di PAOLO G. BRERA
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PS:<<Per la comunità
internazionale è un'inutile e provocatoria passerella del presidente
Assad, che rischia di minare le difficili trattative di pace
ricominciate a Ginevra. La Siria vota, tra le proteste della
comunità internazionale che grida alla provocazione.>>...ma signor Brera, quanto l'hanno pagato per scrivere questo articolo..."degno di un paese dove la dittatura regna sovrana"...? Invece di criticare gli ultimi tre governi italiani "nessun dei quali votati dal popolo sovrano", Lei si permette di criticare, forse di più..., un "dittatore" che porta il popolo al voto...! Siamo, anzi siete Voi della pseuda-informazione, impazziti? Il suo articolo, signor Brera è un "invito a non votare liberamente, da chi si vuole essere governato"...certo che se ci fosse l'excapo dello stato Napolitano....!
umberto marabese
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Nel giorno in cui a
Ginevra ricominciano le difficili trattative di pace tra il governo di
Assad e l’opposizione, nelle dodici province siriane controllate dal
regime sono state aperte – alle 6 italiane – le urne per eleggere i 250
membri del parlamento scegliendo tra i 3.500 candidati rimasti in corsa
sulle settemila candidature iniziali approvate. Le urne resteranno
aperte per 12 ore, con un possibile prolungamento in caso di affluenza
massiccia. Secondo la comunità internazionale – Russia esclusa - più che
un esercizio di democrazia sarà una passerella per il presidente con
l’effetto immediato di rendere ancora più difficile la trattativa a
Ginevra, condotta con l'appoggio dell’Onu, per il terzo round dedicato
proprio a definire il destino del presidente Bashar Assad.
Al settimo anno di guerra civile, il labile cessate il fuoco basato sull’accordo tra Russia e Stati Uniti è costantemente a rischio, e la situazione resta difficilissima con due province, quelle di Raqqa e Idlib, controllate rispettivamente dalle bandiere dell’Is e dai qaedisti di Al Nusra. E la tensione alle stelle valica i confini siriani: stamattina uno scambio di granate tra Turchia e Siria è nato da una serie di esplosioni nella città turca di Kilis, provenienti da oltre il confine siriano in un’aera controllata dallo Stato islamico. A Kilis non ci sono stati feriti, ma l’artiglieria turca ha immediatamente risposto al fuoco.
Al settimo anno di guerra civile, il labile cessate il fuoco basato sull’accordo tra Russia e Stati Uniti è costantemente a rischio, e la situazione resta difficilissima con due province, quelle di Raqqa e Idlib, controllate rispettivamente dalle bandiere dell’Is e dai qaedisti di Al Nusra. E la tensione alle stelle valica i confini siriani: stamattina uno scambio di granate tra Turchia e Siria è nato da una serie di esplosioni nella città turca di Kilis, provenienti da oltre il confine siriano in un’aera controllata dallo Stato islamico. A Kilis non ci sono stati feriti, ma l’artiglieria turca ha immediatamente risposto al fuoco.
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