giovedì 2 febbraio 2017

Ass. Terra Comune Onlus - Gulliver, avventure extra-ordinarie per persone con disabilità. Il progetto


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Nuovo articolo su tc Terra Comune Onlus - Via Gen. Perrotti 54 Grugliasco (Torino)

Gulliver, avventure extra-ordinarie per persone con disabilità. Il progetto

di Gianni Favaro
Premessa: disabilità, vacanze e solitudine
Il tempo libero coincide spesso, per ragazzi e giovani con disabilità e per le loro famiglie, con un tempo vuoto. I fine settimana, le festività e soprattutto l’estate, lungi dall’essere momenti sereni dedicati al divertimento con gli amici o al rilassamento, diventano condizione di vuoto e solitudine.solitudine
Sono periodi in cui non c’è la scuola perché ci sono le vacanze e il centro diurno, per chi può frequentarlo, riduce la sua attività; inoltre se durante l’anno ci sono occasioni di attività sportive e ricreative, con le vacanze natalizie e/o con il mese di giugno terminano anch’esse.
Queste persone si trovano spesso sole e in difficoltà nel costruirsi autonomamente attività di tempo libero, anche perché chi ha delle disabilità psicofisiche e intellettive, generalmente non ha molte reti amicali cui fare riferimento....

In particolare i ragazzi disabili che frequentano le scuole superiori non hanno molte risorse oltre alla scuola stessa, proprio nel periodo di vita dell’adolescenza in cui si desidera fare amicizia, interagire con coetanei e comunque evitare di trascorrere il tempo libero con i genitori. Questa è un’età in cui le disabilità iniziano a essere visibili e percepibili, in quanto i coetanei escono in gruppo, anche la sera, fanno qualche vacanza da soli, mentre chi ha difficoltà non può, perché necessita comunque di essere supportato.
Non meno complessa è la condizione di chi ha figli disabili adulti, in cui necessità speciali mal si correlano all’aumentare dell’età dei genitori.
Le famiglie si trovano nella condizione di dover supportare i ragazzi non sapendo a chi fare riferimento e il risultato produce nei figli uno stato di tensione e nervosismo che si ripercuote nei rapporti in famiglia o una chiusura in se stessi che li isola ulteriormente, davanti a un computer o alla tv.
La solitudine e la noia pesano davvero molto, sia dal punto di vista relazionale ed emotivo, che cognitivo, perché chiudendosi e vivendo momenti di tristezza anche le competenze cognitive non vengono stimolate dalle esperienze, in sintesi la solitudine ha effetti negativi e depressivi che non vanno trascurati.
Le famiglie ci chiedono occasioni di socializzazione e autonomia per i loro figli nei periodi delle vacanze e festività e desiderano ovviamente che siano in sicurezza e seguiti nel modo migliore.
Certamente ci sono alcune occasioni, ma sono limitate, a causa della riduzione dei finanziamenti destinati al sostegno delle politiche dei Servizi Sociali e sono rivolte principalmente a chi ha grandi difficoltà, lasciando purtroppo esclusi molti altri.
Tempo libero o tempo vuoto? per chi ha una disabilità i significati cambiano!tempo-vuoto
L’Unione Europea sottolinea l’importanza che riveste la dimensione dell’autonomia e dell’indipendenza nei vari aspetti della vita per la crescita ed esistono riferimenti legislativi a vari livelli, ma questo principio non è scontato per i giovani con disabilità per cui troppo spesso, il tempo successivo alla scuola o al lavoro è tempo vuoto.
La Convenzione Onu sui diritti delle Persone con disabilità – che è per l’Associazione Terra Comune base delle proprie iniziative- esprime tutta l’importanza della partecipazione per le persone disabili anche al “tempo libero”. Articolo 30 : Partecipazione alla vita culturale e ricreativa, agli svaghi ed allo sport
1. Gli Stati Parti riconoscono il diritto delle persone con disabilità a prendere parte su base di uguaglianza con gli altri alla vita culturale e adottano tutte le misure adeguate a garantire che le persone con disabilità:
(a) abbiano accesso ai prodotti culturali in formati accessibili;
(b) abbiano accesso a programmi televisivi, film, spettacoli teatrali e altre attività culturali, in formati accessibili;
(c) abbiano accesso a luoghi di attività culturali, come teatri, musei, cinema, biblioteche e servizi turistici, e, per quanto possibile, abbiano accesso a monumenti e siti importanti per la cultura nazionale.
