lunedì 12 novembre 2018

HUFFINGTON POST - Al Sisi alla Conferenza sulla Libia. Il Governo incassa la presenza del Faraone a Palermo


Primo, importante risultato per il ruolo centrale dell'Egitto nel Mediterraneo e per il rapporto con l’uomo forte della Cirenaica, il generale Haftar.
Umberto De Giovannangeli

Il "Faraone a Palermo". Per l'Italia è un primo, importante risultato a poche ore 
dall'apertura ufficiale, questa sera a Villa Igiea, della Conferenza per la Libia. Importante, 
anzitutto, perché la presenza di Abdel Fattah al-Sisi non era affatto scontata. C'è voluto
 l'impegno personale del presidente del Consiglio Giuseppe Conte e del lavoro "sotterraneo"
 del ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi per convincere il presidente egiziano ad
 essere a Palermo nell'ambito di "una visita di due giorni in Italia su invito del Presidente 
del Consiglio Giuseppe Conte". Ma la presenza di al-Sisi non arricchisce solo la "foto di 
famiglia" che aprirà i lavori della giornata di domani. L'Egitto, sottolineano ad HuffPost
 fonti diplomatiche a Palermo, è un attore di primissimo piano sul teatro libico e per
 la stabilizzazione della sponda Sud del Mediterraneo...
Avere al-Sisi a Palermo significa mantenere comunque un rapporto con l'uomo forte della 
Cirenaica, il generale Khalifa Haftar, la cui presenza-assenza a Palermo continua a
 costituire il piatto forte di giornata. Ma la presenza del presidente egiziano è anche il 
segnale che i rapporti tra Roma e il Cairo virano sul buono, dopo una lunga fase di
 burrascosa stagnazione conseguente all'irrisolta vicenda legata alla brutale uccisione nella
 capitale egiziana di Giulio Regeni. Geopolitica e affari s'intrecciano indissolubilmente. 
Avere a Palermo al-Sisi, così come il presidente della Tunisia della Tunisia Beji Caid Essebsi
 e del primo ministro dell'Algeria Ahmed Ouyahia, è per l'Italia un risultante importante,
 perché dimostra un legame rafforzato con Paesi che sono cruciali sia per ciò che concerne
 il dossier migranti sia (Algeria ed Egitto) per dare ulteriore impulso alla "diplomazia del
 petrolio. Oltre all'Eni, circa 130 aziende italiane operano in Egitto e producono circa 2,5
 miliardi di dollari. C'è Edison (con investimenti per due miliardi) e Banca Intesa San Paolo,
 che nel 2006 ha comprato Bank of Alexandria per 1,6 miliardi di dollari. Poi Italcementi, 
Pirelli, Italgen, Danieli Techint, Gruppo Caltagirone, e molti altri. Imprese di servizi,
 impiantistica, trasporti e logistica. L'Egitto fa gola. Ha lanciato grandi progetti di
 infrastrutture: dai porti e zone industriali lungo il canale di Suez appena raddoppiato, 
ai fosfati estratti nel deserto occidentale, a un nuovo triangolo industriale tra i porti di 
Safaga ed el Quseir sul Mar Rosso e la città di Qena sul Nilo, fino a una nuova espansione
 urbana e industriale sulla costa mediterranea intorno a El Alamein. Il governo egiziano 
conta di investirvi cento miliardi di dollari, promessi in gran parte dalle monarchie del
 Golfo, e le imprese di tutto il mondo sperano di partecipare alla festa. Nel 2016 le
 esportazioni italiane verso l'Egitto hanno prodotto 3.089,11 milioni di euro. Da registrare
 anche l'incremento del 94% del turismo italiano in Egitto nel 2017, con l'apertura di nuove
 rotte della compagnia Air Cairo. Un caso a parte è rappresentato dall'Eni. Presente in
Egitto dal 1954 attraverso la filiale IEOC, la petrolifera italiana è la principale produttrice
 del Paese con 260,000 boed di gas naturale
 al giorno. Un reportdell'Eni indica il ritrovamento di una nuova riserva di gas a Faghur
 durante una nuova operazione di esplorazione.
Ad agosto il ministro del Petrolio e le risorse minerali dell'Egitto, Tarek El-Molla, ha firmato
 tre nuovi accordi per l'esplorazione di petrolio e gas naturale nel Mediterraneo, Sahara
 Occidentale e il Nilo per circa 139,2 milioni di dollari. Il primo è siglato tra la Compagnia
 Egiziana di Gas Naturale, Tharwa Petroleum e l'Eni per due nuovi giacimenti nel Mare 
Mediterraneo dell'Egitto. Il secondo tra l'Autorità Petrolifera dell'Egitto, l'Eni e la croata
 Ina per l'apertura di nuovi pozzi petroliferi a Raas Qattara e il terzo tra l'Autorità
 Petrolifera dell'Egitto, Eni e la British Petroleum per quattro pozzi sul Nilo. Nuove scoperte
 che contribuiscono all'apprezzamento dei titoli di Eni a Piazza Affari. Di certo, il "Faraone"
 non sbarca in Sicilia per avere un ruolo da comprimario. E' lui stesso a chiarirlo, 
affermando alla Tv di Stato egiziana, che è sua intenzione lavorare per "un importante
 accordo" per la Libia. E in aggiunta, si lascia andare ad elogi personali nei confronti 
dell'"amico italiano", Giuseppe Conte. E' stato lui, rivela al-Sisi, a convincerlo a partecipare
 alla Conferenza con una "cordiale telefonata", avvenuta sabato scorso. In attesa di una
 soluzione del "giallo Haftar", l'arrivo a Palermo di Abdel Fattah al-Sisi è comunque un 
successo per il duo Conte&Moavero.----

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