PS: "Respinta l’archiviazione per il fallimento della Chil Post: «Dati in apparente contrasto con la conclusione a cui è pervenuta l’accusa»"...il "figlio Matteo" fa dimettere il Sindaco Marino per tre scontrini fiscali e senza essere indagato...la "Legge è eguale per tutti"...?
umberto marabese
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No all’archiviazione dell’inchiesta sul padre del premier, Tiziano Renzi. Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Genova Roberta Bossi ha disposto un supplemento di indagini a carico di Renzi senior indagato per bancarotta nel procedimento per il fallimento della società di distribuzione editoriale Chil post (con sede nel capoluogo ligure). Il pm aveva chiesto l’archiviazione, che dunque non è stata accolta dal gip.
«Nuove indagini»...
Secondo il gip genovese, «le risultanze investigative forniscono dati in apparente contrasto con la conclusione cui è pervenuta la pubblica accusa». Per questo «si rende necessario un supplemento di indagine volto a acclarare i rapporti contrattuali intercorsi tra il gruppo Tnt e le società Chil Post srl e Chil promozioni srl». «Si tratta di accertamenti che non daranno sorprese, essendo tutto documentabile e privo di ogni rilievo di carattere penale», è il primo commento dell’avvocato Federico Bagattini, difensore del padre di Renzi.
L’inchiesta
Tiziano Renzi era accusato di una bancarotta fraudolenta per 1,3 milioni di euro a seguito del fallimento della Chil Post. Il curatore fallimentare aveva ravvisato dei passaggi sospetti nella cessione di rami d’azienda «sani» alla Eventi Sei, società intestata alla moglie dello stesso Tiziano. Per questo aveva trasmesso la relazione alla Procura della Repubblica. Per gli altri due amministratori subentrati nella gestione societaria nel 2010, Antonello Gabelli e Mariano Massone sono state chiuse le indagini e l’accusa è di bancarotta fraudolenta. In sintesi, secondo l’ipotesi accusatoria iniziale Tiziano Renzi, prima di dichiarare il fallimento della sua società, nel novembre 2013 l’avrebbe «spogliata» del ramo sano cedendo i beni disponibili alla Eventi6, azienda di proprietà della moglie Laura Bovoli. A insospettire i pm fu il prezzo di vendita da marito a moglie, che sarebbe stato di poco più di 3000 euro. Poi però la procura chiese l’archiviazione perché secondo gli inquirenti, Renzi negli anni in cui era amministratore avrebbe gestito correttamente la società madre e non avrebbe contribuito al fallimento.
12 ottobre 2015 (modifica il 12 ottobre 2015 | 13:04)
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