2. Gli Stati Parti adottano misure adeguate a consentire alle persone con disabilità di sviluppare e realizzare il loro potenziale creativo, artistico e intellettuale, non solo a proprio vantaggio, ma anche per l’arricchimento della società.
5. Al fine di consentire alle persone con disabilità di partecipare su base di uguaglianza con gli altri alle attività ricreative, agli svaghi e allo sport, gli Stati Parti adottano misure adeguate a:
(a) incoraggiare e promuovere la partecipazione più estesa possibile delle persone con disabilità alle attività sportive ordinarie a tutti i livelli;
(b) garantire che le persone con disabilità abbiano la possibilità di organizzare, sviluppare e partecipare ad attività sportive e ricreative specifiche per le persone con disabilità e, a tal fine, incoraggiare la messa a disposizione, su base di uguaglianza con gli altri, di adeguati mezzi di istruzione, formazione e risorse;
(c) garantire che le persone con disabilità abbiano accesso a luoghi che ospitano attività sportive, ricreative e turistiche;
(d) garantire che i minori con disabilità possano partecipare, su base di uguaglianza con gli altri minori, alle attività ludiche, ricreative, agli svaghi ed allo sport, incluse le attività previste dal sistema scolastico;
(e) garantire che le persone con disabilità abbiano accesso ai servizi forniti da coloro che sono impegnati nell’organizzazione di attività ricreative, turistiche, di tempo libero e sportive.
Il tempo libero è il tempo della relazione per eccellenza che diviene la base della struttura del Sé e dell’autonomia verso gli altri e verso il mondo.
Dal Convegno nazionale sul tempo libero delle Aias (Associazione Italiana Assistenza agli Spastici) del 18 febbraio 2011 a Piacenza sono emerse riflessioni sul fatto che “le attività hanno un’importante ricaduta sociale, non secondaria all’importanza che rivestono per i singoli individui che vi partecipano”.
Fattore principale “è l’abbattimento della barriera dell’indifferenza: i disabili sono spesso invisibili, conducono una vita parallela scandita da tempi e luoghi diversi da quelli condivisi dalle persone senza disabilità e in questo modo diventa difficile realizzare l’incontro tra questi due mondi. “
Condividiamo queste riflessioni in quanto pensiamo che siano proprio le barriere psicologiche e sociali come gli atteggiamenti, quelle più complesse da abbattere.
Come Associazione abbiamo pensato di offrire alcune proposte di tempo libero per permettere a ragazzi e giovani con disabilità di divertirsi, apprendere da nuove esperienze, svagarsi, ma soprattutto stare in gruppo e conoscere nuovi amici.
Il nostro obiettivo è un progetto articolato di novità e allegria per i partecipanti con disabilità e anche di sollievo per le famiglie che, sistemati i figli in un ambiente protetto, possono essere tranquille.
Per fare ciò al meglio abbiamo costruito alcune partnership con altre Associazioni ed Enti.
“Gulliver, avventure extra-ordinarie per persone con disabilità” In che cosa consiste?
Il progetto si articola in tre ambiti di iniziative, gestite da operatori, tecnici di laboratorio e da volontari, supervisionati dai nostri psicologi:
a) I fine settimana offrono alle persone con disabilità occasioni in cui si possono vivere degli eventi diversi dal solito, separandosi per brevi momenti dai familiari, per stimolare l’amicizia, la curiosità e alcune autonomie, in modo guidato e divertente. In un ambiente accogliente e avvincente i partecipanti sperimentano ed elaborano emozioni, il senso di fiducia in se stessi: condizioni che possono migliorare il rapporto con gli altri.
Abbiamo previsto due fine settimana in una struttura del territorio piemontese, uno nell’autunno e uno nella primavera. Sono aperti a 20 partecipanti.
b) Il secondo ambito di iniziative riguarda la partecipazione attiva in due momenti di festa durante l’anno, il capodanno e il carnevale.
