritti i non vaccinati contro il Covid
Come il caso del giornalista del Corriere della Sera Tommaso Labate che ha paragonato i non vaccinati a dei disertori in tempo di guerra.
Secondo questa metafora militaresca vaccinarsi sarebbe quindi equiparato ad un atto di fede nei confronti della patria e la vaccinazione di massa rappresenterebbe la vittoria al fronte.Un paragone discutibile, tenuto conto che le peggiori sconfitte militari italiane debbono essere attribuite all’incompetenza dei generali piuttosto che alla diserzione di qualche elemento.
Non solo però disertori, ma anche pazzi. Così sono stati definiti i non vaccinati dal filosofo Umberto Galimberti. Per essere definiti pazzi bisogna però almeno rendersi protagonisti di un’azione che va contro i nostri stessi interessi.
Tuttavia, guardando i dati scientifici, sembra che nella categoria di Galimberti non possano essere inserite le persone al di sotto dei 40 anni che non si sono sottoposte alla vaccinazione.
Il reale rapporto rischio beneficio per gli under 40
Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità fino a maggio 2021 erano state 122 le persone decedute per il Covid 19. Persone senza patologie cliniche di rilievo o con informazioni cliniche non disponibili. Ad oggi invece nella stessa fascia di età, sotto i 40 anni, l’AIFA ha registrato 3426 segnalazioni avverse a seguito della vaccinazione.
Sempre secondo i dati dell’AIFA, sul totale delle reazioni segnalate, almeno il 10% è classificata come grave. Di conseguenza possiamo dedurre che ad oggi circa 340 persone, di età inferiore ai 40 anni, hanno segnalato reazioni avverse gravi dopo la somministrazione del vaccino.
I dati AIFA e ISS ci dicono quindi che ad oggi una persona sotto i 40 anni ha il triplo delle possibilità di avere reazioni gravi da vaccino rispetto alla possibilità di decesso da Covid.
Gli under 40 che non si vaccinano possono quindi essere chiamati pazzi o sono solo persone prudenti in attesa di dati più rassicuranti?
Vaccinarsi: atto di solidarietà?
Se il rapporto rischio beneficio personale, per gli under 40, resta quindi fortemente in dubbio, alla base di questa aggressività verbale contro i non vaccinati ci sarebbe la presunta convinzione che questi ultimi sarebbero le uniche persone in grado fare circolare il virus, ammalarsi e fare ammalare gli altri. Sarebbe quindi una questione di solidarietà come dichiarato dall’igienista Fabrizio Pregliasco.
Un pensiero ribadito dal virogolo con la passione dei tweet Roberto Burioni.
Datemi retta: vaccinatevi e alla svelta. E il governo si sbrighi a prendere provvedimenti per impedire il contagio (causato SOLO DAI NON VACCINATI) o si richiude tutto.
Siamo però proprio sicuri che i non vaccinati siano gli unici agenti del contagio? Sono diverse le fonti scientifiche autorevoli che sembrano ancora contraddire Burioni. Come l’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri che a precisa domanda se i vaccini possono bloccare il contagio, così risponde:
La vaccinazione impedisce il manifestarsi della malattia sintomatica, ancor più se in forma grave. Evidenze conclusive sulla sua capacità di bloccare l’infezione, invece, non ci sono ancora.
Sulla stessa linea di prudenza sembra collocarsi tuttora la stessa Agenzia Italiana del Farmaco. Alla domanda se: “Le persone vaccinate possono trasmettere comunque l’infezione ad altre persone?”, così risponde:
Gli studi per stabilire se le persone vaccinate, infettate in modo asintomatico, possano contagiare altre persone sono in corso. Poiché è possibile che, nonostante l’immunità protettiva, in qualche caso il virus possa persistere nascosto nella mucosa nasale, le persone vaccinate e quelle che sono in contatto con loro devono continuare ad adottare le misure di protezione anti COVID-19.
I casi di vaccinati che hanno contagiato
E che i vaccinati possano essere responsabili di nuovi focolai lo dimostrano anche recenti fatti di cronaca. Come il contagio avvenuto sulla portaerei Queen Elizabeth, dove si sono registrati 100 casi di Covid tra vaccinati con doppia dose.
Principio confermato in Israele, dove il 50% dei nuovi contagi è avvenuto tra persone vaccinate con doppia dose. Stessa cosa successa in Gran Bretagna, dove nonostante l’87% della popolazione si sia sottoposta al vaccino, i contagi sono ripresi a salire anche tra i cosiddetti immunizzati.
Tant’è che il Regno Unito ha deciso di abbandonare completamente le restrizioni sia per i vaccinati che per i non vaccinati. Le principali istituzioni scientifiche, e i dati a supporto, suggeriscono quindi di non introdurre nessun tipo di discriminazione tra vaccinati e non vaccinati.
Dall’altra parte c’è però un gruppo di virologi e commentatori da salotto che sta fomentando l’odio tra i cittadini, spingendo per un trattamento che soprattutto per la fascia di età più giovane, non sembra trovare un rapporto rischi benefici favorevole.
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