venerdì 22 aprile 2016

Al "grido"...tutti al mare"...Il petrolio al largo di Varazze, già in spiaggia a Pegli. La Regione irritata ‘Iplom non si impegna’


La pioggia in arrivo potrebbe sospingere l’onda nera. Il pm incarica il geologo Bellini per capire se il tubo si sia rotto a causa di una frana 
di STEFANO ORIGONE
È STATA avvistata a Varazze. A Pegli ha inquinato 300 metri del Lungomare. È una chiazza oleosa, che dopo aver superato le barriere alla foce del Polcevera, vaga in mare, spinta dalle correnti. Va verso ponente, ha già percorso undici miglia fuori controllo, il rischio è che arrivi sulle coste della Francia, innescando un incidente internazionale. La pioggia prevista domani fa paura, ma soprattutto è il mare l'incognita. Arpal prevede che sarà molto mosso e questo significa un pericolo: che le panne si spostino, lasciando al greggio una facile via di fuga.
La Regione chiede più impegno a Iplom, dopo che una patina iridescente si è spiaggiata al porticciolo."Prendiamo atto del lavoro fatto in queste ore, ma non è ancora abbastanza, quindi chiediamo uno sforzo ulteriore in vista del peggioramento meteo", dicono in coro il presidente della Regione, Giovanni Toti e l'assessore alla protezione civile, Giacomo Giampedrone dopo l'ennesimo vertice che si è svolto in Prefettura. Dopo tre ore in cui è stato analizzato come si sta muovendo la macchina operativa (in cui è emerso che a monte e alla foce il petrolio è "scappato", riuscendo a passare muretti e panne), è stato lanciato l'ultimatum all'azienda di Busalla.

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Se entro oggi pomeriggio Iplom non porterà al tavolo tecnico risultati migliori, la Regione prenderà in mano le redini della situazione, chiedendo un intervento della protezione civile nazionale per un maggiore spiegamento di mezzi. Poi agirà in danno. La prefettura è più ottimista. "I lavori di recupero del greggio stanno procedendo secondo la tempistica programmata che prevede entro domani la raccolta del 90% di prodotto libero accumulato nei corsi d'acqua. Finora sono stati aspirati circa 1800 metri cubi di acqua e materiale oleoso".

Parallelamente si muove l'inchiesta giudiziaria. Accompagnata dalla Capitaneria, la polizia municipale del reparto Ambiente prima che salpasse è salita sulla nave russa che domenica sera stava pompando il greggio nella tubazione. Gli inquirenti hanno esaminato tempi e orari, concentrandosi sui secondi in cui c'è stato il calo di pressione che segnalava la fuoriuscita. Il sostituto procuratore Walter Cotugno ha effettuato un lungo sopralluogo con la squadra di polizia giudiziaria dell'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente partendo dalla prima parte della conduttura nel porto petroli di Multedo fino a Fegino.

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I tecnici hanno effettuato le misurazioni con un laser scanner lungo il fianco della collina. Serviranno per quantificare quanta terra è stata smossa, se la frana sia avvenuta prima dell'incidente o se è causata dall'esplosione. Con il magistrato c'era il geologo Alfonso Bellini. Un nuovo incarico, avendo investigato per conto della procura sulle alluvioni di Sestri Ponente, quelle causate dalle esondazioni del Bisagno e recentemente per la frana di Arenzano. Ha avuto il compito di stabilire se la rottura del tubo è stata provocata da uno smottamento. L'altra ipotesi è che ci sia stato un cedimento strutturale. Sarà affiancato da un ingegnere impiantistico e da uno esperto in materiali.

La squadra di pg ha anche iniziato a sentire le prime persone informate dei fatti, tecnici e operai tra quelli presenti domenica sera per "fotografare" le fasi di emergenza e quello che è stato fatto per affrontarla. Sul fronte sanitario, la Regione ha deciso di prolungare la presenza del Centro mobile della Asl 3 nei giardini Montecucco fino "a quando sarà necessario dare assistenza alla popolazione e quindi anche oltre domenica", dichiara l'assessore alla salute Sonia Viale 

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