Sono occasioni in cui si desidera stare con gli amici e divertirsi, giocare, tornando un po’ bambini spensierati. Le abbiamo inserite nel progetto in quanto i nostri ragazzi, invece di essere soli e vivere un triste senso di diversità dagli altri che stanno insieme e si divertono, potranno prendere parte all’organizzazione e vivere queste feste in modo nuovo: partecipanti e non solo spettatori, ma soprattutto insieme ad altri amici e alla collettività, con un significato importante di integrazione. Queste iniziative sono aperte a 50 partecipanti ciascuna.
c) Il terzo ambito comprende la possibilità di frequentare per 5 settimane, da metà giugno a metà luglio 2017, il Campus Gulliver Estate.
E’ aperto a 30 partecipanti al giorno, con disabilità intellettiva e/o motoria di grado lieve e medio, dai 14 anni in su.
Si svolge presso i locali dell’Associazione partner l’Isola che non c’è onlus di Grugliasco, attrezzati e a norma di legge per accogliere persone con disabilità, dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 17.
Il gruppo sarà gestito da psicologi e educatori, coadiuvati da volontari e tecnici di laboratori espressivi, supervisionati dagli psicologi.
Il programma sarà settimanale, con un filo conduttore giocato sui viaggi di Gulliver: ogni giorno ci sarà un programma di iniziative studiate in modo da essere coinvolgenti e adeguate a tutti i partecipanti.
Le attività comprendono laboratori artistici, narrativi, motori; giochi e uscite culturali e sportive; incontro con altri gruppi per promuovere momenti inclusivi. L’obiettivo è offrire in un periodo particolarmente difficile, sollievo alle famiglie e coinvolgimento attivo, amicizia, divertimento e impegno alle persone con disabilità.
Per chi è pensato?
Il progetto è pensato per gruppi di ragazzi e adulti con disabilità intellettive e motorie di vario tipo, quali disabilità psichiche e motorie lievi e medie determinate da sindromi genetiche, problemi perinatali o traumi; deficit intellettivi lievi e medi, disturbi pervasivi dello sviluppo quali autismo lieve o tratti autistici.
Grazie alla presenza del nostro staff psico-educativo le attività saranno organizzate, in modo da poter coinvolgere al massimo ciascuno a seconda delle proprie caratteristiche e potenzialità. Le attività previste dal progetto vengono confezionate su misura per ciascun partecipante, inoltre sono organizzate in modo da prevedere uscite esterne per favorire la socializzazione.
I fine settimana e le feste saranno organizzate in modo da co-progettare insieme al gruppo dei partecipanti alcune parti delle iniziative; nel Campus Gulliver Estate i partecipanti potranno scegliere tra varie proposte quelle desiderate.
E’ aperto a chi già partecipa alle attività dell’Associazione Terra Comune, a chi proviene dall’Associazione Isola che non c’è onlus e a tutti coloro che ne faranno richiesta a seguito della promozione sul territorio, fino al raggiungimento del numero previsto.
Il progetto Gulliver coinvolge un numero che può andare dai 50 ai 70 partecipanti, considerando che ciascuno potrà scegliere se partecipare a tutte le iniziative (come ci auspichiamo al fine di realizzare gli obiettivi) oppure solo ad alcune.
Metodologia
Il presupposto metodologico da cui partiamo è che ciascuno dei nostri partecipanti abbia una difficoltà, che la disabilità di ciascuno debba essere vista e possa essere detta. Questo è il prerequisito per costruire una relazione autentica, senza finzioni o pietismi.
“Se ne può parlare” e la disabilità è un fatto concreto! Ma questo non deve mettere in crisi né far vergognare alcuno.
Una volta definiti questi assunti, possiamo decidere di mettere da una parte la disabilità, senza dimenticarla, ma considerando che la persona ha certamente molte risorse e che può sviluppare competenze.
Soprattutto che può divertirsi, essere felice e sviluppare autonomie in modo giocoso e insieme con gli altri.
Questo migliora la qualità della vita dei partecipanti, perché un’esperienza positiva dalle valenze multidimensionali – relazionale, emotiva, di apprendimento, autonomizzante - apre delle possibilità e dei varchi nella dimensione, spesso troppo statica della disabilità, che determinano un cambiamento profondo e tendenzialmente duraturo.
Il senso del nostro progetto non è semplicemente quello di portarli fuori di casa per un po’, tanto per fare, né di normalizzare o tantomeno di curare.
