venerdì 2 ottobre 2015

Cancro al seno: che vergogna la campagna del ministero!





Il racconto di chi si è operata al seno per sconfiggere un male, e non per rifarsi il seno. Ecco perché la campagna Lilt è uno schiaffo alle donne.

di Claudia Sarritzu

Avevo 21 anni quando una sera facendomi la doccia ho sentito, palpandomi il seno sinistro, una massa dura ed estranea al mio corpo. L'Oriana (Fallaci) lo chiamava l'alieno, ed aveva ragione. Ti si intrufola dentro senza chiederti il permesso e sgretola la tua vita. Distrugge l'immaginazione. La paura del cancro è così forte che non vedi più l'oggi e il domani. Vivi solo il dolore che ti acchiappa e non ti molla più. Era il 20 dicembre, pochi giorni prima di Natale, ho prenotato una visita urgente e una ecografia: 3cmx3cm, grande e subdolo. A distanza di anni mi chiedo come sia stato possibile non accorgermi di lui mentre metteva radici? Prima dell'Epifania mi hanno operata. La mia storia è una storia a lieto fine: era benigno.
Ma in quella camera nel reparto di senologia dell'ospedale Brotzu di Cagliari, su 4 donne, solo io ero salva. Le altre hanno subito una Mastectomia. Ricordo le lacrime infinite, inconsolabili, quei visi schiacciati nei cuscini. Durante il ricovero sono scesa nell'ade e ho capito cosa è il terrore di morire. Una signora durante la notte, ha urinato nel letto come una bambina. Chi ti vuole bene ti consiglia di dimenticare, io invece non voglio scordare nulla. Perché sono nata per la seconda volta dopo quella esperienza, e ogni giorno ringrazio il caso, il destino, la vita, di essere sana.
Ma arriviamo a noi: oggi mi sono imbattuta in questa notizia che è uno schiaffo, in questa foto che è una beffa......
Anna Tatangelo, è stata scelta come testimonial della campagna 'Nastro rosa'. Lilt e il Ministero della Salute non solo hanno offerto un'immagine sessualizzata della malattia (sarebbe bastata una foto del seno, il volto è superfluo e di certo di poco gusto se ha uno sguardo languido), ma hanno scelto una donna come la Tatangelo che si è sottoposta a un intervento di mastoplastica additiva, il massimo dell'insensibilità nei confronti di quelle donne che a causa della malattia il seno non ce l'hanno più perché sono state costrette ad asportarlo. Mi chiedo come lo Stato non abbia avuto la delicatezza per capire che quella donna non era la donna giusta.
Le donne giuste, cara ministra Lorenzin (e lei è una donna, avrebbe dovuto capirlo), sono quelle in rinascita, che ce l'hanno fatta, che hanno masticato paura e coraggio, che hanno una protesi e che realmente possono spingere noi tutte alla prevenzione. Spero con tutto il cuore che questi manifesti vengano ritirati. Alla Tatangelo vorrei dire: niente di personale, ma una come te non può certo essere un modello educativo per la prevenzione al carcinoma. Continua a fare la modella, magari per i reggiseni.
http://www.globalist.it/Detail_News_Display?ID=79419&typeb=0&cancro-al-seno-che-vergogna-la-campagna-del-ministero-

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