venerdì 9 novembre 2018

Tommaso Merlo - La follia del giornalismo criminale



(Tommaso Merlo) – 

Stavo guardando l’ultimo video di Luigi Di Maio con cui il vicepremier ha dovuto difendersi dall’ennesimo attacco infame da parte de La Repubblica. Stavo pensando a come pur di tirargli addosso letame sono dovuti andare a rivangare beghe edilizie di nessun significato di quando Luigi non era ancora nato. Davvero uno schifo. Stavo pensando a come giornali come La Repubblica stiano alzando gli standard dello squallore giornalistico a livelli inauditi. Siamo al giornalismo criminale che usa anche i mezzi più subdoli pur di colpire il nemico politico. Spietatamente, senza vergogna. Stavo pensando a quei poveracci che da giovani volevano fare i giornalisti e oggi si ritrovano a confezionare infamità a fini politici per due lire mentre i loro capi sghignazzano e si compiacciono nelle redazioni tra privilegi e pacche sulle spalle dei loro padroni mandanti. Davvero uno schifo. Sicari della penna. Malavita informativa. Stavo pensando a come certa gentaglia se ne freghi del dolore che crea alle altre persone e mi chiedevo come faccia a dormire di notte e guardare negli occhi i figli. Stavo pensando a tutte queste cose quando mi hanno segnalato un articolo su Il Giornale con un video in cui Rocco Casalino se la prendeva con anziani, down e bambini (articolo tratto da Dagospia). Leggo, vedo e parto in quarta con un pezzo contro Casalino (per cui nutro poca simpatia). Un articolo molto duro. Non faccio tempo a finirlo e postarlo che sul Blog del Movimento appare la smentita dallo stesso Casalino che spiega come si tratti di un video di un corso di teatro e che è tutta una schifosa bufala. Ci ero cascato in pieno. E la sensazione è stata orrenda. Mi son sentito ingannato, trattato come un fesso, usato...
Ho subito rimosso il mio articolo, mi sono scusato e ho ripensato al video di Luigi di Maio in cui il vicepremier (vicepremier) parla di suo padre geometra e della casa di suo nonno, ho ripensato alla sua dignità da persona perbene costretto a difendersi contro i soliti infami senza scrupoli, ho ripensato al capo politico del movimento vincitore delle elezioni che mostra la pagina di La Repubblica piena di letame. Che schifo. Che follia. Ma se Luigi Di Maio e Casalino sono vittime del giornalismo criminale, lo sono anch’io che non conto nulla. Lo siamo tutti. Lo siamo come cittadini di una democrazia che in nome dell’odio politico ha perso il sacrosanto diritto ad un’informazione degna di un paese civile. I principali giornali svolgono una intenzionale e consapevole attività di disinformazione e inquinamento e diffamazione a fini politici. Lo fanno da anni ma oggi hanno raggiunto livelli di spudoratezza senza precedenti. Davvero uno schifo. Davvero una follia.

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