La metodologia che noi utilizziamo, favorisce una maggiore espressione e conoscenza di Sé attraverso la sperimentazione di molteplici iniziative e del divertimento collettivo: amicizia, senso del gruppo, sentimento di essere capace di fare qualche cosa di nuovo sono i risultati che ci attendiamo.
Un approccio psico-pedagogico
Abbiamo strutturato queste iniziative con un approccio psicologico e pedagogico, a partire dalla comprensione delle caratteristiche individuali di ciascuno per consentire agli operatori di offrire supporti adeguati.
L’accompagnamento degli operatori esperti, psicologi e educatori, affiancati da volontari, mette tutti i partecipanti a loro agio, in quanto questi assumono una funzione di ponte per la costruzione, il mantenimento e la gestione delle relazioni, in modo che tutti possono trarre giovamento.
Gli operatori e i volontari che prenderanno parte al Progetto parteciperanno a un corso di formazione sulle tematiche e sull’approccio alla disabilità partendo dalla nostra metodologia e saranno coinvolti in momenti organizzativi e supervisioni. Stileranno una scheda obiettivo per ciascun partecipante, che ci permetterà, insieme ad altri strumenti, una valutazione del Progetto.
Ciascuno al centro
Le persone interessate al Progetto – a tutte le iniziative o solo ad alcune- saranno incontrate dagli psicologi di Terra Comune in almeno un colloquio iniziale (con loro e con i familiari) al fine di conoscersi e di raccogliere elementi caratteristici di quella persona, esigenze, bisogni speciali e desideri.
Saranno organizzati focus groups in modo adeguato alle caratteristiche dei partecipanti, per raccogliere dalle persone coinvolte valutazioni sulle attività: elementi positivi e criticità, al fine di monitorare ed eventualmente adeguare le attività durante lo svolgimento.
Alla fine di ciascun ambito progettuale saremo a disposizione per una restituzione individuale del percorso ai familiari, relativa sia alle attività svolte sia alle modalità relazionali, affettive, cognitive rilevate, evidenziando gli ambiti principali di difficoltà e le risorse espresse.
Al termine dell’iniziativa sarà organizzato un focus group aperto a tutti i familiari dei partecipanti al fine di valutare le iniziative proposte, raccogliere suggerimenti e proposte.
Migliorare la qualità della vita
Il Progetto Gulliver, fatto di avventure ordinarie, ma straordinarie per chi è in difficoltà, permette di trovarsi in situazioni nuove, extrafamiliari, con altre persone, ognuno con le proprie difficoltà, accompagnati da figure di riferimento esperte, facendo attività diverse dal solito e divertenti in una situazione protetta e rassicurante.
Ciò permette di uscire dal peso della disabilità, dalla pressione delle aspettative e di giocare e di giocarsi proprio quelle parti di sé che hanno la potenzialità di emergere e di stupirci in positivo.
Risultati attesi:
Con le esperienze di tempo libero ci proponiamo, per le persone con disabilità, di avviare dei processi evolutivi e consideriamo che potranno:
  • vivere la possibilità di essere soggetti attivi anche nei momenti di tempo libero, recuperando le dimensioni del desiderio e della felicità
  • sviluppare il senso di appartenenza al gruppo come risorsa per affrontare i momenti di vuoto e solitudine e trasformarli in divertimento e gioia
  • potenziare le competenze creative e la sperimentazione di autonomie: sviluppo dell’impegno finalizzato a partecipare/costruire qualcosa insieme e per tutti
  • aumentare la consapevolezza di sé e maggiore capacità di gestione delle emozioni che emergono rispetto all’incontro con altre persone e con situazioni nuove
  • migliorare l’autostima e la sicurezza in se stessi
  • aumentare il senso di efficacia attraverso il gruppo, di fiducia nel collettivo e riduzione del senso di insicurezza e paura
  • stimolare le competenze relazionali: modulazione adeguata delle relazioni, conoscenza delle regole sociali
  • sviluppare le competenze artistico-tecniche e cognitive necessarie a dare un contributo riconosciuto agli eventi della collettività.
Il livello di disabilità, l’età e la frequenza alle varie iniziative del progetto sono variabili da considerare al fine di raggiungere i risultati che segnaliamo. Ipotizziamo che i risultati migliori e più duraturi siano in ragazzi giovani, con una disabilità lieve e che partecipano a tutto il percorso; ciò non toglie che, le persone con maggiori disabilità ed età e minore frequenza possano trarre beneficio nello stare in un clima gioioso e nel partecipare- perché davvero tutti parteciperanno!- a momenti piccoli, ma preziosi di attività.
