mercoledì 6 novembre 2013

Repubblica di Bologna modifica notizia ad hoc, per salvaguardare il Pd e puntare il dito sul M5S.

letizia.jpg IERI ABBIAMO RACCONTATO COME REPUBBLICA DI BOLOGNA HA MODIFICATO UNA NOTIZIA AD HOC, PER DISTOGLIERE L'ATTENZIONE DAL PD E PUNTARE IL DITO SUL M5S.
Il capo redattore, Giovanni Egidio, colto sul vivo, non ci sta, e in barba a tutti i principi giornalistici e professionali, pubblica un commento che ha imbarazzato tutti, dai lettori, ai politici, ai colleghi.
(lampante una delle tante mail arrivate a noi E alla redazione, di un NON votante M5S)

Nella sua replica, si permette di attribuire, virgolettandolo, parole al capogruppo M5S Andrea Defranceschi, che dicono esattamente il contrario di quanto lui ha dichiarato pubblicamente. Purtroppo per il direttore locale, noi, registriamo tutto.
L'audio è stato ricevuto da tutti gli organi di stampa, dal Co.Re.Com, dall'Ordine dei giornalisti e dal capo redattore stesso, che per evitare la querela ha pubblicato come da obbligo, la smentita on-line, ma SENZA L'AUDIO.
Voi potete ascoltarlo QUI.........


La risposta di Andrea Defranceschi:
"Ringrazio il capo redattore di Repubblica Bologna, Giovanni Egidio, per il suo commento che ci offre la possibilità di dimostrare pubblicamente la falsità del suo lavoro e di quello del suo giornale.
Perché purtroppo per lui, io ho l'abitudine di registrare tutto. Dialogo per altro avvenuto in presenza di altri 7 giornalisti.
Scrive Egidio: "Defranceschi a chi gli ha chiesto se quella spesa facesse parte delle iniziative politiche-istituzonali a cui obbligherebbe la legge, ha replicato: "Non lo so, ma si poteva"."
Virgolettando dunque una risposta che non solo io non ho mai dato, ma che non riproduce nemmeno il contenuto parafrasandolo.
Non solo, il direttore inventa anche la domanda del suo stesso collaboratore: tutto naturalmente registrato nell'audio in allegato.
Colui che dirige un organo di informazione, si prende la libertà, in barba al codice deontologico del proprio ordine, e a qualsiasi norma della correttezza, di scrivere il falso.
Sempre secondo tutte le norme che regolano l'informazione, mi aspetto un'immediata smentita, la pubblicazione integrale dell'audio e del testo qui presente, nonché le scuse per l'approssimazione professionale. In caso contrario, devo ritenerla una scorrettezza intenzionale.
Purtroppo però, non basta: nel suo commento, Egidio aggiunge, ironizzando, che spera che la querela (che a questo punto rischia di moltiplicarsi), non sia a carico della Regione. A parte il fatto che è inaccettabile che un direttore di giornale si permetta di fare illazioni di chiara ripicca a indagini aperte su un consigliere a cui non è stato imputato niente, sarebbe il caso che almeno lui si informasse se ciò che scrive corrisponda al vero, perché i nostri avvocati li paghiamo con l'extrastipendio che togliamo dalla nostra indennità appositamente per sostenere l'attività del gruppo in modo che non gravi sulla Regione e quindi sui cittadini.
Anche questo, naturalmente, è rendicontato e pubblicato sul nostro sito nella sezione TRASPARENZA.
Ma è evidente che verificare una notizia, a Repubblica, non è richiesto nemmeno al direttore locale.
Detto ciò, invitiamo Repubblica a scrivere veramente tutte le nostre spese, voce per voce, spesa per spesa, cena per cena - inclusi i partecipanti - giacché è tutto sul sito
(ndr sull'edizione odierna del giornale cartaceo, compare che il M5S annuncia querele perché Repubblica avrebbe pubblicato i conti del gruppo: magari avessero il coraggio di farlo).
Un ultimo appunto: il paragone fra le spese del Pd e quelle del M5S pro capite, è un calcolo aritmetico viziato, fatto da Repubblica e non dalla Procura, giacché Giovanni e io dovevamo coprire l'intera regione in due, mentre dividere un ammontare per 24 consiglieri, chiunque capirebbe che fa risultare il capitolo di spesa pro capite inferiore. Repubblica pubblichi pure le cene del Pd una per una e le nostre, se davvero vuole fare informazione.
La sfido, direttore"


Andrea Defranceschi, capogruppo Movimento 5 Stelle Regione Emilia-Romagna

ASCOLTA L'AUDIO

Qui, il testo trascritto dell'audio:

Domanda collaboratore di Repubblica Bologna:
"Prima della legge era possibile far rimborsare i pasti ai dipendenti e ora invece no?"

Risposta Defranceschi:
"Adesso si possono pagare le spese dei dipendenti solo come spese di missione, quindi non all'interno della Regione.
Per capirsi, se io vado con I. (addetta stampa) a un convegno a Ravenna lei ha diritto al rimborso del viaggio e alle spese, tramite i fondi del gruppo. A Bologna in pausa pranzo, non si può più. Si possono dare i buoni pasti, dal Decreto Monti, che è dicembre 2012"


Domanda di conferma del collaboratore di Repubblica Bologna:
"quindi dici prima del Decreto monti, potevo rimborsare i pasti dei dipendenti; ora no.. Però sono spese che gli inquirenti contestano"

Risposta Defranceschi:
"Contestano è una tua interpretazione. Io no ho nessuna contestazione... La contestazione sta nelle finalità del gruppo istituzionale di andare a Venezia, non di andare alla Camst con i dipendenti"
E ora, giudicate voi. Questo, è proprio quello che la stampa dovrebbe dare la possibilità di fare.
http://www.beppegrillo.it/listeciviche/liste/emiliaromagna/2013/11/ecco-laudio-che-imbarazza-repubblica.html

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