sabato 23 aprile 2016

Liguria, 700 tonnellate di petrolio verso il mare. Le prime chiazze a Pegli: allerta per i temporali


 PS: <<Un plauso va a tutti quelli che, credendo nelle parole di Matthew Fonzarelli, sono rimaste a casa, o hanno votato "NO" al referendum sulle trivelle. Certo, qualcuno dirà che anche con la vittoria ed il quorum dei "SI", la perdita ci sarebbe stata lo stesso, ma...è forse questo un buon motivo per disseminare le nostre coste di altri "pericoli" ipotizzabili, come, o peggio, di questo?!>>
umberto marabese
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La sera del referendum sulle trivelle, a urne aperte, scoppia un pezzo dell'oleodotto della Iplom lungo il Polcevera. L'olio nero scivola a mare ma gli interventi per fermarlo ritardano, si tenta di ridimensionare la portata dell'incidente, nessuno ne parla. La Procura sequestra l'impianto, la compagnia risponde con la cassa integrazione. La rabbia dei residenti: "Ci avvelenano da anni, siamo come in prigione". Ecco cosa succede quando esplode la bomba ecologica che doveva portare benessere e occupazione. Un disastro ambientale passato sotto silenzio. I battelli disinquinanti scivolano sull’acqua facendo avanti indietro lungo le dighe sifonate piazzate alla foce del torrente, intorno silenzio. Silenzio anche tra i boschi della Valpolcevera, dove le rane la sera hanno smesso di gracidare e di questo si stupiscono i residenti, più delle esalazioni che pure trafiggono il naso e la gola. Comune di Fegino, teatro dell’ultimo disastro ambientale annunciato d’Italia. E’ qui che il greggio in arrivo dal Porto Petroli di Multedo fa tappa, compulsato nei silos della Iplom prima di essere movimentato tramite oleodotto interrato all’impianto di trattamento di Busalla. Perché la nave, si sa, meno sosta e meno costa. L’oro nero scende e sale attraverso condotte di 70 cm e domenica sera una di queste, fatalmente, ha fatto il botto per un probabile eccesso di pressione. Erano le 19.33, le urne del referendum sulle trivelle erano ancora aperte. Sono dei ragazzi a sentire lo schianto, pensano al terremoto, chiamano il 118. Arrivano i vigili, avvertono la Iplom e fanno chiudere la mandata che comanda il pompaggio. Ma l’olio che era nella condotta ormai è fuoriuscito e quello non intercettato si scarica a valle. Una modesta quantità, al più 300 tonnellate, si sente ripetere mentre scatta il piano di emergenza con panne, autospurghi e briglia sifonata a cento metri dalla foce...
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