Per le famiglie:
Concretamente ci attendiamo di rispondere, con questo progetto alla richiesta delle famiglie, permettendo loro di essere alleggeriti per un po’ dall’impegno della gestione dei figli con disabilità garantendo la sicurezza e il sostegno dei partecipanti.
La conoscenza delle modalità di relazione e di autonomie – che offriamo attraverso le restituzione individuali- potranno suggerire alle famiglie alcune potenzialità dei figli e permettere loro di proseguire l’ampliamento delle sperimentazioni anche nella quotidianità.
Per la collettività:
  • Avere una maggiore conoscenza e valorizzazione delle differenze per rispettare identità, difficoltà, risorse presenti in ciascuno e cogliere in queste differenze un potenziale creativo complementare a se stessi
  • Sperimentare che è possibile prevenire e rimuovere almeno parzialmente le condizioni di difficoltà e le forme di emarginazione che impediscono lo sviluppo della persona umana.
  • Sentirsi parte di processi di costruzione di linguaggi e significati simbolici condivisi, che promuovano un nuovo modo di stare insieme
Inclusione sociale, un risultato atteso
Tutto il progetto Gulliver si basa sull’interconnessione tra il nostro programma di attività e il territorio dei Comuni interessati, dall'azione di promozione, sostegno e coinvolgimento di Associazioni ed Enti.
Alcune delle attività ludiche sono esterne alla sede, quelle legate alle festività come il Carnevale saranno strutturate per partecipare a eventi pubblici con azioni concrete di coinvolgimento della popolazione: sarà occasione per lavorare fianco a fianco con persone con disabilità per un fine comune, la sfilata cittadina!
La conferenza stampa di presentazione e l'assemblea pubblica di fine attività sono pensate per sensibilizzare l'opinione pubblica sulla necessità di sviluppare inclusione, solidarietà sociale e favorire una maggiore empatia con la disabilità.
Valutazione dell’intervento
La valutazione avviene su diversi livelli:
1. persone con disabilità: saranno realizzati focus groups, adeguatamente strutturati al fine di stimolare il pensiero sulle attività effettuate e ottenerne una valutazione,
2. operatori: compileranno una scheda-obiettivi individuale all’inizio e al termine dell’attività, al fine di comprendere il raggiungimento degli obiettivi o le difficoltà,
3. famiglie: sarà organizzato un focus group al fine di raccogliere l’impatto e l’utilità del progetto sulla condizione delle famiglie,
4. cittadinanza coinvolta attivamente nel progetto: sottoporremo una scheda relativamente alle attese dell’incontro con le persone disabili e di valutazione dell’iniziativa collettiva.
I dati incrociati e organizzati saranno esposti in un’iniziativa pubblica, che coinvolgerà familiari e care givers, così come Enti, Associazione e referenti dei Servizi oltre alla popolazione coinvolta nelle varie iniziative e aperta a tutta la cittadinanza.
Perché questo tipo di valutazione?
E’ sempre complesso valutare interventi sociali che hanno come obiettivo il miglioramento del benessere, perché è complesso misurare le emozioni, il divertimento, la gioia e le trasformazioni nelle persone con disabilità sono piccole e lente proprio a causa della rigidità dell’handicap specifico.
Abbiamo pertanto scelto questa modalità per fare una valutazione in quanto ci sembra la più coinvolgente permettendo innanzitutto ai destinatari primari- le persone con disabilità- di prendere voce, ma anche ai destinatari che possiamo definire “secondari, cioè i familiari e agli operatori e alla cittadinanza coinvolta nell’esperienza di esprimere valutazioni e suggerimenti.
In questo modo la platea degli interessati si apre realmente a un numero importante e la valutazione potrà essere efficace pur se fondata su items qualitativi.
L’illustrazione dei risultati, durante l’iniziativa pubblica, sarà supportata dalla presentazione di fotografie (anche raccolte e pubblicate attraverso il blog che racconterà in divenire la storia del progetto Gulliver e delle avventure extra-ordinarie dei partecipanti) dell’iniziativa e di frasi e pensieri dei partecipanti
Gianni Favaro | 02 Febbraio 2017
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